Pubblicita'
Pubblicita'

Le buste paga dei settori non agricoli, primo round per il dollaro

Da
Bob Mason
Pubblicato: Mar 8, 2017, 11:49 GMT+00:00

Nella giornata di oggi, i mercati paiono piuttosto ottimisti in attesa dei dati di Adp sulla variazione dell'occupazione nei settori non agricoli, che

Le buste paga dei settori non agricoli, primo round per il dollaro

Nella giornata di oggi, i mercati paiono piuttosto ottimisti in attesa dei dati di Adp sulla variazione dell’occupazione nei settori non agricoli, che verranno pubblicati nel pomeriggio.

Certamente non sorprende che i mercati aspettino i dati di febbraio del governo federale sulle buste paga dei settori non agricoli e sulla crescita dei salari, che verranno pubblicati nella giornata di venerdì. I risultati avranno, infatti, un’influenza determinante sul probabile innalzamento dei tassi da parte della Fed nella prossima settimana.

A volte, i dati di Adp hanno certamente causato confusione nei mercati, in particolare in caso di risultati nettamente diversi da quelli del governo federale. Quanto negative dovranno essere le letture odierne per influire sulle aspettative dei mercati circa la prossima manovra restrittiva e sull’intenzione della Fed di metterla in atto?

È abbastanza interessante che, nel marzo del 2015, dopo la pubblicazione dei dati sulle buste paga dei settori non agricoli per il mese di febbraio, che registravano una crescita dell’occupazione, la Fed stava per aumentare i tassi. Nel mese seguente, i mercati attendevano i dati sulle buste paga dei settori non agricoli per capire se la Fed avrebbe attuato la manovra restrittiva ad aprile.

Ad aprile del 2015, i dati di Adp sulla variazione dell’occupazione nei settori non agricoli registrarono 189000 nuovi posti di lavoro che seguivano i 214000 di marzo. Il risultato venne considerato sufficientemente positivo. I dati del governo federale rivelarono un incremento di 126000 nuovi occupati, che facevano seguito ai 264000 di marzo. A ogni modo, la Fed non intervenne sui tassi fino a dicembre del 2015. In tale occasione, i mercati impararono la lezione, oggi forse dimenticata. A ogni modo, l’economia degli Stati Uniti è oggi sicuramente più forte di quanto fosse agli inizi del 2015.

L’indice dei direttori degli acquisti del settore privato supporta certamente dati positivi per il mese di febbraio. L’unico interrogativo riguarda l’appello rivolto da Trump alle imprese statunitensi affinché producano negli Usa: avrà un impatto sui dati?

Con la Fed che ora giudica l’economia degli Stati Uniti in piena occupazione o prossima a essa, le precedenti dichiarazioni rese dai membri del Fomc con diritto di voto suggeriscono che qualsiasi cifra superiore a 150000 continuerebbe a sostenere una manovra restrittiva nella prossima settimana. Tuttavia, anche 150000 nuovi occupati costituirebbero un’evidente contrazione a fronte del dato di gennaio e certamente solleverebbero dubbi in attesa dei risultati di venerdì. I mercati esiterebbero a considerare dati positivi come un definitivo via libera all’attuazione della manovra restrittiva. L’attenzione si concentrerà sui dati di febbraio, ma anche quelli di gennaio non dovranno subire notevoli correzioni, come una netta revisione al ribasso.

Sia come sia, i dati, tanto positivi quanto negativi, saranno sicuramente in grado di influenzare i mercati. Quanto dipenderà dai dati che il governo federale pubblicherà nella giornata di venerdì. Qualsiasi cifra superiore a 180000 deve essere considerata un avanzamento.

Nella giornata di oggi, i mercati sono già stati sorpresi dalla bilancia commerciale della Cina, che a febbraio registra un disavanzo. Tale contrazione potrebbe essere una conseguenza dell’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti, ma si deve tenere conto anche della volatilità che ha accompagnato il capodanno cinese.

Prima dei risultati di Adp non verranno pubblicati dati rilevanti. Oltre agli sviluppi del confronto tra governo e parlamento del Regno Unito sull’applicazione dell’art. 50 del TUE, i mercati hanno, quindi, poco altro cui prestare attenzione. Nella prima metà della settimana, la sterlina si è mossa in ribasso, con il cambio col dollaro che, alla redazione di questo articolo, perdeva lo 0,24% per attestarsi a 1,21674$. L’incertezza sulla Brexit e le previsioni negative sull’economia pesano notevolmente sull’accordo finale che regolerà il recesso del Regno Unito dall’UE.

L’indice del dollaro spot guadagna lo 0,09% per salire a quota 101,9, recuperando dal minimo intragiornaliero di quota 101,7. Seguendo la tendenza già osservata nel corso della settimana, il dollaro si è mosso in ribasso durante la sessione asiatica per risalire durante quella europea e statunitense. Se i dati di Adp fossero positivi, in attesa dei risultati che il governo federale pubblicherà nella giornata di venerdì, il dollaro potrebbe salire a quota 102. Ogni ipotesi di dati federali deludenti trascinerebbe, invece, il dollaro a quota 101.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

Pubblicita'