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Il petrolio greggio si appresta a chiudere vicino ai minimi degli ultimi due mesi

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Nov 21, 2015, 00:37 UTC

Venerdì i future sul petrolio greggio con scadenza a gennaio si muovono in ribasso e probabilmente chiuderanno la settimana in prossimità dei minimi degli

Il petrolio greggio si appresta a chiudere vicino ai minimi degli ultimi due mesi

oil wednesday
Venerdì i future sul petrolio greggio con scadenza a gennaio si muovono in ribasso e probabilmente chiuderanno la settimana in prossimità dei minimi degli ultimi due mesi, pronti per un test del minimo del 24 agosto a 39,97$. Ancora una volta, a innescare la pressione di vendita i timori legati all’eccesso di offerta globale.

Dietro all’eccesso di offerta anzitutto la forte produzione dell’Opec e il miglioramento di efficienza nella lavorazione dello scisto negli USA. A spingere i prezzi in ribasso anche il recente rafforzamento del dollaro USA, che ha contribuito a reprimere la domanda dall’estero. Nel 2015 l’offerta di greggio ha superato la domanda di 700.000-2,5 milioni di barili al giorno, andando a creare quell’eccesso di offerta che potrebbe protrarsi fino al 2016.

Stando ai dati dell’agenzia d’informazione sull’energia (EIA), la settimana si chiuderà con l’ottavo incremento settimanale consecutivo delle riserve di petrolio greggio USA. Oltre a ciò, lo spread fra i future a breve e lungo termine è aumentato raggiungendo un record di otto dollari al barile, a suggerire che i trader stanno facendo scorta di greggio sperando di poterlo consegnare poi a prezzi più alti.

Su Comex i future sull’oro con scadenza a febbraio si muovono in rialzo e, per la prima volta da quattro settimane a questa parte, si apprestano a chiudere la settimana su terreno positivo. In seguito alla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione, più morbidi di quanto non previsto, il mercato ha effettuato un rimbalzo dal minimo degli ultimi sei anni e mezzo. I verbali suggeriscono che la Fed adotterà un approccio prudente: un messaggio meno favorevole a una stretta monetaria di quanto il mercato non avesse percepito con l’annuncio di politica monetaria del FOMC.

Le coppie EUR/USD e GBP/USD danno entrambe segnali di forza in reazione ai verbali della Fed, per poi cedere terreno. Nonostante ciò, le coppie forex dovrebbero chiudere una – l’euro – in ribasso contro il dollaro USA e l’altra – la sterlina – in leggero rialzo.

L’euro, sotto la pressione delle dichiarazioni del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi – che ha ribadito la sua posizione favorevole a ulteriori misure di stimolo per sostenere l’inflazione nell’eurozona – si è mossa in ribasso dopo due giorni su terreno positivo. A inizio settimana la valuta europea è scivolata sotto quota 1,0700, ma l’ingresso dei compratori ha impedito ulteriori ribassi innescando un rally di copertura short.

Draghi ha dichiarato che avrebbe fatto quanto necessario per aumentare l’inflazione il prima possibile. Fra le possibilità sul tavolo anche un ulteriore taglio ai tassi di deposito e un’espansione o estensione del quantitative easing del valore di 1100 miliardi di euro.

Le azioni di copertura short continuano a sostenere la coppia GBP/USD per la seconda settimana consecutiva. Sebbene l’inflazione al consumo in GB sia rimasta su terreno negativo, alcuni venditori short hanno probabilmente aggiustato le proprie posizioni in seguito alla pubblicazione del rapporto sull’indice dei prezzi al consumo della scorsa settimana, risultato invariato.

In tarda giornata il membro della Fed William terrà un discorso, nel quale potrebbe ribadire il suo orientamento favorevole alla stretta monetaria in linea con le dichiarazioni dei rappresentanti della Fed di inizio settimana.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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