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Le Banche Spagnole spingono nel baratro il paese

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 27, 2012, 20:20 GMT+00:00

In quello che doveva essere un giorno tranquillo caratterizzato da uno scarso flusso di notizie il debito spagnolo torna a far parlare di sé.  Ad occupare

Le Banche Spagnole spingono nel baratro il paese

In quello che doveva essere un giorno tranquillo caratterizzato da uno scarso flusso di notizie il debito spagnolo torna a far parlare di sé.  Ad occupare il centro della scena è di nuovo Bankia con i suoi titoli azionari in caduta libera. Stando al Fondo Spagnolo di Ristrutturazione Bancaria (FROB)  Bankia avrebbe un buco di 4,148 miliardi di euro a cui si aggiungerebbero i 10,444 miliardi del gruppo bancario BFA al quale appartiene l’istituto di credito.  In un quadro siffatto le valutazioni risultano allora componente fondamentale per la ricapitalizzazione di un sistema bancario gravato da enormi sofferenze accumulate in una bolla immobiliare scoppiata nel 2008.

Lo scorso giugno i ministri dell’Eurogruppo hanno deciso di erogare prestiti fino a 100 miliardi di euro per la ricapitalizzazione del settore bancario spagnolo. Tuttavia le condizioni imposte dai ministri delle finanze dell’eurozona sono estremamente severe e implicano la creazione di una bad bank  che avrà l’onere di assorbire, valutare e infine rimettere sul mercato i titoli immobiliari tossici posseduti dalle banche spagnole. L’idea di fondo è quella di permettere alle banche di poter tornare ad aprire le loro linee di credito dando nuova linfa vitale ad un’economa colpita dalla crisi. Tuttavia anche se l’UE ha detto che avrebbe considerato un prestito fino alla somma di 100 miliardi l’analisi condotta dal governo spagnolo ha poi parlato di un buco di 39 miliardi di euro.

La Spagna ha allora presentato una richiesta ufficiale di salvataggio per l’erogazione di un finanziamento da 39.5 miliardi destinato alla ricapitalizzazione delle banche del paese negando a più riprese la necessità di un ulteriore salvataggio destinato a risanare l’economia statale. Il Ministero dell’economia spagnola ha detto di aver richiesto l’erogazione di 39.5 miliardi di euro nel quadro di un accordo di salvataggio concordato in giugno. Di questa somma 37 miliardi saranno destinati alla ricapitalizzazione delle quattro banche nazionalizzate: Bankia, Cataluña Banc, NCG Banco e Banco de Valencia e i restanti 2,5 miliardi saranno invece impiegati per la bad bank.

La Spagna sarà però presto costretta a fare i conti con le speculazioni, speculazioni che potrebbero costargli talmente care da doverla costringere a chiedere un ulteriore salvataggio questa volta per far quadrare i conti delle finanze statali.  Fino ad oggi, il primo ministro Mariano Rajoy si è fortemente opposto a tale eventualità, sebbene in un’intervista rilasciata durante il fine settimana, non abbia escluso la possibilità di ricorrere ad un salvataggio da parte della Banca centrale europea. Diversi rumor sostengono che  il governo spagnolo richiederà ufficialmente un piano di salvataggio nel corso del primo trimestre del 2013.

Oltre ai succitati problemi finanziari il paese si trova ora ad affrontare anche il crescente malcontento derivato dalle severe misure di austerità adottate nel corso del 2012. Proteste e manifestazioni continuano a susseguirsi in tutte le piazze della regione. Un recente sondaggio ha mostrato che l’85% degli spagnoli ha poca fiducia nell’amministrazione Rajoy, il cui governo ha peraltro infranto una delle sue promesse elettorali, quando lo scorso venerdì ha annunciato che non avrebbe più aumento le pensioni in linea con l’inflazione.

Arrivati a questo punto i mercati sembrano chiedersi per quanto tempo ancora resisteranno le banche spagnole, quanto ancora dovrà passare prima che la Spagna chieda un altro salvataggio e se l’euro zona sarà o meno in grado di far fronte ad un piano di salvataggio così cospicuo.

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