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La trilogia della paura: Fomc, Banca del Giappone, Brexit

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 16, 2016, 08:15 GMT+00:00

Sempre più domandato come valuta rifugio, lo yen continua a muoversi in rialzo. Dopo la decisione della Banca del Giappone, la coppia USD/JPY viene

La trilogia della paura: Fomc, Banca del Giappone, Brexit

Sempre più domandato come valuta rifugio, lo yen continua a muoversi in rialzo. Dopo la decisione della Banca del Giappone, la coppia USD/JPY viene negoziata a quota 104,78. Contro l’euro, lo yen viene scambiato a quota 118,03. Il nervosismo del mercato continua a muovere lo yen, ostacolando i piani di ripresa economica del primo ministro Abe. Con le riunioni del Fomc e della Banca del Giappone, il referendum sulla Brexit è l’evento principale che sta influendo sull’andamento dei mercati. Tuttavia, il voto britannico è decisamente più determinante di qualsiasi misura possa essere presa dalle banche centrali di Stati Uniti e Giappone. L’esito del referendum sulla Brexit potrebbe, infatti, produrre conseguenze sul Regno Unito e l’Eurozona, che si allargherebbero all’Asia e alle Americhe. La paura dell’ignoto supera di gran lunga le possibilità reali. A ogni pubblicazione di sondaggio, i trader prendono una direzione diversa. Nella mattinata di giovedì, la sterlina viene negoziata a quota 1,4188, perdendo 21 punti contro un dollaro in ribasso.

Secondo il The Strait Times, nella giornata di giovedì, la Banca del Giappone, ancorata alla sua visione ottimistica dell’economia, ha mantenuto la politica monetaria invariata, sebbene il costante rialzo dello yen e il declino del prezzo dei titoli minaccino di far calare la fiducia delle imprese e di far deragliare una fragile ripresa dell’economia.

Tuttavia, la Banca del Giappone ha offerto una visione leggermente più pessimistica rispetto ad aprile circa le previsioni dell’inflazione al consumo, affermando che la variazione annuale dell’indice dei prezzi al consumo potrebbe essere lievemente negativa o prossima allo zero. La Banca del Giappone continua a promettere di aumentare la base monetaria, ossia il circolante e i depositi, a un ritmo annuale di 80 trilioni di yen. La banca centrale nipponica ha, inoltre, mantenuto il tasso di interesse negativo che applica a parte delle riserve in eccesso, depositate dagli istituti finanziari, al -0,1%.

La presidente della Fed, Janet Yellen, ha definito l’imminente voto nel Regno Unito sul recesso dall’Unione Europea come uno dei fattori che hanno portato la banca centrale degli Stati Uniti a mantenere i tassi invariati. La Fed ha, inoltre, fatto riferimento al minore incremento dell’occupazione e a misure di mercato per la compensazione dell’inflazione.

Su scala globale, investitori nervosi si sono diretti sui debiti sovrani in cerca di beni rifugio, spingendo i rendimenti dei titoli di diversi governi ai minimi storici.

In Asia, il kiwi si è mosso in rialzo, raggiungendo quota 0,7078 dopo la pubblicazione dei dati sul Pil del primo trimestre, risultati migliori delle aspettative. Nel primo trimestre del 2016, la crescita della Nuova Zelanda si è lievemente ridotta, pur continuando a superare le previsioni degli economisti. Secondo i dati pubblicati da Statistics New Zealand nella giornata di giovedì, nei tre mesi terminati a marzo, il Pil è aumentato dello 0,7% su base trimestrale a fronte di una crescita dello 0,9% nel quarto trimestre del 2015. Il Pil registra una crescita del 2,8% rispetto al primo trimestre dello scorso anno e del 2,3% rispetto al trimestre precedente.

Nel suo documento sulla politica monetaria per il mese di giugno, la Reserve Bank of New Zealand afferma di aspettarsi una crescita del Pil intorno al 3% nei prossimi due anni e prevede che, nel primo trimestre, l’espansione sarà dello 0,6%.

In Australia, dopo la pubblicazione di dati sull’occupazione diversi tra loro, con ampie correzioni rispetto alle letture del mese precedente, l’Aussie si è mosso in ribasso di 12 punti, senza venire minimamente sostenuto dal deprezzamento del dollaro. Il dollaro australiano viene negoziato a quota 0,7397. La causa principale di questo ribasso è nella realizzazione che i nuovi posti di lavoro sono unicamente nell’occupazione part time. Il lavoro a tempo pieno è, invece, rimasto invariato su base mensile, dopo il declino registrato ad aprile. Secondo l’Ufficio Nazionale di Statistica australiano, l’occupazione a tempo pieno è aumentata rispetto ai deludenti dati più recenti. Dopo l’annuncio della Banca del Giappone, il dollaro australiano ha toccato i minimi degli ultimi quattro anni contro lo yen, venendo negoziato a quota 77,28.

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