Il greggio sembra essere intenzionato a chiudere il mese su una nota rialzista. Venerdì i mercati energetici e i titoli azionari si muovono in rialzo
Il greggio si muove in rialzo ad inizio sessione invertendo la sua rotta nel corso della giornata, tuttavia, i prezzi attuali hanno aperto le porte ad un possibile rialzo del combustibile. Il greggio chiude la settimana al di sopra dei 33$. Lunedì il mercato amplia la sua ascesa nel commercio asiatico; il greggio WTI guadagna 17 centesimi ed É negoziato a 32,95$ mentre il Brent posta un rincaro di 42 centesimi per attestarsi su quota 35.58$.
Venerdi Wall Street cancella i precedenti guadagni postando un forte ribassi sulla scia del rialzo del greggio. tuttavia i tre indici principali chiudono in rialzo per la seconda settimana consecutiva.
I benchmark hanno aperto in territorio positivo sulla scia delle previsioni di un miglioramento dei tassi crescita del quarto trimestre e un rialzo dei prezzi del greggio. Tuttavia, le scorte hanno subito la pressione delle dichiarazioni governative che hanno mostrato come il tasso di inflazione a lungo termine sia raddoppiato nel mese di gennaio raggiungendo l’1,3%, avvicinandosi all’obbiettivo fissato dalla Federal Reserve al 2% incrementando cosi la possibilità di assistere ad un ulteriore incremento dei tassi di interesse da parte della Fed.
Gli analisti si aspettavano una revisione al ribasso dichiarando che l’aumento del PIL é stato probabilmente dettato da un inaspettato incremento delle scorte. Tale scenario potrebbe suggerire come le aziende siano rimaste bloccate con beni invenduti maggiori del previsto, mostrando una forte revisione in ribasso delle importazioni. La spesa dei consumatori si é ridotta perdendo l’influenza esercitata dalle scorte, tuttavia, le vendite reali finali rimangono invariate.
Venerdì i prezzi del greggio si muovono nuovamente in ribasso, chiudendo la settimana in rialzo poiché i trader continuano a sperare in una riduzione della produzione mondiale. I prezzi si sono mossi in rialzo per la maggior parte della sessione sulla scia dei brillanti numeri economici rilasciati dagli Stati Uniti e della rinnovata speranza di vedere i principali produttori di greggio raggiungere un accordo volto a ridurre la fornitura globale.
Giovedì il ministro del petrolio del Venezuela, Eulogio Del Pino, ha dichiarato che quattro paesi produttori di petrolio: Venezuela, Russia, Arabia Saudita e Qatar si incontreranno di nuovo a metà marzo per cercare di stabilizzare il mercato.
Nelle ultime due settimane il greggio ha mostrato una forte volatilità poiché gli investitori hanno valutato le prospettive del possibile accordo annunciato dai quattro produttori, accordo che prevede un blocco della produzioni ai livelli di gennaio. Tuttavia l’Iran ha dichiarato di voler aumentare la sua produzione e di essere intenzionato a raggiungere i livelli antecedenti le sanzioni occidentali, inoltre, l’Arabia Saudita ha escluso la possibilità di apportare un vero e proprio taglio della produzione.
I dati rilasciati da Baker Hughes hanno mostrato come il numero degli impianti di estrazione del petrolio attivi negli Stati Uniti sia sceso per la decima settimana consecutiva postando i minimi degli ultimi 6 anni. Venerdì gli impianti perdono 13 unità per attestarsi su quota 400. Nel complesso la settimana é stata piuttosto positiva per i prezzi del greggio, con il WTI in prossimità dei 33$.
La costante debolezza dei prezzi energetici continua a gravare sulle aziende mondiali. Gli analisti della Golman Sachs hanno stimato che la produzione di energia per il 2016 potrebbe postare un calo di 355,000 barili giornalieri. In una nota rilasciata la scorsa settimana, gli analisti hanno mostrato come, per poter riportare un equilibrio nel mercato, sia necessario un calo di 400,000-500,000 barili giornalieri.