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Il Dollaro In Rialzo Sulla Scia Dei Timori Spinge I Prezzi Del Greggio In Ribasso

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jun 24, 2016, 07:37 GMT+00:00

I prezzi del greggio si muovono in ribasso poiché la possibilità di assistere ad un Brexit diventa sempre più concreta, infatti, questa mattina i sondaggi

Il Dollaro In Rialzo Sulla Scia Dei Timori Spinge I Prezzi Del Greggio In Ribasso

I prezzi del greggio si muovono in ribasso poiché la possibilità di assistere ad un Brexit diventa sempre più concreta, infatti, questa mattina i sondaggi hanno mostrato un risultato inaspettato. Stando a quanto riportato oltre il 70% degli elettori ha votato a favore dell’uscita. Il dollaro statunitense si muove in rialzo gravando pesantemente sui mercati delle materie prime. Anche l’oro riduce i guadagni sulla scia dell’ascesa del biglietto verde.

I fondamentali sulle scorte di greggio restano invariati, tuttavia quando i rischi del Brexit cresceranno il combustibile si muoverà in ribasso poiché la negoziazione sarà ancora più rischiosa. Economicamente parlando, il Brexit potrebbe portare alla contrazione dell’economia britannica ed influenzare così il resto d’Europa.

Questa mattina il greggio WTI perde 1,65$ ed é scambiato a 48,46$ mentre il Brent, che segue l’andamento del cugino statunitense, si attesta su quota 49,30$.

Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come dal mese di febbraio i prezzi del greggio abbiano postato un rincaro di oltre l’80% sulla scia di un’inaspettata interruzione della fornitura, tuttavia, il mercato potrebbe mancare un ulteriore interruzione capace di spingere i prezzi in rialzo.

Stando alle stime effettuate dalla Barclays, nel 2016 la produzione del Venezuela potrebbe subire un calo di mezzo milione di barili giornalieri. I blackout elettrici, le difficoltà finanziarie, la mancanza di un’adeguata manutenzione e la carenza di greggio importato per la lavorazione potrebbero incrementare le perdite nella nazione del Sud America. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come il Venezuela abbia già postato un calo di 120.000 barili giornalieri a causa del black-out, guasto che arriva all’apice di anni di graduali declini dettati dai bassi investimenti petroliferi del paese. Secondo una recente valutazione effettuata da Moody, la crisi economica potrebbe anche portare la PDVSA statale in un deficit del debito entro la fine dell’anno. I mercati del greggio non stanno ancora valutando questa potenziale interruzione della fornitura.

Giovedì il governo Nigeriano ha affermato di voler intensificare le misure di sicurezza nelle insenature della regione del Delta del Niger, territorio ricco di petrolio. Queste le dichiarazioni rilasciate da Muhammad Baandee, controllore generale della Nigeria Immigration Service (NIS),  durante l’udienza con il ministro della Niger Delta Affairs, Usani uGuru Usani.

Giovedì i prezzi del greggio chiudono in rialzo del 2% dopo aver mostrato una sessione estremamente volatile. Gli investitori erano meno preoccupati per le prospettive economiche mondiali poiché gli ultimi sondaggi pre-voto avevano mostrato come la Gran Bretagna fosse destinata a rimanere all’interno dell’Unione Europea.

I prezzi del greggio sono stati supportati anche dal rapporto rilasciato dalla società di intelligence Genscape che, per la settimana terminata il 21 giugno, ha mostrato un prelievo di quasi un milione di barili dal centro di Cushing, Oklahoma, centro di stoccaggio dei future del greggio statunitense.

“Se il risultato del referendum fosse quello di “rimanere” le reazioni del mercato potrebbero essere silenziose” ha dichiarato Dominick Chirichella, capo contabile della Energy Management Institute di New York.

“In caso contrario, se il risultato fosse quello di “lasciare” il rischio più grande sarebbe legato al valore di mercato degli asset di rischio poiché il risultato sarebbe inaspettato”

Per quanto riguarda le notizie del mercato del greggio, la  Canadian Association of Petroleum Producers ha ridotto le sue previsioni di produzione di greggio canadese per il 2030 di 400,000 barili giornalieri raggiungendo quota 4,9 milioni di barili giornalieri.

La banca nordica SEB ha alzato le sue stime relative ai prezzi del Brent per il 2016 a 48$ al barile contro i precedenti 44$ al barile, inoltre, l’istituto di credito ha rivisto in rialzo anche le previsioni per il 2017 raggiungendo quota 55$ contro i 50$ precedentemente stimati.

In un intervista televisivo, il ministro dell’energia dell’Arabia Saudita ha dichiarato che i prezzi del greggio continuano a migliorare e il rapporto tra la domanda e l’offerta ha quasi raggiunto un equilibrio.

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