Il dollaro apre la sessione odierna ancora in crescita, lievitando di 10 punti sino a 96,08 mentre i trader si preparano per la riunione Bce di quest’oggi
Il dollaro apre la sessione odierna ancora in crescita, lievitando di 10 punti sino a 96,08 mentre i trader si preparano per la riunione Bce di quest’oggi e soprattutto alla pubblicazione delle buste paga non-agricole Usa di domani. Ieri sera gli speculatori del biglietto verde e gli osservatori delle mosse Fed hanno salutato con favore la pubblicazione del Beige Book dell’istituto centrale statunitense. Formalmente, questo rapporto è conosciuto come la Sintesi dei commenti relativi alle condizioni economiche attuali. L’economia a stelle e strisce ha continuato a crescere nella gran parte dei 12 distretti del sistema-Fed, l’unica eccezione essendo la filiale di Richmond. Nonostante nevicate che hanno raggiunto livelli quasi da record, il distretto di Boston ha frattanto riportato un netto incremento nel numero dei nuovi contratti commerciali.
La Fed ha il compito di supportare il sistema economico federale e di combattere l’inflazione; in questo senso, il Beige Book non ha evidenziato alcuna crescita eccessiva da parte dei prezzi. Le pressioni salariali si sono invece rivelate moderate per quasi tutti i distretti, limitandosi a incidere sulle retribuzioni dei lavoratori più specializzati. Secondo la Fed, praticamente ogni distretto ha riportato nulli o lievi incrementi del livello dei prezzi.
Il crollo dei prezzi del petrolio sta incidendo in maniera netta sulle prospettive del mercato energetico. A Dallas è letteralmente crollata la domanda di servizi petroliferi e dei relativi equipaggiamenti, mentre anche il distretto di Minneapolis segnalava un calo analogo. La Fed riporta che il numero degli impianti estrattivi di petrolio e gas naturale si è contratto significativamente nei distretti di Cleveland, Minneapolis e Kansas City, mentre diversi produttori di gas e petrolio affermavano che nel 2015 avrebbero ridotto i propri investimenti.
I dati contenuti nel rapporto Fed saranno sul tavolo della prossima riunione dell’istituto centrale statunitense, fissata per il 17-18 marzo. Gli analisti ritengono che la Fed non metterà mano ai tassi prima di giugno, o anche dopo.
La scorsa settimana il presidente Fed Janet Yellen ha illustrato davanti al Congresso il rapporto semestrale dell’istituto, affermando che la banca centrale intende “pazientare” prima di rialzare i tassi per via della debole crescita salariale e di un’inflazione ancora al di sotto del tasso-obiettivo (+2%).
La forza del dollaro Usa continua frattanto a incidere sulle controparti valutarie della divisa statunitense, con l’euro precipitato a 1,1064 (-14 punti) proprio mentre i trader guardano con interesse alla conferenza stampa del presidente Bce Draghi di questo pomeriggio. Gli investitori sperano infatti che il numero uno dell’Eurotower riveli maggiori dettagli circa il programma di alleggerimento quantitativo che porterà la Bce ad acquistare titoli sovrani dell’Eurozona. Sam Lynton-Brown, stratega valutario di BNP Paribas SA con sede a Londra, è convinto che “ha poco senso l’intenzione del mercato di incrementare la propria esposizione short in euro in vista dell’avvio del Qe Bce. Nonostante l’annuncio del programma abbia già portato a un significativo deprezzamento della valuta comune, non appena la Bce inizierà a iniettare nuova liquidità nel sistema gli effetti saranno davvero importanti”.
Nel corso della sessione asiatica odierna, l’AUD si muove piatto dopo che le vendite al dettaglio australiane hanno centrato le aspettative e si è ridotto il deficit della bilancia commerciale di Canberra; il dollaro australiano si mantiene così a 0,7819 mentre il Kiwi cede 38 punti per portarsi a 0,7552 con i trader impegnati a soppesare le ultime rivelazioni delle autorità monetarie della Rbnz, le quali hanno lasciato intendere che l’istituto potrebbe incrementare l’ammontare dei requisiti di capitale delle banche e limitare i prestiti sugli immobili residenziali.
In Giappone, il primo ministro Abe e la sua coalizione di governo sono alle prese con uno scandalo interno che sta catalizzando l’attenzione dei trader di yen in un frangente povero di novità economiche. La divisa nipponica è scambiata a 119,84 contro il dollaro Usa. L’amministrazione Abe è stata colpita da un’inchiesta sulla gestione dei finanziamenti elettorali da parte del ministro dell’Ambiente Yoshio Mochizuki e del ministro della Giustizia Yoko Kamikawa, accusati di aver erogato donazioni alla propria base elettorale locale tramite società controllate.