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Il greggio cede oltre l’1% spinto in ribasso dai dati sulle scorte

Da:
James Hyerczyk
Aggiornato: Nov 13, 2015, 01:04 UTC

Giovedì, in seguito alla pubblicazione di un rapporto sulle scorte fortemente ribassista, i future sul petrolio greggio si muovono in forte ribasso. Il

Il greggio cede oltre l’1% spinto in ribasso dai dati sulle scorte

oil wednesday
Giovedì, in seguito alla pubblicazione di un rapporto sulle scorte fortemente ribassista, i future sul petrolio greggio si muovono in forte ribasso. Il mercato perfora un minimo di breve termine scivolando al minimo dal 27 agosto, mentre i future con scadenza a gennaio scendono a 43,01$, in ribasso di oltre l’1%. Dietro il movimento ci sarebbe il rapporto governativo che indica per la settima settimana consecutiva un incremento di scorte alle riserve di greggio negli USA.

Secondo i dati dell’agenzia d’informazione sull’energia Usa (EIA), nella settimana conclusasi il 6 novembre le riserve di petrolio greggio sarebbero aumentate di 4,2 milioni di barili per un totale pari a 487 milioni di barili: un dato nettamente superiore al milione di barili previsto dagli analisti. Ora le riserve sono vicine al massimo record dei tempi moderni stabilito ad aprile, poco sopra i 490 milioni di barili.

La EIA sostiene inoltre che le riserve nel centro di consegna di Cushing, in Oklahoma, sono salite di 2,237 milioni, facendo segnare il maggior incremento settimanale da marzo. Le perdite sono state probabilmente limitate dal calo superiore alle aspettative delle scorte di benzina. Secondo la EIA, le scorte sono diminuite di 2,1 milioni di barili, a fronte di un una flessione pari a 807.000 barili prevista dai trader. Il clima di preoccupazione rispetto a un possibile rialzo dei tassi di interesse nel mese di dicembre da parte della Fed e il calo del petrolio greggio hanno contribuito a spingere i future sull’oro con scadenza a dicembre ai minimi dal 24 luglio. L’oro ha raggiunto un minimo di 1073$, leggermente al di sotto del minimo toccato a luglio, a quota 1073,70$.

La coppia EUR/USD a inizio sessione ha tentato un rally, fallito però dopo che il presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha attribuito al rafforzamento della valuta – verificatosi dopo il minimo toccato ad aprile – la responsabilità del peggioramento delle previsioni sull’inflazione. È chiaro che la BCE vede con favore un svalutazione dell’euro, ma questa settimana i venditori sono scarsi perché il mercato si è avvicinato quota 1,0600 alla luce di un possibile aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed nel mese di dicembre, che potrebbe frenare le aspettative per un miglioramento dell’economia e le prospettive per un altro aumento dei tassi di interesse.

La coppia GBP/USD a inizio sessione si muove in netto rialzo andando ad estendere l’ondata di acquisti del giorno precedente, provocata dai dati sul mercato del lavoro in GB. I compratori non sono riusciti però a difendere il terreno guadagnato e la coppia forex ha ceduto leggermente terreno. In tarda giornata terrà un discorso il membro del comitato per la politica monetaria Haldon. I trader sperano in eventuali indicazioni sulla tempistica del prossimo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca d’Inghilterra.

Per quanto riguarda le altre notizie del giorno, aumentano le richieste per i sussidi disoccupazione settimanale in Usa toccando quota 276.000 unità, sopra le 270.000 previste e in linea con i dati della scorsa settimana.

In un discorso tenuto nel corso di una conferenza della Fed svoltasi oggi, il presidente Janet Yellen ha dichiarato che in un mondo post crisi per la banca centrale sarà cruciale valutare il funzionamento della politica monetaria. Nessuna nuova valutazione è stata invece offerta rispetto all’economia.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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