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Il calo del dollaro USA riporta il petrolio ai $ 50

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 23, 2016, 08:00 GMT+00:00

Il mercato del petrolio recupera le perdite nel corso della sessione asiatica, favorito dal calo del dollaro USA: il WTI guadagna 31 centesimi e sale a

Il calo del dollaro USA riporta il petrolio ai $ 50

Il mercato del petrolio recupera le perdite nel corso della sessione asiatica, favorito dal calo del dollaro USA: il WTI guadagna 31 centesimi e sale a 49,44 mentre il Brent ne guadagna 27 per attestarsi a 50,15. Il dollaro USA continua a perdere terreno in seguito alla testimonianza di due giorni tenuta da Janet Yellen; pesa anche ì il calo di tensione a livello globale oggi che i cittadini britannici si recano alle urne. I dati del rapporto settimanale sulle scorte della EIA sono contrastanti, con alcuni prodotti in calo e altri in aumento. Nel rapporto settimanale sulle scorte pubblicato mercoledì, l’Agenzia d’Informazione sull’Energia (EIA) segnala – in riferimento alla settimana conclusasi il 17 gennaio – un calo pari a 0,9 milioni di barili, la quinta flessione settimanale consecutiva. La lettura precedente era al di sotto delle previsioni di mercato con una contrazione pari a 1,7 milioni di barili.

Nel frattempo, gli investitori tengono gli occhi puntati sull’imminente referendum in Gran Bretagna, che avrà inizio giovedì. Nelle sessioni precedenti, il prezzo del petrolio è salito favorito dal ritrovato interesse da parte degli investitori verso investimenti ad alto rischio come il petrolio, dopo che l’ombra di una possibile fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea si era diradata.
La EIA USA misura la capacità di stoccaggio di petrolio greggio due volte l’anno. In riferimento al periodo che va dal settembre 2015 al marzo 2016, la capacità di stoccaggio di petrolio greggio operativo è aumentata di 34 milioni di barili (+6%), il più forte incremento da quando nel 2011 la EIA h iniziato a tenere traccia di questi valori.

L’aumento della capacità di stoccaggio di petrolio greggio ha agevolato la crescita delle riserve di petrolio statunitense, che hanno superato alla fine del gennaio 2016 hanno superato i 500 milioni di barili. Inoltre, secondo quanto segnalato dalla EIA nel periodo settembre-marzo le riserve di greggio USA avrebbero registrato un aumento in 24 delle 30 settimane, raggiungendo nella settimana conclusasi il 10 gennaio i 532 milioni di barili. Questo conteggio esclude i 695 milioni di barili che costituiscono la riserva strategica di petrolio USA.

“Nonostante la domanda di benzina sia ancora debole rispetto ai livelli dello scorso anno, un incremento delle riserve sia di benzina che di distillato non lasciano presagire nulla di buono per il prezzo del prodotto. Di fronte a questi dati, riteniamo che il WTI possa scendere al di sotto dei 49 $ di questa settimana.”

Gli investitori inoltre si preparano a ulteriori oscillazioni di mercato, con il dollaro in movimento in scia alle speculazioni oltre al referendum in Gran Bretagna di oggi. Quando altri fattori fondamentali sono meno convincenti, il biglietto verde influenza la domanda di petrolio in dollari tra possessori di altre valute.
A parte il Brexit, gli investitori monitoreranno inoltre il conteggio delle piattaforme negli Stati Uniti, che potrebbe salire per la quarta settimana di fila. I dati usciranno venerdì. Un aumento nel numero di impianti di perforazione attivi potrebbe indicare un potenziale di crescita della produzione di scisto negli Stati Uniti nei prossimi mesi.
Si teme inoltre che il petrolio sopra i $ 50 possa portare più produttori riprendere il pompaggio, aggiungendosi ad un mercato già saturo.

I prezzi del petrolio hanno rimbalzato dopo essere scesi nel mese di febbraio ai minimi sotto i $ 30, ma i livelli attuali sono ancora molto lontani dai picchi del 2014 oltre i $ 100.

Secondo un rapporto pubblicato mercoledì dall’OPEC, nel 2015 i proventi delle esportazioni di petrolio del gruppo sono crollati del 46 per cento, scivolando ai minimi in 10 anni; si sottolinea l’impatto di un crollo dei prezzi sul reddito dei paesi produttori.

I prezzi del petrolio a circa $ 50 al barile sono la metà dei livelli toccati a metà 2014, sotto pressione per l’eccesso di offerta. La decisione di non tagliare l’offerta presa dall’OPEC nel novembre 2014, che sperava che un calo dei prezzi potesse frenare l’offerta da parte dei concorrenti, ha aggravato il declino.

Con il calo del reddito, nel 2015 13 membri dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (OPEC) ha registrato un deficit di conto corrente combinato di $ 99,60 miliardi, a fronte di un surplus di $ 238,10 miliardi di dollari nel 2014.

Secondo i dati contenuti nel Bollettino statistico annuale, lo scorso anno i paesi membri del cartello hanno guadagnato $ 518.200.000.000 dalle esportazioni di petrolio, il livello più basso dal 2005.

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