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I trader del mercato valutario attendono il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 8, 2016, 20:07 UTC

Dati gli eventi scarsamente rilevanti nelle altre economie asiatiche, l'attività della mattinata si è nuovamente concentrata sulla Cina. Tuttavia, nella

I trader del mercato valutario attendono il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti

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Dati gli eventi scarsamente rilevanti nelle altre economie asiatiche, l’attività della mattinata si è nuovamente concentrata sulla Cina. Tuttavia, nella giornata di oggi, la tensione è lievemente diminuita a seguito della rapida azione del governo cinese per spegnere il loro nuovo “interruttore di liquidità”, acceso durante la settimana e che sembrava funzionare in senso contrario al suo scopo, provocando ansia e panico. Mentre i mercati azionari reagivano alla svalutazione dello yuan decisa dalla Banca Popolare Cinese, la chiusura anticipata delle borse ha soltanto aggravato la situazione, invece di alleviare la tensione. Nella mattinata di oggi, lo yuan si è mosso in leggero rialzo per venire negoziato a quota 6,5894, rimanendo prossimo ai minimi dell’ultimo decennio. Nella giornata di giovedì’, lo yuan a sperimentato il deprezzamento più grave degli ultimi cinque anni, premendo sulle valute della regione e provocando il crollo delle principali borse globali, con gli investitori che temevano l’avvio di una svalutazione competitiva da parte di Pechino.

Per la seconda volta in questa settimana, le borse cinesi sono state chiuse in anticipo, prima che, in serata, le autorità annunciassero l’abbandono del nuovo meccanismo di “interruzione della liquidità”, messo in funzione per fermare le operazioni in un mercato con volatilità elevata. La decisione ha stimolato le ipotesi sulla possibile reazione delle borse cinesi nella giornata di venerdì.

Tuttavia, al deprezzamento sperimentato dallo yuan nel corso della settimana hanno contribuito anche le manovre del tasso di cambio attuate dalla Banca Centrale Cinese. Lo yuan ha perso il 3,5% contro lo yen e lo 0,8% contro l’euro. Il ribasso ha diffuso sospetto e preoccupazione per l’ipotesi che la mossa celi l’avvio di una svalutazione competitiva da parte di Pechino al fine di rilanciare le esportazioni.

L’andamento negativo dello yuan e delle borse cinesi ha spiazzato gli investitori, che avevano previsto un avvio positivo per il nuovo anno.

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Lo yen rimane prossimo ai massimi dello scorso anno, venendo negoziato a quota 118,28 contro il dollaro e a quota 128,75 contro l’euro. Nella mattinata di venerdì, il dollaro è tornato ai 118 yen alla Borsa di Tokyo dopo la recente svendita. La mossa segue alla riduzione dell’avversione al rischio dopo la manovra in rialzo del tasso di cambio da parte della Banca Popolare Cinese e dopo l’avvio positivo della Borsa di Shanghai. Entrambi gli eventi hanno contribuito a dissipare in parte gli eccessivi timori per il rallentamento dell’economia cinese.

L’unico dato rilevante della mattinata di oggi giunge dall’Australia, dove è stato pubblicato il rapporto ufficiale sulle vendite al dettaglio per il mese di novembre. Il risultato corrisponde alle aspettative, segnando una crescita dello 0,4% al livello storico di 24,774 miliardi di dollari australiani. Inoltre, l’incremento di ottobre, inizialmente registrato allo 0,5%, è stato corretto in rialzo allo 0,6%. Novembre segna, dunque, il quarto mese consecutivo di aumento delle vendite al dettaglio, il diciassettesimo negli ultimi diciotto. L’Aussie ha guadagnato 51 punti contro un dollaro in apprezzamento, venendo negoziato a quota 0,7063 dopo essere sceso al di sotto di quota 70. Il kiwi si è mosso in rialzo, con i trader tornati a rivolgersi verso le materie prime e le valute a queste legate e grazie al generale calo della tensione che ha interessato le borse. Il kiwi ha raggiunto quota 0,6647.

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L’evento principale della giornata di oggi è rappresentato dalla pubblicazione del rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli degli Stati Uniti. Nella mattinata, il dollaro si muove in rialzo, con i trader che attendono i dati, la cui diffusione è prevista per il pomeriggio. Il dollaro ha guadagnato 34 punti per venire negoziato a quota 98,64. Grazie al calo del nervosismo per la Cina, l’attenzione dei mercati dovrebbe tornare a rivolgersi a fattori quali i fondamentali dell’economia statunitense e i prossimi innalzamenti del tasso di interesse da parte della Fed. Tuttavia, qualora l’andamento delle borse cinesi dovesse essere nuovamente negativo, è improbabile che i mercati si concentrino sui dati provenienti dagli Stati Uniti, compreso il documento sull’occupazione di dicembre. In base alle aspettative, il rapporto sulle buste paga dei settori non agricoli dovrebbe registrare un incremento di 200000 posti di lavoro nel mese di dicembre a fronte dei nuovi 211000 occupati di novembre. La disoccupazione dovrebbe, invece, rimanere al 5%.

I dati di oggi giungono dopo il rapporto di Adp sulle buste paga del settore privato, pubblicato nella giornata di mercoledì. Il documento ha mostrato un aumento di 257000 posti di lavoro a dicembre, superando le previsioni che davano l’incremento a 198000 unità dopo le 211000 del mese precedente. A dicembre, la Fed ha deciso di aumentare i tassi di interesse per la prima volta in quasi dieci anni, grazie al miglioramento del mercato del lavoro e dell’economia La banca centrale degli Stati Uniti continuerà ad innalzare i tassi nel corso dell’anno, ammesso che la ripresa dell’economia continui.

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