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La riunione del Fomc influenza i mercati valutari

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 27, 2016, 11:28 UTC

Nella giornata di martedì, l'euro si è mosso in ribasso, poiché l’attenzione dei trader si è spostata su asset a più alto rischio come l’oro e il franco

La riunione del Fomc influenza i mercati valutari

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Nella giornata di martedì, l’euro si è mosso in ribasso, poiché l’attenzione dei trader si è spostata su asset a più alto rischio come l’oro e il franco svizzero. Nella mattinata di mercoledì, l’euro si è attestato a quota 1,0864. Gli eventi in calendario per oggi sono pochi e comunque non è prevista la pubblicazione di nessuno dato in Europa. Ciò che ha scosso i mercati è stato l’andamento molto altalenante dei prezzi del greggio. Il Wti e il Brent hanno sperimentato un rialzo del 6% durante la giornata ed entrambi sono stati negoziati ai loro valori più alti registrati recentemente, dopo il ribasso subito durante la sessione asiatica cui ha fatto seguito un’inversione della tendenza, provocata dai trader che hanno ritirato i profitti. Non essendo sicuri di cosa aspettarsi durante la mattinata, i trader hanno deciso di muoversi verso asset sicuri e hanno prestato scarsa attenzione all’iniziale innalzamento del prezzo del petrolio. Con i trader che si sono diretti sull’oro, lo yen ha perso 27 punti contro il dollaro. L’oro è negoziato a quota 1122 in un clima di avversione al rischio.

Il recupero di Wall Street è stato costante anche grazie all’aumento dei prezzi del petrolio, determinato dalla speranza di un taglio della produzione da parte dei membri dell’Opec e dei produttori che non fanno parte del cartello petrolifero. L’indice S&P ha guadagnato 25,50 punti attestandosi a quota 1896,25 mentre il Nasdaq ha recuperato 43,50 punti per attestarsi a quota 4229,88. L’indice con i migliori risultati è stato il Dow, che ha guadagnato 269 punti portandosi a quota 16156,79.

In vista della riunione del Fomc e della pubblicazione dei risultati di Apple, Wall Street ha chiuso in rialzo, mossa da utili fortemente positivi, da dati economici stabili e dall’aumento dei prezzi del petrolio.

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Il prezzo del greggio è salito del 4% grazie alla speranza che i membri dell’Opec e i produttori che non fanno parte dell’organizzazione trovino una via comune per frenare l’eccesso di offerta di petrolio.

Gli investitori sono ancora in fase di ripresa da questo turbolento inizio d’anno, che ha visto Wall Street riportare una delle partenze peggiori di sempre.

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Il dollaro si è inizialmente mosso in ribasso, per poi rimanere stabile a quota 99,21 per la maggior parte della giornata. Il franco svizzero si è apprezzato di 59 punti attestandosi a quota 1,0192. La sorpresa più grande è venuta dai trader che hanno puntato sulla sterlina, determinando un apprezzamento della valuta britannica di 100 punti, portandola a quota 1,4346. Nella sessione precedente, la sterlina si era mossa in ribasso per via delle dichiarazioni di Marc Carney in Parlamento.

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Lo scorso martedì, il governatore della banca di Inghilterra, Marc Carney, aveva infatti dovuto affrontare le perplessità e i dubbi della commissione parlamentare del Tesoro relativamente agli ultimi dati rilasciati dalla BoE concernenti i rischi sulla stabilità finanziaria, tra cui la rapida crescita degli acquisti di immobili da affittare.

Negli ultimi decenni, settore privato degli affitti nel Regno Unito ha conosciuto una espansione. A partire dal 2001, il numero di cittadini che vive in appartamenti in affitto da privati si è più che duplicato, portando la stima del totale dei proprietari di appartamenti in affitto tra gli 1,4 e i 2 milioni.

Se il numero dei proprietari che acquistano case senza necessità di accendere il mutuo aumenta, anche i prestiti richiesti da chi compra per affittare la proprietà sono in rialzo. In base ai dati forniti dalla BoE, durante il terzo trimestre del 2015, il numero dei prestiti per l’acquisto di abitazioni da affittare era circa il 14,5% del totale dei nuovi mutui, con una crescita dell’8,8% rispetto allo stesso periodo nel 2007.

Carney ha, inoltre, minimizzato i rischi di un fallimento delle banche come risultato delle turbolenze finanziarie in atto, affermando che l’Inghilterra si trova in una posizione di maggiore forza rispetto alla crisi del 2007-08.

“Quanto sta succedendo ora altro non è che un netta variazione dei prezzi di una vasta gamma di asset, una variazione delle aspettative di crescita di uno dei continenti più grandi al mondo (l’Asia) con significative ricadute per le economie mondiali, e un deciso incremento della volatilità del mercato” ha concluso Carney.

Oggi, la maggior parte delle tendenze negative e la corsa verso asset sicuri è derivata dal crollo subito dalle borse cinesi nella mattinata di martedì. I mercati cinesi si sono mossi drammaticamente in ribasso dopo che, nella giornata di martedì, l’indice di riferimento della Borsa di Shanghai ha toccato il livello più basso registrato in 13 mesi. Ciò, unito a una nuova caduta dei prezzi del petrolio e ai dati non soddisfacenti relativi alla domanda di energia, ha accresciuto i timori di investitori già preoccupati del rallentamento della crescita economica del continente.

Il crollo si è verificato nonostante l’intervento della Banca Popolare Cinese che, nella giornata di martedì, ha immesso sul mercato valutario circa 440 miliardi di yuan attraverso operazioni di vendita con patto di riacquisto. La più grande iniezione di liquidità vista negli ultimi 3 anni.

L’indice Shanghai Composite è sceso del 6,42% (188,72 punti) per attestarsi a quota 22749,79, una delle chiusure più basse registrate dagli inizi di dicembre 2014. Le perdite si sono susseguite a ritmo sostenuto una volta che l’indice ha toccato il livello di 2850, un’area di supporto chiave raggiunta durante  le massicce vendite di agosto, causate almeno in parte dalla svalutazione dello yuan.

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