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L’art. 50 del TUE e la sterlina, le elezioni nei Paesi Bassi e l’euro

Da
Bob Mason
Pubblicato: Mar 13, 2017, 14:50 GMT+00:00

La settimana è ricca di eventi, specialmente nella seconda metà, quando la Fed, la Banca del Giappone, la Banca d'Inghilterra e la Banca Nazionale

L’art. 50 del TUE e la sterlina, le elezioni nei Paesi Bassi e l’euro

La settimana è ricca di eventi, specialmente nella seconda metà, quando la Fed, la Banca del Giappone, la Banca d’Inghilterra e la Banca Nazionale Svizzera terranno le loro riunioni e annunceranno le misure di politica monetaria. Per quanto riguarda i dati macroeconomici, la giornata di oggi è, invece, abbastanza tranquilla. L’unico evento di rilievo è costituito dagli interventi di Draghi e di altri membri della Bce: Lautenschläger, Constancio e Praet.

Tali discorsi dovrebbero richiamare una certa attenzione, specialmente se si considera come sia piuttosto inusuale che tanti membri della Bce rendano delle dichiarazioni nello stesso giorno.

La conferenza stampa della Bce della scorsa settimana è stata seguita dalle notizie secondo cui il Consiglio direttivo ha discusso dell’innalzamento dei tassi di interesse. Ciò lascia intendere che una manovra restrittiva, prima della conclusione del programma di acquisto di titoli, è più probabile. Gli interventi dei membri e del presidente della Bce previsti nella giornata di oggi potrebbero rappresentare un’occasione per smentire o confermare le voci, fornendo ai mercati delle indicazioni sulle future mosse dell’Eurotower. L’euro ha già reagito alle voci diffuse nella giornata di venerdì, toccando gli 1,07$ prima dell’apertura della sessione europea.

I mercati presteranno attenzione ai discorsi di tutti i membri della Bce, ma quello di Draghi sarà certamente il più influente perché, di norma, gli interventi del presidente muovono l’euro in ribasso.

Per quanti puntano sul rialzo del dollaro in cerca della parità, con un tale cambiamento nella considerazione della politica monetaria della Bce, la previsioni economiche del Fomc di questa settimana dovranno sperimentare una discreta correzione in positivo affinché si produca una mossa prima delle elezioni presidenziali in Francia, con una vittoria di Le Pen sempre meno probabile a prestare fede ai sondaggi.

Sebbene abbiano parecchi dati da considerare con riguardo all’euro, i mercati si concentreranno sulle elezioni nei Paesi Bassi, sulla Turchia e sulla Brexit.

La Brexit

La Camera dei Comuni dovrebbe respingere le condizioni aggiuntive proposte dalla Camera dei Lord. Il voto dovrebbe avere luogo dopo un dibattito sugli emendamenti nella prima parte della sessione europea. Ammesso che le modifiche vengano respinte, la Camera dei Lord dovrà esprimersi a favore o contro il voto dei Comuni nelle giornate di martedì o mercoledì’.

La ribellione dei lord, che ha portato agli emendamenti alle condizioni proposte dalla primo ministro May sull’attivazione dell’art. 50 dl TUE, pare stare scemando. Vi è sempre da considerare la minaccia di elezioni anticipate avanzata dal Partito Conservatore. La consultazione cadrebbe al momento giusto per una serie di ragioni: le difficoltà in cui si trova il Partito Laburista, il processo di autodistruzione del Partito Conservatore, con alcuni membri  che intendono inserire nelle proposte elettorali la promessa di spogliare la Camera dei Lord dei suoi poteri, una più che probabile vittoria dei conservatori. Tutti fattori di cui i lord devono tenere conto.

Qualora le proposte dei lord venissero bocciate nella giornata di oggi, la sterlina dovrebbe trovare supporto. La navetta tra camera alta e camera bassa non ritarderebbe soltanto l’applicazione dell’art. 50 da parte del governo, ma peserebbe anche sulla sterlina. I mercati si aspettano, infatti, che il Regno Unito avvii la procedura di recesso dall’UE in questa settimana.

I Paesi Bassi, le elezioni e la Turchia

Nei Paesi Bassi sale la tensione in vista delle elezioni di mercoledì. Il governo olandese ha negato a dei ministri turchi la partecipazione a un comizio di loro connazionali emigrati e ha vietato la manifestazione. Il primo ministro turco ha dichiarato che vi saranno delle ritorsioni. Erdogan ha affermato che i Paesi Bassi si comportano come una “repubblica delle banane”, mentre il primo ministro olandese Rutte ha formalmente chiesto le scuse del suo omologo turco, che aveva definito “nazisti” gli Olandesi. L’Aja ga ottenuto il pieno appoggio di Berlino, mentre i governi europei si dichiarano sempre più preoccupati per la democrazia in Turchia. Infine, la primo ministro danese ha rinviato un incontro con Erdogan.

Il governo di Ankara ha minacciato ritorsioni, cercando di guadagnare il consenso degli emigrati turchi per il referendum costituzionale del 16 aprile. La consultazione è intesa a decidere del passaggio della Turchia da repubblica parlamentare a presidenziale, con tutto il potere nelle mani di Erdogan.

Difficilmente la crisi tra Paesi Bassi e Turchia inciderà sulle possibilità di vittoria di Rutte alle elezioni di mercoledì. I comizi degli immigrati turchi sono stati autorizzati esclusivamente in Francia.

Il Partito della Libertà di Wilders intende “deislamizzare” i Paesi Bassi e indire un referendum sull’appartenenza del paese all’Unione Europea.

Attualmente, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia di Rutte è in testa nei sondaggi, ma la distanza da Wilders è ridotta. L’esito delle elezioni dipenderà dalla capacità di Rutte di ottenere l’appoggio degli altri partiti per formare una maggioranza di coalizione.

Ancora non  è chiaro chi appoggerà Rutte e chi Wilders, ma, a quanto pare, il Partito della Libertà dovrebbe riscuotere scarsi consensi.

I mercati non sono eccessivamente preoccupati dalle elezioni: considerato il costante declino subito da Wilders dall’inizio dell’anno, si attende, infatti, una vittoria di Rutte.

I sondaggi hanno spesso sorpreso i mercati e la crisi con la Turchia gioca certamente a favore di Wilders. I mercati seguiranno lo spoglio con attenzione, perché un’inattesa vittoria di Wilders rafforzerebbe i partiti populisti alle prossime elezioni in Francia e Germania. Una vittoria del fronte populista in tre Stati membri fondatori dell’UE sarebbe una catastrofe per le istituzioni europee, per la Bce e per i mercati.

I risultati elettorali saranno noti nella mattinata di giovedì, prima dell’apertura dei mercati europei. Tuttavia, il processo di formazione della coalizione potrebbe essere lungo: più dura, più potrebbe pesare sull’euro.

Alla redazione di questo articolo, la coppia GBP/USD guadagna lo 0,42% salendo a 1,22177$, mentre l’euro rimane invariato sul dollaro, muovendosi in ribasso dagli 1,07$ durante la sessione europea. Dopo essersi deprezzato sui mercati asiatici, il dollaro recupera, con l’indice spot che risale dal minimo intragiornaliero di quota 101,01 a quota 101,27, guadagnando lo 0,02%.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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