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In vista della riunione della Banca del Giappone, gli investitori del Forex si mantengono sulle proprie posizioni

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 28, 2016, 10:32 UTC

Nel pomeriggio di mercoledì, il dollaro si è mosso in rialzo a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla Fed. La posizione della Fed è stata

In vista della riunione della Banca del Giappone, gli investitori del Forex si mantengono sulle proprie posizioni

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Nel pomeriggio di mercoledì, il dollaro si è mosso in rialzo a seguito delle dichiarazioni rilasciate dalla Fed.

La posizione della Fed è stata marcatamente da colomba e ha toccato argomenti quali la volatilità del mercato globale e dei prezzi dei derivati del petrolio.

Nel comunicato, è stato dichiarato altresì che l’economia americana sta crescendo secondo i ritmi previsti, con l’eccezione di alcuni arresti di lieve entità. Il dollaro è negoziato a quota 99,04. Sono state anche evidenziate preoccupazioni relative alla crescita mondiale, asserendo anche che i governatori della banca centrale statunitense “monitoreranno da vicino” gli sviluppi economici e finanziari in ambito globale,  mantenendo comunque una posizione ottimista sulla crescita dell’economia americana.

A dicembre, la Fed aveva stabilito un piano di innalzamento del tasso di interesse articolato in quattro fasi, portando verosimilmente il tasso di interesse overnight degli Stati Uniti all’1%. Proseguendo su questo percorso di crescita dei tassi di interesse, probabilmente si riuscirà a sostenere il dollaro contro valute a basso rendimento come lo yen e l’euro, rendendolo così una divisa più interessante per gli investitori.

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Ad ogni modo, osservando i contratti future sui federal fund, ci si attendeva che i mercati si aspettino un solo rialzo per quest’anno. E ciò ha posto immediatamente sotto i riflettori la dichiarazione di mercoledì.

Dopo il comunicato, l’euro si è apprezzato portandosi al livello più alto registrato negli ultimi sei giorni contro il contro il dollaro, toccando un nuovo picco giornaliero di 1,0915 euro per dollaro.

Il dollaro ha guadagnato lo 0,2% contro lo yen, attestandosi a quota 118,67 per yen.

Giovedì mattina, lo yen ha perso quota a causa dei dati deludenti sulle vendite al dettaglio. A dicembre, queste hanno subito una contrazione dello 0,2% su base mensile: un miglioramento rispetto ai risultati di novembre, che avevano visto una perdita del 2,5%. Tuttavia, il dato rimane negativo e disattende le previsioni degli economisti, secondo le cui stime la lettura avrebbe registrato un aumento dell’1%.

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Questo calo su base annua registrato a dicembre rimane fisso a -1,1%, così come il dato di novembre corretto, precedentemente fissato a 1%. In ogni caso, anche questo risultato ha mancato l’obiettivo, poiché il mercato si attendeva una crescita dell’1%.

All’inizio di questo mese, i dati relativi alla fiducia dei consumatori giapponesi avevano mostrato come questa, a dicembre, fosse ai massimi livelli registrati negli ultimi due anni.

Tuttavia, tale ottimismo non si è tramutato in propensione al consumo: pertanto, le vendite al dettaglio non sono migliorate.

Nella sessione asiatica di giovedì, il dollaro non ha subito variazioni rispetto allo yen, con molti investitori riluttanti a fare mosse rilevanti in vista dell’attesa decisione che la Banca del Giappone dovrà annunciare venerdì.

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Sempre in Asia, la Rbnz ha tenuto fermi i tassi e la politica monetaria. Il kiwi ha guadagnato 13 punti e si è portato a quota 0,6443. Prima delle dichiarazioni della Rbnz, Fonterra ha tagliato le sue previsioni sul totale dei guadagni della produzione del latte di 45 centesimi, portandola a quota 4,15 dollari per ogni chilo di solidi del latte, accodandosi così ai suoi rivali Open Country Dairy e Westland Milk Products nel segnalare introiti più bassi.

Westpac’s Speizer ha affermato che la valuta neozelandese non ha reagito immediatamente alle dichiarazioni di Fonterra, poiché i trader hanno ritardato le loro mosse in attesa del comunicato di Ocr. Questo ha quindi spinto verso il basso i tassi di cambio, con gli swap biennali in discesa di 6,5 punti base che si attestano così al 2,575%. Gli swap decennali hanno, invece, perso 6 punti base portandosi a quota 3,36% il livello più basso registrato in 20 anni, stando ai dati della Reuters.

Westpac ha avuto un atteggiamento più aggressivo nelle sue previsioni relative all’inflazione, arrivando ad affermare che il livello di inflazione avrebbe costretto la Reserve Bank a tagliare ancora i tassi. Altri economisti hanno tenuto un atteggiamento più cauto. Wheeler ha affermato che continuerà a monitorare da vicino i dati delle economie emergenti e che, mentre l’indice dei prezzi al consumo necessiterà di più tempo per rientrare nei parametri previsti, il tasso di inflazione core della Rbnz rimane all’interno della banda di oscillazione all’1,6%.

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