L'attenzione del mercato valutario è tutta concentrata sulle turbolenze dell'economia cinese della scorsa settimana. Nella mattinata di oggi, l'andamento
Dall’inizio del nuovo anno, lo yuan si è già mosso in ribasso. Goldman Sachs, in una nota pubblicata nella giornata di lunedì, sostiene che la valuta cinese è destinata a un “significativo” deprezzamento nel corso dell’anno. Secondo le previsioni, il dollaro raggiungerà i 7,0 yuan per la fine dell’anno, in rialzo rispetto al cambio attuale a quota 6,5807.
Secondo Goldman Sachs, ciò “riflette la combinazione di due possibilità. Da una parte, è probabile le autorità cinesi siano soddisfatte da un modesto deprezzamento (circa il 2,5%, in base alle nostre previsioni) contro il paniere Cfets (China Foreign Exchange Trade System). Dall’altra, nel corso del 2016, il dollaro potrebbe muoversi ulteriormente in rialzo contro altre valute.”
La tensione sui mercati cinesi pesa sulle altre divise, con lo yen che continua ad apprezzarsi grazie agli acquisti di valute rifugio. Oggi, il volume di trading sulle piazze asiatiche è ridotto dalle festività in Giappone, ove si celebra la Giornata della Maggiore Età. Lo yen viene negoziato a quota 117,41 contro il dollaro e a quota 128,11 contro l’euro. Nella giornata di venerdì, euro e yen si sono mossi in forte rialzo, avendo potuto approfittare dell’incremento delle coperture short, dovuto a un aumento dell’avversione al rischio che ha pesato sulle valute legate alle materie prime, come il dollaro australiano.
Gli investitori attendevano ansiosamente il tasso di cambio dello yuan, al fine di capire se la Banca Popolare Cinese avrebbe permesso un suo ulteriore deprezzamento, così aumentando la pressione sulle altre valute asiatiche e provocando il rialzo dello yen. Stranamente, nella giornata di giovedì, l’euro è stata una delle poche valute a superare quella valuta rifugio che è lo yen. La moneta unica europea è, infatti, rimbalzata dal minimo degli ultimi otto mesi e mezzo di quota 126,79 a quota 128,50. La fragile ripresa dell’Europa deve fronteggiare la duplice sfida rappresentata dal declino delle esportazioni e da un’inflazione preoccupantemente bassa, ancora fissa allo 0,2% a dicembre, nonostante tutte le misure attuate dalla Bce.
Durante la prima settimana del nuovo anno, la coppia EUR/USD è stata caratterizzata da notevole volatilità. Nella giornata di giovedì, il cambio si è mosso in forte rialzo, raggiungendo i 150 punti e superando quota 1,09. L’euro ha beneficiato di diversi dati positivi giunti sull’Eurozona e sulla Germania, la prima potenza economica del blocco regionale. La variazione della disoccupazione nell’Eurozona è scesa al 10,5%, segnando la terza diminuzione consecutiva e superando le previsioni del 10,7%. In Germania, gli ordinativi industriali hanno registrato un netto incremento dell’1,5%, mentre le vendite al dettaglio sono aumentate dello 0,2%, segnando la prima crescita in quattro mesi. Nella mattinata di oggi, l’euro viene negoziato a quota 1,0913, in ribasso di 13 punti a causa della continua ricerca di valute rifugio da parte dei trader.
Le perduranti problematiche dell’economia cinese hanno pesato sulle valute legate alle materie prime, come l’Aussie e il kiwi che, nella mattinata, hanno seguito tendenze differenti. L’AUD ha guadagnato 25 punti, rimbalzando dai minimi recenti a quota 0,6977. Il kiwi ha perso 12 punti, scendendo a quota 0,6532 a seguito dei dati sulle licenze edilizie, risultati inferiori alle previsioni.