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Il Rame Potrebbe Rompere Al Di Sotto Dei 2$ Mentre L’oro Testa I Minimi Pluriennali

Da:
Barry Norman
Aggiornato: Nov 23, 2015, 19:00 UTC

Lunedì mattina nella sessione asiatica il mercato aurifero segue il declino delle materie prime globali. Il prezioso perde 5.90$ ed é scambiato a 1070,40$

Il Rame Potrebbe Rompere Al Di Sotto Dei 2$ Mentre L’oro Testa I Minimi Pluriennali

Il Rame Potrebbe Rompere Al Di Sotto Dei 2$ Mentre L’oro Testa I Minimi Pluriennali
Il Rame Potrebbe Rompere Al Di Sotto Dei 2$ Mentre L’oro Testa I Minimi Pluriennali
Lunedì mattina nella sessione asiatica il mercato aurifero segue il declino delle materie prime globali. Il prezioso perde 5.90$ ed é scambiato a 1070,40$ mentre l’argento posta un calo di 96 punti per attestarsi su quota 14,00$, livello di massiccio supporto. Una rottura al di sotto del suddetto livello potrebbe aprire le porte alla regione dei 13.00$. Il platino registra un ribasso di 4,75$ ed é scambiato a 850,65$. Nella sessione di lunedì il mercato aurifero estende le sue perdite avvicinandosi sempre di più ai minimi degli ultimi sei anni postati la scorsa settimana sulla scia di un dollaro forte e dei commenti piuttosto ottimistici rilasciati dalla Federal Reserve riguardo ad un possibile innalzamento dei tassi di interesse degli Stati Uniti già dal prossimo mese.

Stando a quanto riportato dall’Intercontinental Exchange Inc. dell’Indice del dollaro degli Stati Uniti, quest’anno il dollaro statunitense ha guadagnato l’11%. Nella sessione di lunedì l’indice guadagna lo 0,4% per attestarsi su quota 99,95, in prossimità dei massimi registrati nell’aprile del 2003 a 100,39. Tuttavia, secondo la stima mediana effettuata da un’indagine Bloomberg entro la fine dell’anno il suddetto indice dovrebbe postare un calo del 2,2% per attestarsi su quota 97,4.

Le dichiarazioni degli alti funzionari della Fed riguardo al livello del dollaro e alle decisioni sulla politica monetaria sono diventate molto più esplicite e formali.

Lo scorso 12 novembre, il vice presidente della Federal Reserve, Stanley Fischer, ha mostrato come la decisione di posticipare l’innalzamento dei tassi di interesse abbia contribuito a compensare i venti contrari causati dall’ascesa del dollaro. Detto questo, la crescita contenuta da un dollaro forte dovrebbe perdurare anche il prossimo anno continuando a mostrare segni di debolezza negli scambi dei beni di produzione.

La forza del dollaro degli Stati Uniti grava sui mercati della materie prime a livello mondiale. Il rame perde 45 punti ed é scambiato a 2.015$, i minimi di quest’anno. La scorsa settimana i prezzi del metallo rosso hanno mostrato segni di debolezza, tuttavia, sono stati supportati dalle dichiarazioni che vedevano la Cina ridurre alcuni dei suoi tassi di prestito. Il rame é stato colpito dall’ascesa del dollaro, dal ribasso dei prezzi del greggio e dall’aumento dell’offerta nel settore industriale. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come la domanda continui ad essere un punto focale per gli investitori in Cina.

Proprio la scorsa settimana la China Iron e la Steel Association hanno mostrato come il prossimo anno la fornitura di acciaio nel paese potrebbe scendere del 2,9% ostacolando così la domanda di minerale di ferro. Le dichiarazioni hanno messo in discussione le previsioni dei giganti Rio Tinto and BHP Billiton.

Verso la fine della sessione di venerdì la volatilità dei prezzi delle materie prime ha attirato una notevole attenzione in fine settimana privo di importanti notizie economiche. Giovedì la decisione presa dalle principali fonderie cinesi di ridurre la produzione del prossimo anno, ha innescato un rimbalzo dello zinco del 6%, allontanandolo così dai minimi degli ultimi sei anni, prima di stabilizzarsi su un rialzo del 2,5%.

Il breve recupero dei metalli di base é stato strettamente sorvegliato sul London Metals exchange, tuttavia, l’euforia è sbiadita di fronte al ribasso dell’1% postato dal rame che ha visto il metallo postare i minimi degli ultimi sei anni e mezzo. Il nichel perde il 2,4% registrando la chiusura più debole dal 2003. L’alluminio testa i minimi degli ultimi sei anni chiudendo in ribasso dell’1,2%, mentre iol piombo vira dello 0.5%. I prodotti chiave sembrano proiettati verso un ulteriore ribasso poiché gli investitori temono la dissolvenza della domanda cinese di fronte alla decisione di Pechino di “allontanare” la ripresa economica da una crescita trainata dalle esportazioni.

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