Mercoledì in Asia e negli Stati Uniti i prezzi del greggio effettuano un rimbalzo in seguito alla pubblicazione del dati del gruppo industriale
Mercoledì in Asia e negli Stati Uniti i prezzi del greggio effettuano un rimbalzo in seguito alla pubblicazione del dati del gruppo industriale statunitense, che segnala un incremento di scorte di greggio Usa inferiore alle aspettative. Questi dati fanno seguito al tonfo superiore al 3% verificatosi martedì a New York.
I future sul petrolio greggio WTI con scadenza a ottobre si attestano a 45,10 $, in rialzo di 0,20 $ (+0,45%). I future sul brent, standard di riferimento internazionale, guadagnano 24 centesimi (+0,50%) e si attestano a 47,34 $ il barile.
L’impennata ha avuto inizio martedì in tarda giornata in seguito alla diffusione dei dati dell’istituto americano per il petrolio (API) che, in riferimento alla settimana conclusasi il 9 settembre, segnala un incremento delle scorte pari a 1,4 milioni di barili – ampiamente al di sotto dei 3,8 milioni di barili stimati da trader e analisti.
A Cushing, in Oklahoma, centro di consegna per il mercato di future, le riserve di petrolio greggio scendono di 1,12 milioni di barili, una flessione superiore alle aspettative.
Per quanto riguarda i prodotti raffinati, le riserve di benzina scendono di 2,4 milioni di barili, a fronte di una stima ferma a un prelievo di 1,1 milioni. Scenario ribassista anche per i distillati, che fanno registrare il più forte incremento degli ultimi otto mesi – con l’aggiunta di 5,3 milioni di barili.
Mercoledì, alle ore 14:30 GMT, la EIA pubblicherà i dati ufficiali del Dipartimento dell’Energia USA, dati che i trader analizzeranno con attenzione per capire quanto si avvicinano a quelli dell’API. Stando alle previsioni, le riserve di greggio negli Stati Uniti dovrebbero essere salite a di 3,8 milioni di barili. La scorsa settimana, il rapporto ha scioccato i mercati segnalando un prelievo pari a 14,50 milioni di barili.
Il mercato cercherà di recuperare le forti perdite di martedì provocate dalle dichiarazioni dell’agenzia internazionale per l’energia, secondo le quali il rallentamento della crescita della domanda di petrolio – in un contesto su cui pesano livelli già alti di scorte e di offerta – potrebbe creare le condizioni per il persistere dell’eccesso di offerta fino almeno alla prima metà del 2017.
I venditori hanno anche reagito alle notizie secondo le quali la Libia si starebbe per mettere al lavoro per recuperare le esportazioni di petrolio dai porti sequestrati negli ultimi giorni dalle forze leali al comandante Khalifa Haftar. Secondo le stime iniziali, la produzione in Libia potrebbe raggiungere i 600.000 barili al giorno (dai 290.000 barili del mese scorso), un quantitativo che si andrebbero ad aggiungere a un’offerta globale già in eccesso.
A inizio settimana, i prezzi sono scesi dopo la revisione da parte dell’Opec delle proiezioni per l’anno 2017 sull’offerta dei paesi rivali: per i paesi produttori non membri dell’Opec si prevede ora un incremento anziché una flessione. La notizia serve a segnalare la persistente crescita del
surplus di offerta globale, con una conseguente aumento di pressione sui paesi Opec e non affinché nel corso delle trattative informali che si terranno ad Algeri a fine mese si cerchi una soluzione al problema delle crescita dell’offerta.
James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.