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Il Terrorismo E Il Dollaro Statunitense Pesano Sul Prezzo Del Greggio

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Mar 28, 2016, 10:49 GMT+00:00

Le turbolenze geopolitiche pesano sui prezzi del greggio di questa settimana. Il terrorismo di Bruxelles continua a dominare i titoli dei giornali così

Il Terrorismo E Il Dollaro Statunitense Pesano Sul Prezzo Del Greggio

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Le turbolenze geopolitiche pesano sui prezzi del greggio di questa settimana. Il terrorismo di Bruxelles continua a dominare i titoli dei giornali così come il sentimento dei trader. Il prezzo del greggio si muove in ribasso dopo gli attacchi a Bruxelles di martedì mattina poiché gli investitori spostano il loro denaro nei beni di rifugio come l’oro e bond governativi. Martedì mattina l’aeroporto di Bruxelles ha subito due esplosioni, la terza é avvenuta in una fermata metropolitana vicino agli edifici dell’Unione Europea. La metropolitana e l’aeroporto sono stati chiusi poiché i soccorritori hanno cercato di evacuare gli edifici allontanando tutti i cittadini.

La forza del dollaro statunitense ha mantenuto i prezzi del greggio al di sotto dei 40$, il WTI, é scambiato a 39,59$ mentre il Brent a 40.44$. venerdì i mercati sono rimasti chiusi per le vacanze pasquali e in Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito,  resteranno chiusi anche lunedì. Se le misure necessarie non venissero introdotte i prezzi del greggio potrebbero muoversi ulteriormente in ribasso. Negli ultimi due anni i prezzi del greggio hanno postato un netto calo influenzando notevolmente l’economia globale.

L’incubo era di andare oltre poiché nell’ultimo mese abbiamo visto i prezzi del greggio postare un rimbalzo. tuttavia, lo scenario di questa settimana mostra come sia più semplice perdere terreno piuttosto che muoversi in rialzo.

Il ribasso di questa settimana é stato il primo calo settimanale da metà febbraio. la mossa è stata associata all’aumento delle scorte del greggio statunitense. Dettp questo, possiamo sperare in un taglio della produzione durante la riunione che si terrà ad aprile in Qatar.

I questi ultimi due anni, i produttori di greggio hanno subito il forte imptato del ribasso dei prezzi del combustibile. a fronte di ciò, riteniamo che raggiungeranno un accordo al fine di evitare un nuovo drastico calo del mercato.

Alcuni dei membri non-OPEC hanno convenuto che il modo migliore per affrontare il ribasso dei prezzi del combustibile sia quello di ridurre l’offerta. Il Kuwait, un piccolo paese membro dell’OPEC situato sulla costa del Golfo Persico, tra l’Iraq e l’Arabia Saudita, si espande sulla sesta più grande riserva mondiale di petrolio. La nazione, come il suo vicino saudita, ha fornito prestazioni di lusso per i suoi cittadini, come l’istruzione e l’assistenza sanitaria gratuita ed un combustibile sovvenzionato proprio come il cibo. Ma il governo del Kuwait ha messo in dubbio la sua capacità di mantenere questi vantaggi nel mercato attuale, preannunciando un imminente “suicidio economico”, qualora non venissero  adottate misure adeguate.

“Non possiamo mentire al popolo del Kuwait, non siamo in grado di venire qui e dire che proteggeremo le loro tasche e che il cittadino non sarà interessato”, ha detto Marzouq al-Ghanim,  speaker del Parlamento del Kuwait. “Le tasche di tutti saranno interessate… Questa è la realtà.”

Il governo ha già tentato di rimuovere una parte dei sussidi dello scorso anno, ed è stato raggiunto da pesanti critiche all’interno del paese che lo hanno spinto a rispristinare i benefici

Giovedì i future perdono il 3,7% in prossimità delle feste ampliando così il calo del 4% registrato mercoledì.

Stando a quanto riportato dall’Energy Information Administration le scorte di magazzino si attestano tre volte al di sopra dei numeri precedentemente stimati mentre la scorsa settimana le importazioni hanno postato i massimi da giugno del 2013. Il greggio si muove in ribasso sulla scia delle rinnovate prospettive di un possibile innalzamento dei tassi di interesse Fed, scenario che ha spinto il dollaro statunitense in rialzo riducendo così il fascino delle materie prime come investimento alternativo.

Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come il mese scorso il combustibile abbia testato i minimi degli ultimi dodici anni prima di rimbalzare sulla scia delle speculazioni che vedevano ridursi il surplus dell’offerta globale grazie ad un calo della produzione statunitense e di un possibile congelamento da parte dei principali produttori mondiali di greggio, tra cui menzioniamo Arabia Saudita e Russia. L’Iraq e gli Emirati Arabi si sono aggiunti alla lista dei partecipanti confermati per la riunione che si terrà a Doha il prossimo mese.

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