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Il petrolio greggio rimbalza dal minimo degli ultimi tre mesi in scia alle dichiarazioni del Governo saudita

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Nov 24, 2015, 01:00 UTC

I future sul petrolio greggio con scadenza a gennaio rimbalzano dopo un'apertura di sessione in negativo. Il mercato torna però a scendere ancora una

Il petrolio greggio rimbalza dal minimo degli ultimi tre mesi in scia alle dichiarazioni del Governo saudita

oil wednesday
I future sul petrolio greggio con scadenza a gennaio rimbalzano dopo un’apertura di sessione in negativo. Il mercato torna però a scendere ancora una volta reagendo al rafforzamento del dollaro e ai timori legati all’eccesso di offerta globale.

In apertura di sessione il mercato si è mosso in ribasso proprio sotto il peso dell’eccesso di offerta, per poi invertire in netto rialzo in seguito alle dichiarazioni del Governo saudita che ha sottolineato il proprio impegno a favore di una stabilizzazione del mercato. Secondo un rapporto della Saudi Press Palace di Riyadh, nel corso della seduta del Consiglio di Gabinetto a Al-Yamamah Palace di Riyadh, il Governo avrebbe sottolineato il ruolo ricoperto dal paese nella stabilizzazione del mercato del petrolio, e il continuo impegno verso la collaborazione con gli altri paesi produttori ed esportatori di petrolio.

L’andamento del mercato suggerisce che i trader non credono davvero che l’Arabia Saudita cederà alle richieste di un taglio della produzione, ma che forse sta solo cercato di prendere posizione in vista della riunione dell’Opec del 4 dicembre.

Su Comex i future sull’oro con scadenza a febbraio aprono in gap ribassista in direzione del minimo degli ultimi sei anni toccato la scorsa settimana. A favorire il ribasso dell’oro il rafforzamento del dollaro USA e le recenti dichiarazioni da parte dei membri della Fed, che danno per probabile un aumento dei tassi di interesse nel mese di dicembre. La scorsa settimana l’oro aveva trovato stabilità innescando un rally di copertura short, in seguito alla pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione della Fed e si timori rispetto ai tempi dell’aumento dei tassi.

La coppia EUR/USD si muove in leggero ribasso dopo un rimbalzo verificatosi in corrispondenza di un test del minimo da aprile. L’ondata di vendite è stata fermata dall’ingresso degli investitori rialzisti in difesa del livello 1,0600. Il minimo degli ultimi sette mesi a quota 1,0520 è stato raggiunto il 13 aprile.

Nonostante l’azione del prezzo di oggi, lo scenario di lungo termine per l’euro continua ad essere ribassista. La valuta comune la scorsa settimana ha ceduto terreno in scia alle dichiarazioni accomodanti del presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, il quale ha ribadito la necessità di ulteriori misure di stimolo per sostenere un’inflazione anemica nell’eurozona. “Se il 3 dicembre arriveremo alla conclusione che l’attuale linea di politica economica non è sufficiente per raggiungere i nostri obiettivi, faremo quanto necessario per aumentare l’inflazione il più rapidamente possibile” ha dichiarato Draghi.

Inoltre lo spread tra i rendimenti dei titoli del tesoro USA a due anni e i Bund tedeschi si è allargato in favore del dollaro a causa della divergenza della politica monetaria fra la Fed e la BCE. Il differenziale sul tasso di interesse ha anche contribuito a premere in ribasso EUR/USD.

Per quanto riguarda gli altri dati del giorno, segnaliamo l’indice PMI flash del settore manifatturiero in Germania, superiore alle aspettative,che registra un 52,6 contro il 52,2 stimato. Sopra le aspettative anche il PMI flash del terziario in Germania, che si attesta a 55,6. Per quanto invece riguarda il PMI del settore manifatturiero per l’eurozona si attesta a 52,8 contro il 52,3 previsto e per il terziario siamo a 54,6 contro 54,2.

Il rafforzamento del dollaro USA ha anche contribuito a esercitare una pressione sulla sterlina britannica. Proprio come avviene per l’euro, il differenziale fra i tassi di interesse e la divergenza fra le politiche monetarie della Fed e della Banca d’Inghilterra favoriscono il dollaro.

Nel mese di ottobre le vendite di case esistenti negli USA ha registrato una flessione superiore alle aspettative. La National Association of Realtors lunedì ha segnalato una flessione pari al 3,4% nelle vendite di case esistenti per un tasso annuale di 5,36 milioni di unità, contro una lettura pari a 5,4 mila unità prevista dai trader. Le vendite sono in rialzo del 3,9% rispetto allo scorso anno.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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