Il crollo globale delle materie prime sta pesando fortemente sulle valute di Australia e Nuova Zelanda, con l'Aussie che guadagna solo 7 punti dal minimo,
La Reserve Bank of Australia ha rilasciato la dichiarazione al termine della sua riunione mensile sulla politica monetaria. Di 21 analisti interpellati, tutti tranne uno non si aspettavano nessuna variazione per questa settimana. Nella mattinata di oggi, la Rba ha annunciato: “Ci si aspetta che, verso la fine dell’anno, la Federal Reserve avvii l’aumento del suo tasso di interesse di riferimento, ma altre banche centrali di notevole rilevanza continuano ad allentare la loro politica monetaria. Pertanto, le condizioni finanziarie globali rimangono decisamente accomodanti. Nonostante le fluttuazioni dei mercati derivanti dagli sviluppi in Cina e in Grecia, i tassi sui finanziamenti a lungo termine per la maggior parte dei sovrani e dei mutuatari privati meritevoli di credito rimangono notevolmente bassi.”
Gli operatori si aspettavano che Glenn Stevens assumesse dei toni da colomba, ma, nella mattinata di oggi, il governatore è rimasto più o meno neutrale, dando all’Aussie un po’ di slancio. Stevens ha aggiunto: “Sebbene il tasso di crescita sia rimasto in qualche misura al di sotto della media di lungo periodo, si è associato a un incremento dell’occupazione lievemente migliore nell’ultimo anno.” Questo estratto dal discorso di Glenn Stevens suggerisce che ci troviamo in una fase in cui la crescita del Pil non sta rallentando l’aumento dell’occupazione.
Nel corso della sessione asiatica, il dollaro si è mosso in rialzo, guadagnando 5 punti per venire negoziato a quota 97,65. La valuta degli Stati Uniti ha mantenuto la sua forza grazie all’aumento delle aspettative per un aumento del tasso di interesse da parte della Fed.
Il kiwi si è mosso in ribasso, perdendo 3 punti per raggiungere quota 0,6561 a causa della caduta delle materie prime, che pesa fortemente sulla piccola economia della Nuova Zelanda, ove i prezzi del latte registrano nuovi minimi. A ciò si aggiungono i risultati deludenti che, in questa settimana, hanno caratterizzato il settore manifatturiero cinese. L’indice dei responsabili degli acquisti elaborato da Caixin ha mostrato come l’attività delle fabbriche cinesi si sia ridotta più di quanto era stato stimato nell’ultimo mese, alimentando le preoccupazioni circa la seconda economia mondiale. Di norma, tutto ciò pesa sulle valute come il dollaro della Nuova Zelanda, la cui economia è strettamente legata alle sorti della Cina.