Nella scorsa settimana, sono stati pubblicati dati di importanza fondamentale che hanno condotto agli sviluppi osservati nelle giornate di giovedì e
La decisione della Banca Centrale Europea di prorogare il suo programma di acquisto di titoli di altri sei mesi e il taglio di 10 punti del tasso overnight sui depositi hanno stordito i mercati, che attendevano una risposta più decisa da Mario Draghi e dal Consiglio direttivo della Bce.
La decisione di Francoforte non ha soltanto scioccato i mercati, ma ha anche contribuito alle forti perdite subite da molti trader in valuta. Nella giornata di venerdì, Draghi ha difeso le nuove misure di stimolo, chiarendo che la Banca Centrale Europea adotterà ulteriori misure espansive, se necessario.
Il giorno dopo, il presidente della Bce ha provocato, con misure che hanno deluso le aspettative degli investitori, il calo dei mercati azionari e il rialzo dell’euro. Nel corso di una conferenza a New York, Draghi ha dichiarato che l’espansione del programma di allentamento quantitativo immetterà, per il 2019, altri 680 miliardi di euro nel sistema finanziario. La Bce sta già introducendo 1,16 miliardi di euro con il piano originario, che continua a trovare applicazione. I pagamenti principali non saranno reinvestiti in ulteriori acquisti di titoli.
La mattinata di oggi ha visto una partenza tranquilla per il dollaro, mossosi in lieve rialzo negli ultimi giorni della scorsa settimana grazie ai dati fortemente positivi sulle buste paga, che hanno aumentato le probabilità di un imminente innalzamento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. A essere sinceri, la reazione del dollaro è stata modesta, se si pensa che l’aumento dei tassi di interesse è ormai dato per certo per la prossima riunione della Fed, prevista nelle giornate del 15 e 16 dicembre. L’attenzione si è spostata sulla gradualità del ciclo restrittivo che seguirà alla mossa iniziale.
Al termine dell’ultima sessione, l’indice del dollaro si è assestato a quota 98,322, dopo un rimbalzo dello 0,75% sperimentato nella giornata di venerdì in parte a causa dei dati sulle buste paga dei settori non agricoli, che registrano un incremento di 211000 nuovi posti di lavoro nell’ultimo mese. I dati di settembre e ottobre sono stati corretti per mostrare 35000 posti di lavoro in più rispetto alle letture precedenti.
Nel corso di questa settimana, l’attenzione si concentrerà sulla valanga di dati dalla Cina, che dovrebbero evidenziare il rallentamento dell’economia. I dati sul commercio saranno pubblicati nella giornata di martedì, seguiti da quelli sull’inflazione di mercoledì e dalla produzione industriale e dalle vendite al dettaglio nella giornata di sabato. Domani, il Giappone diffonderà la solita messe di dati mensili, con i trader che sperano in un miglioramento del Pil. Nella giornata di martedì, il governo pubblicherà le correzioni dei dati sul Pil per il periodo luglio-settembre In un rapporto preliminare di metà novembre, le autorità di Tokyo hanno affermato che il Pil destagionalizzato nel secondo trimestre dell’anno fiscale 2015 si è ridotto dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti, ossia dello 0,8% su base annua, scendendo per il secondo trimestre consecutivo. Sempre in Asia, la riunione della Reserve Bank of New Zealand sarà di fondamentale interesse per i trader, data la possibilità di un taglio del tasso di interesse. Nella mattinata di oggi, il kiwi viene negoziato a quota 0,6695, in ribasso di 51 punti, mentre l’Aussie rimane forte a quota 0,7330 dopo i notevoli guadagni della scorsa settimana.