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Il dollaro si muove in ribasso contro un paniere di valute e segue un andamento opposto nei confronti dell’euro e dello yen

Da:
James Hyerczyk
Pubblicato: Sep 23, 2016, 00:19 UTC

Durante la sessione di giovedì, il dollaro si è mosso in ribasso contro un paniere di valute, continuando a risentire della decisione sul tasso di

Il dollaro si muove in ribasso contro un paniere di valute e segue un andamento opposto nei confronti dell’euro e dello yen

Durante la sessione di giovedì, il dollaro si è mosso in ribasso contro un paniere di valute, continuando a risentire della decisione sul tasso di interesse e della dichiarazione sulla politica monetaria adottate dalla Fed nella giornata di mercoledì. Nelle prime ore della sessione, i contratti future sull’indice del dollaro con scadenza a dicembre hanno toccato quota 94,95, prima di rimbalzare a quota 95,20 in ribasso di 0,465 punti ossia dello 0,49%.

Il dollaro ha seguito un andamento diverso nei confronti dell’euro e dello yen, scendendo al minimo settimanale contro la moneta unica europea e recuperando parte delle perdite subite nella giornata di ieri sulla valuta nipponica. La volatilità è stata innescata dal tentativo degli investitori di posizionarsi correttamente dopo le dichiarazioni rese dalla Fed durante la sessione di ieri. La banca centrale degli Stati Uniti ha annunciato che potrebbe innalzare i tassi a dicembre e che, in futuro, vi saranno meno tagli.

Questo tipo di azione del prezzo indica che gli investitori si aspettavano un messaggio dai contenuti decisamente più da falco rispetto a quello reso noto dalla Fed.

Sebbene la Banca del Giappone abbia attuato un’inattesa revisione della sua politica monetaria, i trader dello yen non ne sono stati impressionati, continuando a spingere la coppia USD/JPY in ribasso. Il deprezzamento trae origine dall’idea dei trader secondo cui la banca centrale nipponica sta esaurendo le idee e gli strumenti per stimolare l’economia e svalutare lo yen.

I dati sull’economia degli Stati Uniti, pubblicati nella giornata di giovedì, sono stati diversi e hanno fatto poco per provocare una reazione significativa da parte dei trader. Le richieste di sussidio di disoccupazione settimanali sono risultate migliori delle aspettative: la lettura è stata di 252000 unità a fronte delle 261000 attese.

L’indice del prezzo delle abitazioni è salito dello 0,5%, più dello 0,3% stimato. Tuttavia, le vendite di abitazioni esistenti hanno deluso i trader, segnando 5,33 milioni a fronte dei 5,45 milioni previsti. Infine, l’indice principale del Conference Board ha registrato un calo dello 0,2%, superiore allo 0,0% atteso.

I contratti future sull’oro con scadenza a dicembre negoziati sul Comex si sono mossi in rialzo. Tuttavia, i guadagni sono stati limitati a causa dell’annuncio della Fed. Nella giornata di oggi, il rialzo ai 1345,20$ ha fatto aumentare l’oro di 13,80$, ossia dell’1,03%. Probabilmente, la mossa ha rappresentato la prosecuzione della reazione al deprezzamento del dollaro e alla decisione della Fed di mantenere i tassi invariati a settembre. Tuttavia, i guadagni possono essere stati limitati dall’elevata possibilità di una manovra restrittiva a dicembre.

I contratti future sul greggio con scadenza a novembre hanno continuato a ricevere supporto dalla riduzione delle scorte, segnalata dal rapporto pubblicato nella giornata di ieri dall’Agenzia degli Stati Uniti per l’Informazione sull’Energia, e dal deprezzamento subito dal dollaro durante la sessione odierna. Il ribasso della valuta degli Stati Uniti potrebbe far aumentare la domanda di petrolio. Greggio e Brent sono saliti a massimi non toccati da agosto. Tale incremento dimostra il miglioramento dei fondamentali negli Stati Uniti.

Nonostate le scorte di greggio degli Stati Uniti registrino il terzo calo consecutivo, tale riduzione potrebbe non avere alcun effetto sull’eccesso di offerta globale. La Russia ha, infatti, annunciato che la propria produzione ha raggiunto un nuovo massimo storico, superiore agli 11 milioni di barili al giorno. La ripresa dell’attività produttiva in Libia e Nigeria contribuisce, infine, a far ulteriormente aumentare un’offerta di petrolio già notevolmente superiore alla domanda, ancor più aggravando lo squilibrio del mercato petrolifero.

Sull'Autore

James A. Hyerczyk ha lavorato come analista finanziario fondamentale e tecnico del mercato dal 1982. James ha iniziato la sua carriera a Chicago come analista di mercato a termine per commercianti di pavimenti presso il CBOT e il CME, e da 36 anni fornisce analisi di qualità ai trader professionisti.

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