Nella mattinata di lunedì, la sterlina si è mossa in rialzo, spinta dai nuovi sondaggi che allentano la tensione per la Brexit, poiché danno in vantaggio
Nella mattinata di lunedì, la sterlina si è mossa in rialzo, spinta dai nuovi sondaggi che allentano la tensione per la Brexit, poiché danno in vantaggio il fronte favorevole alla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea. La valuta britannica ha guadagnato 222 punti per venire negoziata i massimi della sua gamma di oscillazione, ossia a quota 1,4581. Al termine della scorsa settimana, il dollaro aveva guadagnato più del 10% sulla sterlina nel corso dell’anno, con la valuta britannica che aveva ultimamente toccato gli 1,42$, in ribasso dagli 1,59$ di 52 settimane fa. Diversi sondaggi davano in vantaggio il fronte dei favorevoli al recesso della Gran Bretagna dall’UE, con il mercato valutario che già reagiva di conseguenza. Le aspettative erano, infatti, unanimi circa il crollo della sterlina che sarebbe stato causato dalla Brexit nel breve periodo.
Dato l’allentamento della tensione sul mercato globale, lo yeb si è mosso in ribasso, cedendo parte dei guadagni conseguiti grazie agli investimenti nella valuta rifugio. La coppia USD/JPY si è apprezzata di 43 punti, raggiungendo quota 104,61, nonostante il ribasso subito dal dollaro in mattinata. La valuta statunitense ha perso 60 punti, toccando quota 93,70. Contro l’euro, lo yen viene negoziato a quota 118,80. In Giappone, i dati sul commercio sono risultati inferiori alle aspettative, in particolare registrando una netta contrazione del valore delle esportazioni verso la cina. Il recente apprezzamento dello yen, che ha reso i beni e i servizi prodotti in Giappone meno competitivi sui mercati esteri, e la scarsa crescita globale hanno probabilmente contribuito alla contrazione registrata a maggio.
Il calo annuale è stato maggiore di quello del 10,1% registrato ad aprile, nonché il peggiore dal gennaio di quest’anno.
Le esportazioni verso la Cina, il primo partner commerciale del Giappone, sono diminuite del 14,9%, ben al di sotto del calo annuale del 7,6% registrato ad aprile.
Di conseguenza, nello stesso periodo, il valore delle esportazioni verso l’Asia è sceso del 13%, altro dato superiore alla contrazione dell’11% precedentemente rilevata.
Il ribasso del dollaro ha contribuito al rialzo dell’Aussie e del kiwi. L’AUD ha guadagnato 40 punti per venire negoziato a quota 0,7435, mentre il NZD si è apprezzato di 58 punti per raggiungere quota 0,7098. Nell’ultima settimana, il dollaro australiano è stata la seconda valuta più forte, apprezzandosi dello 0,4% sul dollaro statunitense. Il dato indica una notevole ripresa dal minimo degli 0,7285$ toccato il 16 giungo, quasi un centesimo in meno rispetto alla chiusura della settimana precedente. Si nota resistenza intorno agli 0,7440$ e agli 0,7500$.