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Il greggio sulle montagne russe

Da
Barry Norman
Aggiornato: Nov 19, 2015, 13:44 GMT+00:00

Gli speculatori sul petrolio greggio sembrano incapaci di capire dove stia andando il mercato. I dati contenuti nel rapporto ufficiale sulle scorte della

Il greggio sulle montagne russe

Il greggio sulle montagne russe
Gli speculatori sul petrolio greggio sembrano incapaci di capire dove stia andando il mercato. I dati contenuti nel rapporto ufficiale sulle scorte della EIA pubblicato mercoledì sono al di sotto delle aspettative, ma le riserve di benzina registrano un forte incremento inducendo i trader a coprire le proprie posizioni. Giovedì nel corso della sessione asiatica il barile ha guadagnato 32 centesimi salendo a 42,27, ma dopo la pubblicazione del rapporto è sceso a quota 39,91 al barile: il prezzo più basso da fine agosto, quando un’ondata di panico provocata dal rallentamento dell’economia cinese ha fatto tremare Wall Street. Il petrolio si attesta a 40,75, comunque in ribasso del 13% nel mese di novembre. Gli speculatori speravano che il peggio fosse passato, tanto che nei mesi di settembre e ottobre – in corrispondenza di un riassorbimento dei timori di una recessione globale – i prezzi sono tornati a salire. A inizio ottobre, in seguito all’avvio da parte della Russia delle operazioni militari in Siria, quando si temette una interruzione dei rifornimenti, il petrolio ha superato per un breve lasso di tempo i 50$ il barile. Il petrolio Brent sale di 29 centesimi attestandosi a 44,51.

Stando ai dati dell’agenzia di informazione sull’energia (EIA), la scorsa settimana le riserve di petrolio greggio USA sarebbero aumentate di 252.000 barili: l’incremento al di sotto delle aspettative ha convinto alcuni degli investitori a coprire le proprie posizioni short prima della chiusura della sessione, contribuendo al recupero del prezzo del petrolio.

In seguito alla pubblicazione dei dati della EIA che indicano per l’ottava settimana consecutiva un incremento delle scorte – che ammontano ora 487,3 milioni di barili (a un soffio dal record di aprile pari a 490,9 milioni) – prezzo del petrolio è crollato. Aumentano anche le riserve di benzina di 1 milione di barili, mentre per quanto riguarda i distillati, che includono il diesel e l’olio combustibile, si registra una flessione di 791 mila barili.

Il dollaro Usa continua a rafforzarsi ora che gli investitori credono che finalmente la Federal Reserve aumenterà i tassi di interesse. Per ora nel mese di novembre il dollaro ha guadagnato il 3% contro un paniere delle principali valute, avvicinandosi alla parità con l’euro. Tutte cattive notizie per il petrolio, perché un rafforzamento del dollaro rende il barile, quotato in dollari, più costoso per gli acquirenti stranieri, che tendono a ridurre gli acquisti.

Secondo delle fonti nel mondo del trading e stando ai dati sui trasporti, la regione semi autonoma del Kurdistan avrebbe cominciato a prendere di mira il mercato di petrolio del Baltico nell’Europa nord occidentale, entrando in competizione con la Russia e aumentando l’eccesso di offerta nella regione.

Con petrolio, rame e carbone vicini ai minimi del periodo post crisi finanziaria, alcuni investitori puntano sul fatto che per queste commodity il minimo di lungo periodo possa essere ormai vicino e stanno aumentando il volume delle posizioni long su questi mercati. Per le materie prime industriali come il rame, la Cina ha rappresentato un’ancora di salvezza in seguito alla crisi del 2008-2009, dopo che Pechino per sostenere la domanda ha lanciato un imponente programma di stimolo economico.

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