Il mercato aurifero rimane in prossimità dei minimi mensili mentre i trader si preparano alla decisione della Federal Reserve prevista per domani.
Il mercato aurifero rimane in prossimità dei minimi mensili mentre i trader si preparano alla decisione della Federal Reserve prevista per domani. L’importante riunione inizierà oggi e la Fed sembra essere proiettata verso il primo innalzamento dei tassi di interesse degli ultimi sette anni. L’oro rimane invariato a 1.063,60$. Ricordiamo come lunedì i prezzi del metallo abbiano postato i minimi plurisettimanali in previsione dell’inizio della riunione di due giorni della Federal Reserve, riunione che per molti, si trasformerà nel primo innalzamento dei tassi di interesse.
Lunedì il prezioso perde 12,30$, o l’1,1%, per attestarsi su quota 1,063.40$ l’oncia, i minimi dal 3 dicembre. A tale proposito, ci sembra opportuno ricordare come nella sessione del 2 dicembre il metallo giallo abbia postato i minimi degli ultimi sei anni a 1054$. Un innalzamento dei tassi di interesse Fed allontanerebbe gli investitori dal mercato aurifero spostando il loro interesse verso attività più redditizie. Dal 2006, anno in cui la crisi finanziaria degli Stati Uniti ebbe inizio, la Federal Reserve non ha mai innalzato i tassi di interesse. Inoltre, ci sembra opportuno segnale come un dollaro statunitense in costante ascesa abbia gravato sui prezzi del metallo giallo.
Per quanto riguarda gli altri metalli, l’argento perde 18,9 centesimi, o l’1,36%, per ed é scambiato a 13.695$ l’oncia. Il platino si muove in rialzo guadagnando 6,5$, o lo 0,77%, chiudendo a 850.20$ l’oncia.
Tuttavia, l’oro non é l’unico metallo prezioso a perdere valore, infatti, nella sessione del 14 dicembre, i prezzi dell’argento testano i minimi dal 2009.
Il forte calo dei minatori d’oro potrebbe sembrare un po’ prematuro, tuttavia, ci sembra opportuno ricordare come i prezzi del metallo giallo siano la principale forza motrice dei ricavi e dei profitti industriali, infatti, un ulteriore ribasso del prezioso peserebbe su tutti settori.
A tale proposito, ricordiamo come l’incertezza economica durante e subito dopo la Grande Recessione abbia spinto i prezzi del metallo fortemente in rialzo, tuttavia, la relativa forza economica attuale potrebbe continuane a gravare sui prezzi del prezioso. Fino ad oggi, la Federal Reserve ha evitato di innalzare i tassi di interesse affermando che avrebbe attuato una simile mossa solo quando l’economia degli Stati Uniti sarebbe stata sufficientemente forte da assorbire il suddetto innalzamento.
Il timore é che quel giorno sia arrivato. Il mercato aurifero rischia di perdere ulteriore terreno. La domanda industriale e quella dei consumatori non é in grado di assorbire tutte le scorte acquistate dagli investitori. Oggi, il ribasso del metallo giallo é stato trainato dalle speculazioni, tuttavia, se le speculazioni divenissero realtà e la domanda diminuisse ulteriormente, l’industria aurifera si troverà ad affrontare altri giorni come questo.
L’oro rimane debole nonostante l’inversione di tendenza mostrata dal dollaro statunitense che perde lo 0,4% contro un paniere di valute principali e il rialzo registrato dal greggio WTI dopo aver postato i minimi degli ultimi 11 anni. Le partecipazioni sull’SPDR Gold Trust, il più grande fondo comune di investimento garantito in oro del mondo, si attestano in prossimità dei minimi registrati a settembre del 2008, mentre la domanda fisica dell’India, il più grande consumatore mondiale di metallo giallo continua a diminuire nonostante il ribasso dei prezzi. Venerdì BofA Merrill Lynch ha dichiarato che nel 2016 i prezzi del prezioso potrebbero raggiungere i 950$ sulla scia di un innalzamento dei tassi di interesse Fed. Altri broker, tra cui segnaliamo la Goldman Sachs prevedono che i prezzi dell’oro si muoveranno ulteriormente in ribasso stabilizzandosi in prossimità dei 10004 o persino a livelli inferiori.
Il palladio guadagna lo 0,9% per attestarsi su quota 547,10$ l’oncia mentre il platino posta un rincaro dell’1% ed è scambiato a 853.504 l’oncia.