Mercoledì a inizio giornata il mercato del petrolio si stabilizza muovendosi in leggero rialzo; martedì in tarda giornata i future sul WTI sono crollati
I recenti rialzi sono stati favoriti dal calo della produzione degli Stati Uniti evidenziata dal rapporto settimanale sulle scorte della Agenzia di Informazione sull’Energia USA. Ad ogni modo, i timori di un rallentamento della domanda e l’enorme produzione a livello globale rende gli investitori scettici riguardo un eventuale prosecuzione delle rally, almeno a questo ritmo.
A frenare la spinta rialzista anche il rafforzamento del dollaro USA, che si è rifiutato di scendere verso l’estremità inferiore della gamma di oscillazione, ora che gli investitori hanno cominciato a puntare su un possibile aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, forse già da giugno. Un dollaro forte potrebbe potenzialmente pesare sulla domanda, visto che il petrolio greggio, denominato in dollari, diverrebbe più costoso per gli acquirenti stranieri.
I compratori di petrolio greggio sono stati anche spaventati dai dati al di sotto delle aspettative sulle esportazioni dalla Cina. La bilancia commerciale cinese nel mese di febbraio registra una performance decisamente deludente: siamo di fronte al più forte crollo delle esportazioni degli ultimi sei anni. Il rallentamento dell’economia del paese potrebbe pregiudicare l’incremento dei prezzi del petrolio, alimentando i timori rispetto a un calo di domanda.
A sostenere il mercato del petrolio greggio nel corso della giornata di martedì le notizie di una riunione dei produttori di petrolio latinoamericani, che si terrà venerdì a Quito. Il mercato ha però virato in ribasso in seguito alle dichiarazioni di Goldman Sachs, secondo la quale il recente rally sarebbe insostenibile.
Sono anche emersi altri problemi rispetto ai piani per limitare la produzione, che hanno oscurato gli umori dei mercati. Il Kuwait, che produce 3 milioni di barili al giorno, si è detto disposto a congelare la produzione solo se parteciperanno tutti i principali paesi produttori, incluso l’Iran, che ha definito il piano come “risibile”.
Martedì in tarda giornata all’Istituto Americano per il Petrolio ha segnalato in riferimento alla settimana conclusasi il 4 marzo, un incremento di riserve di petrolio greggio pari a 4,4 milioni di barili, un valore superiore alle aspettative.
I dati che verranno rilasciati mercoledì dall’Agenzia di Informazione sull’Energia USA dovrebbero segnalare un incremento di 3.867 milioni di barili. Il rapporto è atteso per le 10:30 del mattino (orario ET).
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.