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L’aumento dei tassi di interesse peserà fortemente sul mercato del petrolio

Da
Barry Norman
Aggiornato: Dec 2, 2015, 16:33 GMT+00:00

Questa mattina il WTI scende a 41,59, in ribasso di 26 centesimi, mentre il Brent cede solamente quattro i centesimi scivolando a 44,26: evidentemente i

L’aumento dei tassi di interesse peserà fortemente sul mercato del petrolio

L'aumento dei tassi di interesse peserà fortemente sul mercato del petrolio
Questa mattina il WTI scende a 41,59, in ribasso di 26 centesimi, mentre il Brent cede solamente quattro i centesimi scivolando a 44,26: evidentemente i trader non hanno approfittato del calo del dollaro USA. Dopo che per nove settimane consecutive si sono registrati incrementi di scorte, per questa settimana si prevedeva una modesta contrazione pari a 900.000 barili, ma tali aspettative sono andate a cozzare con i dati contenuti nel rapporto dell’API, che registra un forte incremento – pari a 1,6 milioni di barili – per la 10ª settimana consecutiva. Il mercato continua a cedere terreno, e intanto i ministri dell’Opec si preparano in vista della riunione del gruppo che, stando alle previsioni, si asterrà ancora una volta dal tagliare la produzione. La maggior parte dei titoli asiatici guadagna terreno, insieme al Nichel e all’alluminio, mentre il ringgit malese si rafforza.

Il barile continua a perdere valore: l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio sembra non curarsi dell’eccesso di offerta globale continuando a produrre oltre gli obiettivi prefissati nel tentativo di difendere le proprie quote di mercato. Martedì il petrolio ha ceduto leggermente terreno in seguito alle dichiarazioni del Ministro del Petrolio Saudita, che non si sbilancia rispetto ai risultati dell’imminente riunione dell’Opec.

“Ci confronteremo… e poi decideremo” ha dichiarato ai giornalisti il ministro del petrolio Saudita Alì el Naimi al suo arrivo a Vienna, in vista della riunione di venerdì che si terrà nella capitale austriaca.

Il cartello con ogni probabilità manterrà gli attuali livelli di produzione nonostante l’eccesso di offerta globale, con il principale esponente dell’Opec, l’Arabia Saudita, determinato a mantenere le proprie quote di mercato contrastando la forte concorrenza dalla produzione di scisto negli USA.

In vista della riunione dell’Opec, nel corso della quale probabilmente l’Iran annuncerà un programma di espansione della produzione, il mercato del petrolio probabilmente avanzerà in direzione laterale. L’Iran, uno dei 12 membri dell’Opec, dovrebbe aumentare le esportazioni di petrolio dopo il ritiro delle sanzioni dei paesi occidentali come conseguenza di un accordo raggiunto nel mese di luglio con le principali potenze mondiali. Le sanzioni avevano ridotto la produzione di petrolio iraniano, ma gli analisti sostengono che il ritorno sul mercato andrà ad aggiungersi all’eccesso di offerta globale.

La scorsa settimana il ministro degli esteri iraniano Abbas Araghchi ha dichiarato che l’accordo inizierà a produrre i primi effetti a inizio gennaio, quando Teheran avrà tenuto fede ai propri impegni. Il petrolio, dai 100$ il barile raggiunto a metà 2014, ha subito un vero crollo.

Sembra che nulla possa convincere l’Arabia Saudita a tagliare la produzione: lo scorso anno il paese arabo ha tentato in ogni modo di mettere in ginocchio la produzione di scisto negli Stati Uniti, costringendo gli altri principali concorrenti come la Russia a ridurre le attività di esplorazione e gli investimenti in ricerca e sviluppo.

Seeking Alpha si chiede “se la decisione imminente della Federal Reserve di aumentare i tassi di interesse avrà un maggior impatto sul prezzo del petrolio. Se ciò avverrà, come ampiamente previsto, provocherà un apprezzamento del dollaro USA e un ulteriore ribasso sul mercato del petrolio. Con i livelli di produzione già scontati sul mercato, potrebbe essere il principale catalizzatore di un eventuale ribasso significativo sul mercato del petrolio”.

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