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La voce della Bce sull’Italia

Da
Lorenzo Cuzzani
Pubblicato: Sep 23, 2016, 15:19 GMT+00:00

Nel bollettino mensile della Bce c’è spazio anche per il Bel Paese. Questa volta da Francoforte plaudono l’operato italiano, con particolare riferimento

La voce della Bce sull’Italia

Nel bollettino mensile della Bce c’è spazio anche per il Bel Paese.

Questa volta da Francoforte plaudono l’operato italiano, con particolare riferimento al Jobs Act: “La riforma del mercato del lavoro introdotta in Italia nel 2015 ha contribuito al rinnovato dinamismo dell’occupazione nel Paese negli ultimi trimestri. In Italia è stata registrata negli ultimi quattro trimestri un’accelerazione” dell’occupazione, nonostante sia da sottolineare come il contributo offerto dalla Penisola alla ripresa dell’occupazione nell’area euro sia inferiore ad altre realtà, come per esempio Spagna e Germania.
Il bollettino continua, affermando che “si attende che la ripresa economica proceda a un ritmo moderato ma costante. La domanda interna continua a essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all’economia reale. Le favorevoli condizioni finanziarie e il miglioramento delle prospettive della domanda e della redditività delle imprese seguitano a promuovere la ripresa degli investimenti”.

Non è oro tutto quello che luccica, ma sembra che l’Italia stia piano piano riconquistando quella fiducia comunitaria che spesso le è mancata, anche attraverso la risposta positiva dei mercati e l’operato di rilievo delle imprese.

È opportuno non sottovalutare il fatto che la crescita, seppur moderata, sia “costante”. Tale contingenza sembra delineare l’affrancamento da quello stallo economico perdurante che ha affossato il Paese negli ultimi anni.

Giova però ricordare come le previsioni sul Pil tricolore diffuse dal Presidente della Bce, Mario Draghi, corrispondano a valori che raggiungono l’1,7% nel 2016 e a proiezioni dell’1,6% nel biennio successivo.

Numeri sicuramente insufficienti per una crescita profonda, la cui origine è dovuta anche alla altalenante domanda estera, caratteristica comune dell’area euro, che è così stigmatizzata dalla Bce: “ci si aspetta che la ripresa economica nell’area sia frenata dalla persistente debolezza della domanda estera, parzialmente connessa all’incertezza in seguito all’esito del referendum nel Regno Unito, nonché dagli aggiustamenti di bilancio necessari in diversi settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali”.

La formula per una miglioramento del quadro economico-finanziario tricolore è tutta in un’affermazione dell’Eurotower su diversi Paesi dell’area euro che hanno tratti assolutamente identici al Bel Paese: “occorre compiere ulteriori sforzi di risanamento, soprattutto nei paesi con debito pubblico elevato. Questi paesi sono particolarmente vulnerabili a un aumento dell’instabilità nei mercati finanziari o a una risalita dei tassi di interesse”.

La soluzione comunitaria prospettata è quella del maggior sacrificio, ma non è tutto, perché da Francoforte sono convinti che “la piena conformità al Patto di stabilità e crescita sarebbe di supporto ai paesi nella correzione degli squilibri di bilancio, guidandoli in tal modo verso una traiettoria di indebitamento adeguata”.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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