Prosegue il lavoro del Governo per presentare una legge di stabilità che vanti una credibilità trasversale. Per rispondere ad un’esigenza di questo tipo,
Prosegue il lavoro del Governo per presentare una legge di stabilità che vanti una credibilità trasversale.
Per rispondere ad un’esigenza di questo tipo, si è deciso di strutturare la manovra in quattro parti, quattro capitoli, anche per meglio chiarire meglio ogni area tematica affrontata, considerando anche il valore della stessa stimato, tra i 27 e i 30 miliardi di euro.
Il primo capitolo sembrerebbe essere “Italia Forte”, il cui intervento dall’eco maggiore potrebbe essere la riduzione fiscale applicata in più settori, seguito da “Italia Semplice”, il cui slogan reciti “pagare meno pagare tutti”, un’ovvia ratio dalla sempre meno ovvia applicazione; troviamo poi il capitolo “Italia Orgogliosa”, la cui enfasi richiama sentimenti di magnificenza concretizzati dall’assunzione di 500 professori universitari e la coerenza logico-concettuale di “Italia Giusta”, per cui saranno stanziate risorse contro la povertà infantile.
Il tavolo tecnico non si ferma alle misure di cui sopra, ma si arricchisce di ulteriori che ancora sono in fase di progettazione, come quelle relative alla materia del lavoro part time per gli over 63 e sul calo dell’Ires: entrambe avrebbero la conseguenza di stimolare l’adozione di mini criteri di flessibilità e di incentivare lo sforzo sugli investimenti, sempre che il budget previsto tocchi l’asticella dei 100 milioni di euro.
Per meglio comprendere la manovra 2016, è utile porre l’attenzione sul target all’origine della stessa, individuato nel taglio delle tasse come volano di ripresa economica e punto di partenza o di ripartenza per lo sviluppo.
Qui si buttano le basi per creare un ponte che costituisca un continuum con le riforme precedenti, come per esempio il bonus degli 80 euro mensili e gli sgravi Irap, in un’ottica di espansione dell’economia e quindi del PIL italiano, oltre che di creazione di nuove opportunità in tutti i settori.
Nel dettaglio, è bene osservare il carattere di completezza dei tagli in questione.
Innanzitutto, saranno eliminate le imposte sulle prime case, da sempre vere e proprie tasse creative e dal carattere di patrimoniale obbligatoria ma dalla natura inesistente; in secondo luogo, si procederà abolendo le imposte sugli immobili agricoli e sugli imbullonati, consentendo al settore di risollevarsi da una duplice tassazione.
Interessante è il pacchetto riservato alle imprese: è previsto immediatamente il maxi ammortamento sugli investimenti che sarà seguito dalla riduzione dell’Ires nel 2016, invece che nel 2017, come inizialmente pensato.
Capitolo pensionati: è disciplinata in maniera più favorevole la no-tax area, quella quota di reddito facente parte del regime Irpef, che conoscerà un aumento.
In più, ma non solo per la categoria di cui sopra, ma per tutti, vi sarà la cancellazione di Tasi e Imu, coinvolgendo anche gli immobili di lusso, con risparmi medi, secondo la Uil, di 180 euro per le abitazioni “normali” e di oltre 2.700 euro invece per ville, castelli e casali.
L’orientamento della manovra sembra quello della concessione di un respiro più ampio a livello impositivo, così da poter stimolare i consumi, motore dell’economia reale e quindi del Paese.
Aspettando il parere di Bruxelles e sperando che le risorse a disposizione permettano un simile impegno.
Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.