I trader dell'oro finalmente si arrendono e, dopo un'ondata di prese di beneficio, lasciano che il mercato ritorni ribassista. L’oro cede quasi 12$ e si
I trader dell’oro finalmente si arrendono e, dopo un’ondata di prese di beneficio, lasciano che il mercato ritorni ribassista. L’oro cede quasi 12$ e si attesta a 1165,90, lasciando sul terreno i guadagni di martedì e continuando poi a scivolare. La giornata di scambi segue una conferenza sui metalli preziosi organizzata dal Bullion Market Association di Londra, nella quale per il mercato dell’oro sono state ventilate previsioni relativamente ribassiste.
BullionVault, che partecipava all’evento conclusosi martedì, ha abbassato le previsioni medie per il 2016 sull’oro a circa 1160$ l’oncia; si tratta solamente della seconda previsione ribassista sul mercato dell’oro da otto anni a questa parte. Una nota diffusa mercoledì dalla Barclays attribuisce le previsioni relativamente ribassiste sull’oro al clima di incertezza rispetto all’eventuale aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.
“La decisione sui tassi di interesse da parte della Federal Reserve USA viene considerata la causa principale dietro la direzione laterale del prezzo dell’oro” sostiene la Barclays alla conferenza LBMA. L’ipotesi di una posticipazione dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Fed, rimandato a una data indefinita del 2016, ha contribuito a sostenere il recente rialzo dell’oro perché, in un ambiente caratterizzato da tassi di interessi estremamente bassi, il metallo prezioso – che non produce interessi – prospera. Dei tassi di interesse più alti sono invece una manna per il dollaro, ma pesano sui beni denominati in dollari, rendendoli più costosi per i compratori in possesso di altre valute.
Su Comex anche altri metalli si muovono su terreno negativo: fra di essi l’argento, che cede 21,7 centesimi (-1,4%) scivolando a 15,70$ l’oncia, e il rame, che lascia sul terreno 1,4 centesimi (-0,6%), attestandosi a 2,352$ la libbra. Il platino si attesta a 1012$ l’oncia, in ribasso di 8,10$ (0,8%), mentre il palladio perde 12,10$ (-1,7%) scivolando a 682,75$ l’oncia.
Con l’oro che, in vista dell’annuncio della BCE e della riunione del FOMC della prossima settimana, sembra incapace di affrontare la media mobile a 200 giorni, a 1175$, le contrattazioni potrebbero rimanere pacate. La BCE difficilmente modificherà alla riunione di ottobre il proprio programma di acquisto titoli per un valore da 60 miliardi di euro al mese, ma gli investitori si aspettano dei riferimenti a ulteriori misure di stimolo prima della fine dell’anno.
Un membro del Consiglio Direttivo della BCE, Christian Noyer, ha negato che vi sia necessità di modificare i livelli attuali del quantitative easing. Se invece la BCE ha in serbo ulteriori misure di alleggerimento quantitativo, che indebolirebbero l’euro spingendo il dollaro in rialzo, queste avrebbero un impatto sul prezzo dell’oro.
Gli investitori terranno sotto stretta osservazione i dati dagli Usa e le dichiarazioni dei funzionari della Fed in materia di politica monetaria, per cercare di prevedere quando la banca centrale americana potrebbe alzare i tassi. La Fed quest’anno terrà altre due riunioni di politica monetaria, una la prossima settimana e una nel mese di dicembre.
Il rame oggi ha perso terreno insieme ad altri metalli industriali, e viene scambiato a 2,358, in ribasso di 8 punti. I dati deboli dalla Cina, il più grande mercato mondiale di metalli in termini di domanda, hanno inasprito l’umore del mercato. I dati di lunedì indicano per il terzo trimestre il tasso di crescita più basso dalla crisi finanziaria, al 6,9%. Dal lato dell’offerta, le società minerarie come la Glencore PLC e Freeport-McMoRan Inc. hanno recentemente annunciato l’intenzione di tagliare una parte della produzione, alimentando le speranze che questo potrebbe alleviare l’eccesso di offerta mondiale.