Ieri è stata una giornata impegnativa per le materie prime, dato che oro, petrolio e argento hanno mostrato una forte volatilità, cosa che si era
Ieri è stata una giornata impegnativa per le materie prime, dato che oro, petrolio e argento hanno mostrato una forte volatilità, cosa che si era verificata di rado nel corso degli scorsi mesi, quando questi strumenti si sono mossi di fatto uno alla volta, anziché tutti contemporaneamente. Uno dei fattori comuni a questo movimento è stato il rafforzamento del dollaro con la conseguente aspettativa di un rialzo dei tassi d’interesse da parte della Fed, più o meno confermato per questo mese.
Ciò risulta evidente dalla relazione dell’ADP sull’occupazione, che è stata resa nota ieri in prossimità della sessione statunitense, e che ha rivelato dati straordinariamente positivi, superiori del 50% rispetto alle attese. Questo implica anche che il dato sulle retribuzioni non agricole (NFP) probabilmente sarà altrettanto positivo, fornendo così un segnale alla Fed per proseguire con l’innalzamento dei tassi d’interesse nella prossima settimana. Lo scenario ha causato una forte agitazione nei rialzisti del metallo aurifero, che ora si stanno rendendo conto della possibilità di tre rialzi dei tassi d’interesse da parte della Fed per l’anno corrente, e per la fine dell’anno i tassi risulteranno abbastanza alti da incoraggiare sempre maggiori investitori a spostare i loro fondi dal mercato aurifero verso il dollaro e verso l’economia statunitense.
Questa situazione ha determinato una rottura in ribasso per i prezzi del metallo aurifero che hanno infranto il notevole supporto nella regione dei 1220; come avevamo indicato nelle nostre previsioni di ieri, se il supporto nella regione dei 1220$ non avesse più funto da sostegno per i prezzi, avremmo visto l’oro muoversi velocemente verso il livello dei 1200$, cosa che si è verificata ieri. I prezzi della materia prima continuano a mostrarsi deboli, tuttavia senza alcuna importante notizia in previsione per oggi, potremmo assistere a una giornata di consolidamento, dato che gli operatori del mercato restano in attesa dei dati sulle retribuzioni non agricole, previsti per domani.
Ieri i prezzi petroliferi sono precipitati, poiché sembra che alla fine si stia preparando una forte tempesta sull’andamento dei prezzi del combustibile. L’accordo sui tagli alla produzione sta procedendo abbastanza bene, tuttavia a metà della scorsa settimana l’Arabia Saudita ha dichiarato che non potrà sostenere l’accordo a oltranza, soprattutto a causa degli altri produttori che non stanno cooperando quanto dovrebbero. Inoltre, durante il periodo di attuazione dell’accordo, abbiamo visto che i produttori statunitensi hanno incrementato le loro estrazioni e persino le loro giacenze di greggio, come ne abbiamo avuto conferma ieri.
Di fatto, questo scenario neutralizza lo scopo dei tagli alla produzione, tesi a determinare una riduzione dell’offerta presente sul mercato affinché il rapporto tra la domanda e l’offerta possa salire. Ciò ha deluso i rialzisti del combustibile e ieri abbiamo visto i prezzi crollare verso il livello dei 50$, mostrando un ribasso maggiore del 5% in una singola giornata. Prevediamo che i prezzi del petrolio continueranno a mostrarsi deboli anche oggi e nei prossimi giorni, con i timori e le incertezze che risulteranno prevalenti sui mercati.
Ieri i prezzi dell’argento hanno seguito l’andamento dell’oro, con un decremento nei confronti del dollaro che prevediamo possa continuare anche per la giornata odierna.
Colin First è stato coinvolto nel settore FX per 14 anni lavorando in varie vesti come trader, gestore di fondi, rivenditore e analista. Si è specializzato nello sviluppo di strategie di trading ed è appassionato di FX e servizi finanziari. Colin mantiene un blog in cui discute su diversi argomenti relativi al FX.