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I trader dell’oro rimangono cauti

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jun 19, 2015, 18:14 GMT+00:00

Stamattina l’oro è negoziato appena al di sotto del livello di prezzo a 1.200$ dopo aver perso 2,40$ a causa delle prese di beneficio verificatesi nel

I trader dell’oro rimangono cauti

I trader dell’oro rimangono cauti
Stamattina l’oro è negoziato appena al di sotto del livello di prezzo a 1.200$ dopo aver perso 2,40$ a causa delle prese di beneficio verificatesi nel corso della sessione asiatica e innescate dal forte apprezzamento di ieri. Il prezioso è infatti balzato in alto di oltre 20$ a seguito della dichiarazione Fomc e della susseguente conferenza stampa. I mercati auriferi, che erano chiusi al momento dell’annuncio della decisione di politica monetaria Fed, sono lievitati sul fronte elettronico e hanno proseguito la loro corsa per l’intera giornata di giovedì fino a toccare quota 1.205$. L’argento si è mosso di conserva, finendo a quota 16,12 durante la mattinata odierna, pur dovendo scontare una lieve correzione al ribasso. Il platino è invece cresciuto fino a 1.084,30 con i trader che hanno approfittato dei prezzi settimanali e del deprezzamento del dollaro per fare incetta di metallo bianco.

Stamattina il dollaro Usa ha seguito le oscillazioni dell’oro, flettendo a 94,19. Il calo è iniziato subito dopo la conclusione della riunione Fed che dapprima ha sanzionato l’avvio di un rally successivamente esauritosi. Ieri la Fed ha rivisto al ribasso le ipotetiche traiettorie del rialzo dei tassi nel 2016 e nel 2017, con il presidente Yellen che ribadiva la necessità di adottare un approccio graduale per arrivare alla loro “normalizzazione”. Come spesso accade in questi casi, le prossime mosse dell’istituto centrale non potranno prescindere dall’andamento dei dati economici, con la Fed che nel medio periodo punta al pieno impiego e a un’inflazione al 2%. Gli investitori hanno avuto poi modo di conoscere le previsioni dell’istituto circa la crescita dell’inflazione e lo stato di salute del mercato del lavoro, analisi che hanno peraltro rafforzato le speranze di quanti puntano, nei mesi a venire, a un’affermazione delle colombe in seno alla Fed.

La cautela della Fed ha rassicurato gli investitori dopo che quest’anno l’oro ha dovuto fare i conti con le attese per un imminente rialzo dei tassi dopo quasi una decade di stasi. Il rialzo dei tassi potrebbe infatti ridurre la domanda per gli asset che non generano interessi.

Secondo gli analisti di OCBC Bank, che hanno parlato riferendosi alla crisi del debito della Grecia, il prezioso ne trarrà beneficio dal momento che “con ogni probabilità gli investitori si riverseranno sugli asset sicuri a causa dei timori crescenti per un’uscita di Atene dall’Eurozona dopo il fallimento dei negoziati e per una stance di politica monetaria Usa più cauta”.

Atene e i suoi creditori internazionali non sono ancora riusciti a trovare un accordo sul debito. I leader dell’Eurozona si riuniranno lunedì in un summit di emergenza per tentare di impedire il default ellenico, mentre sempre più greci ritirano i propri risparmi dalle banche e il gettito fiscale verso lo Stato centrale sta letteralmente crollando. Perciò, nonostante il rialzo dei prezzi dell’oro, i trader rimangono cauti.

L’oro è cresciuto di oltre il 2% nel corso dell’ultima settimana dopo che già la scorsa era lievitato di circa lo 0,85%. Tecnicamente, se il trend rialzista avviato a marzo dovesse continuare, il metallo giallo potrebbe arrivare a quota 1.240$ prima di impostare una correzione all’interno del canale. Prima di allora, bisognerà monitorare con cura il livello a 1.220$.

A ogni modo, l’impressione è che il prezioso non sia ancora riuscito a sfuggire al trend ribassista che emerge dal grafico mensile. E dal momento che il lungo trend ribassista iniziato a settembre 2011 sembra ancora in auge, la linea a quota 1.043$ potrebbe fungere da solido supporto.

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