Se vi è stato un tema costante nei mercati durante le ultime settimane, è stato il pessimismo, seppur temperato dal rimbalzo dei prezzi di più categorie
Se vi è stato un tema costante nei mercati durante le ultime settimane, è stato il pessimismo, seppur temperato dal rimbalzo dei prezzi di più categorie di asset.
La settimana scorsa, i festeggiamenti per l’attuale fase rialzista dei mercati statunitensi hanno destato poco interesse, poiché le preoccupazioni relative ai segnali della politica monetaria che la Federal Reserve potrebbe adottare nel prossimo incontro di martedì e mercoledì, e i fattori macro di rischio, hanno gettato una lunga ombra.
La mossa della Banca Centrale Europea di tagliare i tassi di riferimento e di acquistare più obbligazioni è comunque riuscita alla fine a vivacizzare i mercati, dopo l’iniziale apatia degli economisti e degli investitori. Non appena la dichiarazione è stata rilasciata, l’euro è crollato in modo disastroso per essere negoziato a 1,0823, per poi recuperare fino a raggiungere i massimi a quota 1,1271, e chiudere la settimana a quota 1,1148. Durante la sessione asiatica, l’euro ha guadagnato 8 punti, raggiungendo quota 1,1156.
Dopo i dati sull’occupazione di febbraio, risultati migliori del previsto, il prossimo annuncio del Fomc è un argomento molto dibattuto tra gli economisti e gli strateghi.
Anche se in pochi si aspettano che durante questo incontro la Federal Reserve modificherà i tassi, le aspettative che gli eventi all’estero avrebbero frenato l’intenzione del Fomc di aumentare i tassi si sono ridotte a fronte del miglioramento dei fondamentali. Se il FOMC dovesse concludere che l’economia degli Stati Uniti è prossima all’equilibrio, i mercati probabilmente reagiranno scontando un innalzamento dei tassi a giugno. Questa settimana, il dollaro si dirige verso quota 96.23, muovendosi in netto ribasso.
Per quanto concerne gli eventi di questa settimana, la Banca del Giappone concluderà la sua riunione nella giornata di martedì, un giorno prima del vertice della Fed. Tuttavia, è probabile che l’incontro della banca centrale nipponica passerà in secondo piano, anche se il calendario economico è in fase di ribasso. La Banca Centrale Europea ha comunicato il suo impegno a “fare tutto il necessario” e ha sorpreso i mercati con un maggiore allentamento monetario.
La Bce ha abbassato di 10 punti base il tasso sui depositi e il tasso di rifinanziamento, portandoli rispettivamente a -0.40 % e 0%. Francoforte ha, inoltre, aumentato l’acquisto di asset da 60 a 80 miliardi di euro al mese, e ha deciso di includere i titoli delle imprese non finanziarie, purché con rating a livello di investimento, nei suoi acquisti mensili al fine aumentare la liquidità del mercato obbligazionario.
Inizialmente, i mercati hanno gradito, con l’euro che si è mosso in ribasso fino a quota 1,08. Tuttavia, mentre Mario Draghi teneva il suo discorso, la moneta unica europea è ritornata a quota 1,12. Questa mattina, l’euro ha mantenuto i guadagni, attestandosi a quota 1,118. I mercati hanno colto le dichiarazioni di Draghi, secondo cui la Bce non “prevede che sarà necessario ridurre ulteriormente i tassi”. Questo commento è molto diverso dal precedente, “Faremo tutto ciò che sarà necessario”.
Quindi, proprio come per la Banca del Giappone, nemmeno questa nuova serie di misure espansive della Bce ha avuto l’effetto desiderato. Un fattore che la BoJ può constatare dalla Bce è come l’ultimo pacchetto di allentamento quantitativo possa fungere da incentivo per le banche affinché aumentino i prestiti alle famiglie e alle imprese. La BCE ha dichiarato che pagherà le banche perché concedano prestiti. A partire dal mese di giugno, le banche potranno prendere in prestito, mediante aste, fino a 1,7 trilioni di euro. In due anni, la BCE pagherà loro lo 0,4 % sui prestiti se li avranno aumentati di almeno il 2,5 %.
Un ostacolo è costituito dalla domanda. In Giappone come in Europa, le banche sono più che felici di concedere prestiti, ma non c’è abbastanza interesse da parte di famiglie e imprese nel contrarre mutui. In Giappone, il rapporto tra i prestiti e i depositi presso le megabanche si aggira attorno al 65% soltanto. Lo yen inizierà questa’importantissima settimana assestandosi a quota 113,7, intorno al margine superiore della gamma di oscillazione. Negli ultimi tre anni, la BoJ è stata impegnata nella difficile missione di abbattere la deflazione e la stagnazione dell’inflazione e della crescita della produzione. La banca centrale nipponica non ha raggiunto nessuno dei due obiettivi, ed i dati del mese scorso non hanno fatto altro che confermare questo esito.
Il calendario di questa settimana prevede, infine, le riunioni della Banca Nazionale Svizzera e della Banca d’Inghilterra; ci si aspetta che nessuna delle due banche centrali prenda dei provvedimenti di politica monetaria.