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La bolla Trump sta per scoppiare? Chiedetelo a quanti puntano sul rialzo del dollaro

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Mar 22, 2017, 16:55 UTC

La sessione asiatica è nuovamente stata una tragedia per il dollaro, il cui indice spot ha toccato il minimo intragiornaliero di quota 99,62 prima

La bolla Trump sta per scoppiare? Chiedetelo a quanti puntano sul rialzo del dollaro

La sessione asiatica è nuovamente stata una tragedia per il dollaro, il cui indice spot ha toccato il minimo intragiornaliero di quota 99,62 prima dell’apertura dei mercati europei, senza alcun segno di rialzo.

L’impazienza generata negli investitori dal ritardo dell’amministrazione Trump nell’attuazione della riforma del sistema tributario e delle misure di stimolo si è diffusa nel mercato azionario, il cui andamento negativo nella giornata di martedì riflette il sentimento negativo nei confronti del dollaro delle ultime settimane.

Per quanto concerne i dati macroeconomici, la giornata è particolarmente tranquilla. In Europa non verrà pubblicata alcuna lettura rilevante, mentre gli Stati Uniti vedranno soltanto la diffusione dei dati sulle vendite di abitazioni esistenti per il mese di febbraio, che dovrebbero trascinare il dollaro in ribasso.

I toni da falco utilizzati da Mester, membro del Fomc privo del diritto di voto, nella mattinata di oggi hanno fatto ben poco in favore del dollaro. Dopo la manovra restrittiva e le previsioni economiche della scorsa settimana, i mercati continuano, infatti, a disinteressarsi delle previsioni della Fed. Il cambiamento di atteggiamento dei mercati dipende soltanto da Trump.

Quanti puntano sul rialzo del dollaro paiono usciti dal mercato e Trump sembra sia riuscito a ottenere il tanto desiderato deprezzamento della valuta statunitense. Per ora, l’economia mondiale pare essere stata risparmiata da una guerra commerciale.

Dopo la riunione del Fomc, si è parlato ben poco dell’inflazione negli Stati Uniti. La Fed ha corretto in rialzo le sui previsioni di inflazione per il 2017, ma il deprezzamento del dollaro potrebbe sostenere le proiezioni di un maggiore aumento del livello dei prezzi, ammesso che il greggio non crolli e che i consumatori continuino a spendere.

Nella giornata di lunedì, Evans, una nota colomba del Fomc con diritto di voto, ha affermato che, qualora la pressione inflazionistica dovesse aumentare, vi è la volontà di attuare un quarto innalzamento dei tassi. La mancata attuazione delle misure di stimolo da parte dell’amministrazione Trump metterebbe definitivamente alla prova la volontà di adottare una politica dei tassi più restrittiva. Tuttavia, serve ben altro affinché i mercati tornino a interessarsi del dollaro

In Gran Bretagna, la giornata di ieri ha visto la pubblicazione dei dati sull’inflazione nel mese di febbraio, che aumentano la pressione sulla Banca d’Inghilterra affinché intervenga prima che sia troppo tardi. A mio parere, la banca centrale britannica deve aumentare i tassi al più presto.

Il recente deterioramento delle vendite al dettaglio riflette la combinazione dell’incremento dei prezzi al consumo e della minore crescita dei salari, dati che incidono negativamente sulle previsioni per l’economia britannica ora che il governo di Londra sta per imbarcarsi in un viaggio verso l’ignoto con l’attivazione della procedura di recesso dall’UE, prevista per la prossima settimana. Ci si può aspettare che presto vi sarà un annuncio della Banca d’Inghilterra. Al momento, i mercati sono in cerca di direzione. Probabilmente, le previsioni sulla sterlina rimarranno negative nel breve periodo a causa della Brexit. Qualora la Banca d’Inghilterra escludesse un innalzamento dei tassi, tale decisione peserebbe ulteriormente sulla sterlina.

Nella giornata di oggi, prima dell’apertura dei mercati europei, la coppia GBP/USD è balzato al massimo intragiornaliero di 1,25059$. Tuttavia, ci si deve chiedere se tale quotazione includa l’attivazione dell’art. 50 del TUE. Difficilmente, il cambio tra sterlina e dollaro sperimenterà mosse rilevanti prima del vertice tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit, che si terrà il 29 aprile. Nell’attesa, è prevedibile un incremento della volatilità della sterlina.

Nell’Eurozona, l’ottimismo derivante dall’esito del primo dibattito tra i candidati alle elezioni presidenziali in Francia pare ridursi. Macron dovrebbe vincere, ma è pur vero che vi è un 40% di indecisi. In vista del primo turno del 23 aprile, si registra, dunque, un’evidente incertezza.

Nelle prossime settimane, se il greggio continuasse a scendere, la teoria di Draghi potrebbe essere messa alla prova nelle prossime settimane. L’aumento della produzione negli Stati Uniti potrebbe, infatti, bilanciare la riduzione dell’offerta attuata dall’Opec e da altri paesi produttori.

Durante la sessione europea, considerati il deprezzamento del dollaro nella prima metà della settimana e l’assenza di dati rilevanti sull’Europa, la valuta degli Stati Uniti potrebbe recuperare parte delle perdite. Tuttavia, per un effettivo rialzo serve un motore, che potrebbe essere la riforma del sistema sanitario, ma questa deve essere ancora approvata dal Congresso degli Stati Uniti.

Alla redazione di questo articolo, l’indice del dollaro spot perdeva lo 0,02% per toccare quota 99,978. La coppia GBP/USD cedeva lo 0,04%, scendendo a quota 1,24734 e l’euro perdeva lo 0,17% contro il dollaro, attestandosi a quota 1,07928.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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