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Il basso prezzo del petrolio continua a tenere sotto stress i trader

Da
Barry Norman
Aggiornato: Dec 10, 2015, 17:55 GMT+00:00

Nel corso della sessione asiatica il barile rimbalza guadagnando 28 centesimi; i trader non potevano farsi sfuggire l'opportunità di comprare la commodity

Il basso prezzo del petrolio continua a tenere sotto stress i trader
Il basso prezzo del petrolio continua a tenere sotto stress i trader

Nel corso della sessione asiatica il barile rimbalza guadagnando 28 centesimi; i trader non potevano farsi sfuggire l’opportunità di comprare la commodity ora che il dollaro USA cede terreno e i prezzi del petrolio sono ai minimi del 2015. Il WTI si attesta a 37,45 mentre il Brent guadagna 18 centesimi salendo a 40,48. I trader hanno prestato ben poca attenzione al rapporto rialzista sulle scorte della EIA pubblicato mercoledì. Negli ultimi giorni i prezzi di tutto ciò che va dal petrolio greggio ai metalli industriali come alluminio, acciaio, rame, platino e palladio sono crollati ulteriormente. Martedì, per la prima volta dal febbraio 2009 il prezzo del WTI è precipitato sotto i 37$ il barile.

In uno scenario dominato dall’eccesso di offerta globale di petrolio e dalla guerra dei prezzi in corso che ha spinto l’Opec verso livelli di produzione ai massimi storici, il Congresso Usa potrebbe prendere una decisione significativa che rappresenterebbe un grosso ostacolo per i piani dell’Arabia Saudita. Con il ritorno all’attività da parte del Congresso dopo la pausa festiva, il settore del petrolio e del gas potrebbe segnare un’importante vittoria a proprio favore. Il divieto di esportazione del petrolio in vigore da decenni – concepito per difendere i consumatori statunitensi e favorire l’indipendenza energetica – difficilmente arriverà al prossimo anno. Il divieto dovrebbe essere elevato per mezzo di una clausola del decreto omnibus sulla spesa – che ogni anno viene farcito con tagli e attacchi all’ambiente che altrimenti non potrebbero passare – attesa per venerdì. Gli ambientalisti e le associazioni di consumatori hanno fortemente osteggiato un tale intervento, che si ritiene possa portare a un aumento delle estrazioni di combustibile fossile negli Stati Uniti e a un incremento dei prezzi del petrolio per i consumatori americani.

Ieri l’Agenzia d’Informazione sull’Energia USA ha pubblicato il rapporto settimanale sul petrolio; i dati riferiti alla scorsa settimana indicano una contrazione delle riserve di petrolio greggio commerciale pari a 3,6 milioni di barili, per un volume totale pari a 485,9 milioni di barili. Livelli così alti di scorte di petrolio greggio a scopo commerciale non si riscontravano in questo periodo dell’anno da almeno ottant’anni.

Martedì pomeriggio l’Istituto americano per il Petrolio (API) ha segnalato una contrazione delle scorte di petrolio greggio pari a 1,9 milioni di barili nella settimana conclusasi il 4 dicembre. Per lo stesso periodo gli analisti avevano stimato una flessione pari a 1,2 milioni di barili.

Secondo i dati della EIA, la scorsa settimana le riserve totali di benzina hanno registrato un incremento pari a 800.000 barili, muovendosi nella parte superiore della gamma media di oscillazione degli ultimi cinque anni. La quantità media di benzina erogata nelle ultime quattro settimane si aggira attorno ai 9,2 milioni di barili al giorno, in rialzo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

L’impennata dei prodotti petroliferi raffinati è il risultato delle azioni dei raffinatori che hanno approfittato del basso prezzo del greggio, sceso di quasi il 40% da un anno fa, quando per difendere mercato quota l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio ha deciso di mantenere i livelli di uscita a fronte della caduta dei prezzi.

Il mese scorso, le esportazioni cinesi di prodotti petroliferi sono aumentate del 68% (anno su anno) raggiungendo le 4,1 milioni di tonnellate. Gli analisti si aspettano che i raffinatori cinesi facciano decollare la produzione, probabilmente spingendo in prezzi in ribasso con il crescere dell’offerta. L’OPEC la scorsa settimana ha deciso di mantenere la produzione elevata, mentre il mercato ha anche anticipando l’impatto del ritorno di petrolio iraniano nei prossimi mesi. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, a partire dal terzo trimestre di quest’anno, l’offerta mondiale supererà la domanda di greggio di 1,6 milioni di barili al giorno.

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