La più grande novità della mattina fino ad ora è stato l'annuncio della Banca del Giappone. Ci ha messo del tempo ma quando finalmente è arrivato è stato
La più grande novità della mattina fino ad ora è stato l’annuncio della Banca del Giappone. Ci ha messo del tempo ma quando finalmente è arrivato è stato un vero e proprio motore del mercato. La BOJ ha rimosso il bersaglio della base monetaria lanciando un programma a 10 anni sui tassi d’interesse. Hanno fortemente deciso di indirizzare l’inflazione verso l’obiettivo del 2% e hanno confermato che continueranno tramite il QE (quantitative easing) fino a raggiungere lo scopo. Questo conferma il loro impegno nei confronti di un allentamento aggressivo. La notizia non ha impressionato il mercato inizialmente e abbiamo visto un rafforzamento dello yen con la coppia USD/JPY raggiungere la regione dei 101¥ yen, ma una volta emersi i dettagli, il mercato si è reso conto che, per una volta, stavano prendendo sul serio i loro obiettivi, e ci sono stati movimenti tesi al raggiungimento dello scopo. Questo ha rassicurato i mercati azionari e l’indice Nikkei ha fatto un balzo causando la debolezza dello yen. Il rapporto USD/JPY è rimbalzato indietro con forza, ha attraversato i 102¥ e ha raggiunto la regione dei 102,65¥. Tuttavia, poi ha avuto un nuovo balzo verso il livello dei 101,70¥, quasi immutato nel corso della mattina. La prima resistenza dovrebbe verificarsi nella regione dei 102,80¥ che dovrebbe coronare le mosse per il momento in attesa del FOMC.
Le materie prime hanno continuato a spaziare in vista della riunione della Fed, con un divario sempre più stretto con l’andare dei giorni. Ma oggi potrebbe essere l’ultimo giorno di questi range nei mercati e possiamo tranquillamente aspettarci una modifica di questi andamenti dopo l’annuncio della Fed atteso per oggi. Con una piccola parte del mercato in attesa di un rialzo dei tassi a sorpresa da parte della Fed, e con i mercati che si muovono in un campo ristretto prima della riunione, potrebbe esserci un sacco di volatilità dopo l’annuncio.
L’oro continua gli scambi all’interno del range ristretto di 1310 e 1320 e questo è destinato a proseguire in attesa dell’incontro, anche se a inizio sessione è stato negoziato a 1322,12$, in crescita dello 0,52%. Il range più ampio va da 1303$ a 1330$ e sarebbe interessante vedere se continua a tenere anche dopo l’annuncio. Una rottura al di sotto dei 1303$ apre la possibilità di scendere verso i 1295$ e poi verso i 1280$ come possibili bersagli; mentre una rottura al di sopra dei 1330$ probabilmente porterebbe il prezzo nella regione dei 1350$ e infine verso i 1370$, che potrebbe essere mirato se la Fed decidesse di mantenere i tassi invariati.
Anche l’argento per l’intera giornata di ieri si è mosso all’interno di un range fra 19,2890$ e 19,077$. Ci si può tranquillamente aspettare una rottura di questo range dopo l’annuncio della Fed. Il margine superiore sarebbe allora nella regione dei 19,55$ e quello inferiore nella regione dei 18,71$. Dopo l’annuncio della Banca del Giappone, l’argento è aumentato dell’1,34% negoziando a 19,48$.
Ieri il petrolio è stata la materia prima che ha mostrato maggior volatilità con il prezzo che è sceso a testare la regione di forte supporto dei 43,2$, per poi rimbalzare fortemente e chiudere la giornata al livello dei 44,51$, sulla notizia, poi risultata falsa, che i Paesi dell’OPEC avrebbero ridotto le forniture di petrolio. Il greggio WTI aumenta dello 0,50%, con scambi a 45$ mentre il Brent viene negoziato a 46,68$. Il prezzo di 43$ potrebbe rivelarsi un osso duro per il petrolio, quindi un rialzo sembrerebbe il percorso di minor resistenza al momento, e questo farebbe il tifo per un rafforzamento del prezzo.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.