Pubblicita'
Pubblicita'

La Guerra Del Greggio OPEC Rende I Produttori Di Scisto Più Competitivi

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Mar 1, 2016, 09:03 UTC

Le scorte di greggio degli Stati Uniti aumentano l'ultimo giorno di febbraio sulla scia del rallentamento economico e un rialzo dei prezzi del

La Guerra Del Greggio OPEC Rende I Produttori Di Scisto Più Competitivi

image
Le scorte di greggio degli Stati Uniti aumentano l’ultimo giorno di febbraio sulla scia del rallentamento economico e un rialzo dei prezzi del combustibile, scenario che potrebbe consentire all’S&P 500 di registrare i primi guadagni dell’anno. Lunedì la banca centrale cinese ha ridotto il suo coefficiente di riserva obbligatoria, ovvero la quantità di denaro che le banche devono detenere come riserva, per la quinta volta in un anno. Il greggio WTI é scambiato a 33.81$ mentre il Brent si attesta su quota 36.64$.

Jack Ablin, responsabile degli investimenti presso la BMO Private Bank di Chicago ha dichiarato “E’ un pò come  una “scossa di zucchero”, un colpo nella crescita a breve termine a discapito della credibilità a lungo termine. Penso che gli investitori stiano valutando entrambi gli scenari”

Le scorte di greggio degli Stati Uniti registrano un incremento di oltre il 3% a seguito delle dichiarazioni rilasciate dall’Arabia Saudita che vedono la nazione intenzionata a collaborare con gli altri produttori al fine di ridurre la volatilità dei prezzi del greggio. Inoltre, i forti numeri economici della scorsa settimana, che mostrano anche un miglioramento della tendenza di spesa dei consumatori, hanno suggerito come l’economia statunitense si stia riprendendo meglio del previsto incrementando così le possibilità di assistere ad un ulteriore innalzamento dei tassi di interesse Fed.

Secondo il programma FedWatch del CME Group, i future dei fondi monetari federali mostrano come i trader vedano una possibilità del 38% di assistere ad un innalzamento dei tassi nel mese giugno e del 57% nel mese di dicembre.

Meno di un anno fa, le principali industrie di scisto hanno dichiarato di dover vedere i prezzi del greggio attestarsi al di sopra dei 60$ al barile per poter incrementare la propria produzione; attualmente, alcuni sostengono di potersi accontentare di livelli nettamente inferiori.

Le dichiarazioni più recenti evidenziano la notevole capacità di ripresa del settore, tuttavia, potrebbero anche essere viste come un avvertimento ai concorrenti e ai commercianti: un calo della produzione di greggio degli Stati Uniti, che potrebbe contribuire a ridurre l’eccesso dell’offerta mondiale e consentire ai prezzi di guadagnare terreno, potrebbe prendere piede prima del previsto.

La scorsa settimana John Hart, principale funzionario finanziario, ha mostrato come la Continental Resources sia pronta ad aumentare il suo capitale di spesa se il greggio statunitense raggiungesse i minimi in prossimità della metà del range dei 40$, consentendo così di incrementare la produzione di oltre il 10% nel 2017.

Il presidente e amministratore delegato, Jim Volker, ha dichiarato agli analisti che il rivale Whiting Petroleum Corp (WLL.N), il più grande produttore della formazione Bakken in Nord Dakota, fermerà il fracking nei nuovi pozzi entro la fine di marzo, tuttavia potrebbe “considerare il completamento di alcuni di questi pozzi” se il greggio raggiungesse i 40-45$ al barile. Meno di un anno fa, quando la società era ancora in modalità di spesa, Volker aveva dichiarato che avrebbe potuto schierare un numero maggiore di piattaforme se il greggio statunitense avesse colpito il livello dei 70$.

Nonostante i commenti sembrino piuttosto cauti, potrebbero servire come un promemoria del drastico calo dei costi e dei rapidi guadagni dello scisto statunitense, inizialmente visto dai rivali come un settore marginale a causa dei costi elevati, una spina nel fianco per i principali produttori Opec.

Gli investitori di tutto il mondo sono impazziti quando l’11 febbraio i prezzi del greggio hanno postato i minimi degli ultimi 13 anni a 26,05$ al barile, tuttavia, attualmente si attestano al di sopra dei 34$ al barile registrando un incredibile ascesa del 30% in soli 11 giorni di negoziazione.

La ridicola impennata dai recenti minimi riflette l’altalena del sentimento del mercato, tuttavia non mostra un radicale cambiamento nei fondamentali. L’eccesso dell’offerta mondiale resta notevole e la produzione statunitense non é ancora diminuita a sufficienza per poter ridurre tale surplus.

“Fondamentalmente, la situazione é ancora estremamente debole e guidata principalmente dalla speranza”. Queste le dichiarazioni di Matthew Smith, responsabile della ricerca delle materie prime presso la ClipperData, che tiene traccia delle spedizioni di greggio a livello mondiale.

Sull'Autore

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'