La coppia GBP/USD rimane relativamente calma dopo i dati sul Pil; l’annuncio della Fed non suscita alcuna reazione

Mercoledì, in seguito all’annuncio di politica monetaria della Fed, GBP/USD, EUR/USD e i future sull’oro con scadenza ad aprile fanno registrare una giornata volatile con oscillazioni su entrambi i versanti. La Fed ha lasciato i tassi d’interesse invariati ma, dal linguaggio utilizzato nella dichiarazione ufficiale, un incremento dei tassi nel mese di marzo sembrerebbe ora essere escluso. Secondo l’indicatore di Fed Fund, i mercati valutano come probabile un solo aumento dei tassi nel corso del 2016.

Molti trader ritengono che la Fed non sia stata accomodante quanto ci si sarebbe aspettato. A inizio giornata, non si sono registrate grosse sorprese in Europa. L’indice dei prezzi delle importazioni in Germania è sceso dell’1,4%, contro un -1,0% previsto. Il tasso di disoccupazione in Spagna si attesta al 20,9%, in ribasso rispetto il 21,2% e al di sotto delle stime. La coppia GBP/USD sostanzialmente rimane indifferente ai dati preliminari sul Pil, in linea con le aspettative allo 0,5%.

Oggi potrebbe essere una grande giornata per i mercati sensibili all’andamento del dollaro USA. Alle 8:30 ET saranno pubblicati i nuovi dati sui beni durevoli negli Stati Uniti e alle 10:00 ET quelli sulle vendite di case esistenti. Il rapporto settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione è in uscita alle 8:30 ET e si prevede indicherà una lettura pari a 281 mila unità, in ribasso rispetto ai 293.000 del mese precedente.

In Asia i future sul petrolio greggio con scadenza a marzo rimangono sostanzialmente invariati, cedendo parte dei guadagni iniziali dopo che la Russia ha ipotizzato una cooperazione con i paesi Opec per limitare l’eccesso di offerta globale. Giovedì il ministro saudita del petrolio e delle risorse minerarie ha dichiarato a Tokyo che, secondo i dati Opec, l’eccesso di offerta globale ammonterebbe a circa 2 milioni di barili al giorno, aggiungendo di “ritenere che il mercato comincerà a ritrovare equilibrio nel 2016 e che la domanda di energia in tutte le sue forme continuerà a salire”.

Circolano anche voci sulla decisione da parte delle autorità russe di confrontarsi con l’Arabia Saudita e gli altri paesi dell’Opec su un possibile taglio della produzione per sostenere i prezzi.

Mercoledì mattina l’agenzia di informazione sull’energia USA ha segnalato un incremento di 8,4 milioni di barili nella settimana conclusasi il 22 gennaio, al di sopra dei 3,3 milioni previsti dagli analisti. Il mercato si è mosso comunque in rialzo, perché la EIA ha anche segnalato auna contrazione superiore alle aspettative delle riserve di distillati.