Mercoledì, nella sessione asiatica, il mercato del greggio si muove fortemente in ribasso poiché il rapporto settimanale d'inventario API ha deluso i
L’Arabia Saudita, il più grande produttore OPEC, ha incrementato la produzione di greggio al suo tasso più alto mai registrato sulla scia di un’alimentazione inaspettata della forte domanda dei raffinatori stranieri e una maggiore capacità nazionale. Il ministro del petrolio Ali al-Naimi ha dichiarato ai giornalisti del Regno che nel mese di marzo il paese ha prodotto circa 10,3 milioni di barili giornalieri, una cifra che, secondo i documenti risalenti ai primi anni del 1980, avrebbe eclissato il suo recente massimo registrato ad agosto 201 a 10,2 milioni di barili giornalieri.
Solo poche settimane prima, Naimi aveva ancorato la produzione a 10 milioni di barili giornalieri, circa 350 mila barili giornalieri in più di quelli pompati nel mese di febbraio. La nazione produce circa il 10% del greggio mondiale. Naimi non ha spiegato i motivi di tale incremento, nelle dichiarazioni rilasciate a Riyadh ha spiegato che le esportazioni del Regno rimarranno in prossimità dei 10 milioni di barili giornalieri.
Mercoledì i prezzi del greggio perdono più dell’1% poiché i dati industriali hanno mostrato una crescita settimanale più forte del previsto delle scorte di combustibile degli Stati Uniti e un’esportazione record dell’Arabia Saudita nel mese di marzo. Il ribasso dei prezzi ha preso piedi dopo il rally di martedì che aveva proiettato il greggio WTI verso i massimi del 2015 sulla scia dei forti numeri riportati dal mercato del lavoro, delle previsioni di un possibile rallentamento della crescita della produzione di greggio statunitense e di un incremento della domanda mondiale.
I dati dell’American Petroleum Institute (API) relativi alla scorsa settimana hanno mostrato un incremento di 12,2 milioni di barili delle scorte di greggio degli Stati Uniti contro i 3,4 milioni di barili previsti dagli analisti. Il rapporto settimanale d’inventario EIA verrà rilasciato nella tarda giornata di oggi, si prevede un rapporto ribassista.
Questa settimana i funzionari del greggio iraniano si recheranno a Beijing per discutere delle vendite di oro nero e degli investimenti del Paese in Iran, l’incontro avviene pochi giorni dopo che Teheran ha raggiunto un accordo preliminare sulla questione nucleare con le potenze mondiali.