Il dollaro USA affonda sotto il peso dei timori legati ai tempi dell’aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed

Giovedì l’euro e la sterlina britannica si muovono in netto rialzo e guadagnano terreno anche oro e petrolio greggio, il tutto in virtù del calo del dollaro USA. Il dollaro ha iniziato a perdere terreno mercoledì con la pubblicazione dei verbali del FOMC. Secondo alcuni trader, il biglietto verde ha perso spinta perché i verbali hanno lasciato intravedere un orientamento da parte della Fed meno favorevole alla stretta monetaria di quanto non si deducesse dell’annuncio di politica monetaria della Banca centrale. L’azione del prezzo suggerisce che per avere un rialzo non basterà l’ aumento dei tassi già previsto per il prossimo mese.

Nonostante il fatto che verbali definisca come “appropriato” un aumento dei tassi di interesse USA nel mese di dicembre (decisione che spingerebbe i rendimenti dei titoli del tesoro in rialzo), non hanno comunque provocato un rally del dollaro USA. I venditori short sulla coppia EUR/USD sembrano aver approfittato di verbali per effettuare le prese di beneficio. Da qui un rally di copertura short che si è protratto fino ad oggi. Uno scenario simile si è presentato sulla coppia GBP/USD.

L’azione del prezzo del dollaro USA potrebbe anche significare che l’aumento dei tassi nel mese di dicembre è stato ormai totalmente scontato sul valore del dollaro; in questo caso gli investitori starebbero già guardando oltre.

Su Comex i future sull’oro con scadenza a dicembre effettuano un rimbalzo dal minimo pluriennale proprio a causa del calo del dollaro USA. Come anche l’euro, i trader hanno approfittato dei verbali della Fed per ridurre le posizioni short, ma hanno contribuito anche fattori tecnici: la sessione di oggi è infatti cominciata con il metallo prezioso in territorio di forte iper venduto (come suggerito dagli indicatori più popolari).

Il calo del dollaro USA non ha supportato i future sul petrolio greggio con scadenza a gennaio, dal momento che gli investitori hanno continuato a concentrare le proprie attenzioni sull’eccesso di offerta a livello globale. La recente azione di prezzo suggerisce che gli investitori credono ancora nel raggiungimento di un equilibrio fra domanda e offerta, ma che i fattori di rischio al ribasso sono troppi per poter dare inizio a posizioni long agli attuali livelli di prezzo.

Per quanto riguarda gli altri dati economici del giorno, segnaliamo il rapporto settimanale sulle richieste di sussidi di disoccupazione che si attestano a 271 mila, e l’indagine sul settore manifatturiero della Fed di Philadelphia che nel mese di novembre segna un 1,9, la prima lettura positiva degli ultimi tre mesi.

Diversi esponenti della Fed potrebbero influenzare i mercati nel corso della sessione odierna. Alle 12.30 del pomeriggio orario ET il presidente della Fed di Atlanta Dennis Lockhart terrà un discorso alla Camera di Commercio della Giorgia, mentre il vicepresidente della Fed di San Francisco Stanley Fischer alle 4.45 del pomeriggio, affrontando il tema dell’economia emergente asiatica.
A inizio giornata il presidente della Fed del Cleveland Loretta Mestre ha dichiarato che alla CNBS che le autorità non si limitano a affrontare il tema dei tassi di interesse e che non crede che la Fed sia oltre assumendo la stazione di prezzo di oggi è principalmente imputabili alla debolezza del dollaro USA a sua volta legata ai timori circa i tempi dell’aumento dei tassi di interessi. Alla maggioranza dei trader un aumento dei tassi a dicembre sembra oramai un affare fatto; il mercato, comunque, ora vuole sapere quando si verificherà il successivo.