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I trader del Forex prestano scarsa attenzione all’aumento dell’inflazione al consumo in Cina

Da
Barry Norman
Pubblicato: Dec 9, 2015, 20:01 GMT+00:00

La mattinata di mercoledì è stata ricca di dati, con i mercati australiani che reagiscono al calo delle fiducia dei consumatori, bilanciato da un inatteso

I trader del Forex prestano scarsa attenzione all’aumento dell’inflazione al consumo in Cina

La mattinata di mercoledì è stata ricca di dati, con i mercati australiani che reagiscono al calo delle fiducia dei consumatori, bilanciato da un inatteso aumento dei mutui per la casa. L’Aussie è rimasto invariato a quota 0,7215, mostrando una scarsa reazione ai dati sull’inflazione in Cina, risultati migliori delle aspettative. Dall’altra parte, il kiwi si è mosso in ribasso, poiché i dati superiori alla attese pongono in dubbio il programma di stimolo della Banca Popolare Cinese Lo NZD viene negoziato a quota 0,6626 in vista della riunione della Reserve Bank of New Zealand, che si svolgerà nella giornata di domani. Il dollaro neozelandese si è mosso in ribasso a causa delle crescenti ipotesi di un taglio dei tassi di interesse da parte della Rbnz, appena una settimana prima della riunione della Fed in cui ci si aspetta che venga deciso il primo innalzamento dei tassi di interesse in nove anni. Il kiwi non si è mosso di molto quando i dati hanno mostrato un disavanzo di esercizio del governo inferiore alle previsioni per i primi quattro mesi dell’anno fiscale 2016, grazie ai pagamenti delle imposte societarie una tantum che hanno riempito le casse del Tesoro. Lo NZD è rimasto in ribasso a seguito dei dati sulle esportazioni della Cina, il principale partner commerciale della Nuova Zelanda. I risultati hanno mostrato a novembre un calo delle esportazioni per il quinto mese consecutivo.

Nel mese di novembre, in Cina, l’inflazione al consumo è aumentata, ponendo in dubbio l’attuazione di un ulteriore allentamento monetario da parte della Banca Popolare Cinese. L’aumento dell’inflazione al consumo è stato dell’1,5% a fronte di un incremento atteso dell’1,4%. Nonostante la crescita dei prezzi al consumo, la deflazione dei prezzi alla produzione continua a essere grave. Secondo la Nbs, in confronto al novembre del 2014, i prezzi alla produzione sono scesi del 5,9%, rimanendo invariati per il quarto mese consecutivo. Dati tanto diversi, nonostante la persistente debolezza dei prezzi alla produzione, potrebbero diminuire le probabilità di un ulteriore allentamento della politica monetaria da parte della Banca Popolare Cinese nel breve periodo.

Tuttavia, il recente deprezzamento del renminbi, unito al calo delle riserve di valuta estera della Banca Popolare Cinese, suggerisce di adottare una politica monetaria restrittiva. Dopo la pubblicazione dei dati, la coppia USD/CNY si è mossa in rialzo di 75 punti per venire negoziata a quota 6,4247. Nella mattinata, il dollaro ha continuato a muoversi in ribasso, perdendo 9 punti per toccare quota 98,33.

Lo yen ha guadagnato 11 punti sul dollaro, raggiungendo quota 122,82, dopo essere stato negoziato intorno a quota 1,24 solo pochi giorni fa. Contro un euro in rialzo, lo yen viene negoziato a quota 133,95. Dal Giappone sono giunti dati di scarsa rilevanza dopo la pubblicazione del Pil all’inizio di questa settimana, che ha mostrato come l’economia nipponica rimanga appena fuori dalla recessione.

Nella giornata di mercoledì, l’euro ha guadagnato 15 punti per venire negoziato a quota 1,0907. La moneta unica europea domina i mercati dall’annuncio della Bce dello scorso giovedì, secondo cui Francoforte si sarebbe astenuta da qualsiasi importante espansione dl programma di stimolo. L’apprezzamento continua nonostante le dichiarazioni di Mario Draghi, secondo cui, qualora fosse necessario, la Bce potrebbe estendere le misure espansive.

In vista dell’apertura della sessione europea, i contratti future negoziati sia sul DAX sia su SP 500 si muovono in ribasso. Il Dax ha perso 212 punti per scendere a quota 10673,60, mentre i contratti future su SP 500 hanno subito una perdita di 13 punti, assestandosi a quota 2063,59. Lo Shanghai Composite Index ha guadagnato lo 0,4%. La misura di riferimento ha ripreso circa il 20% dopo i minimi registrati ad agosto. La valuta cinese segna il quarto giorno di ribasso contro il dollaro.

Nella giornata di mercoledì, la Banca Popolare Cinese ha portato il tasso di riferimento giornaliero dello yuan ai livelli più bassi degli ultimi quattro anni. La mossa è stata decisa a seguito di un rapporto pubblicato all’inizio della settimana, che ha mostrato un calo delle esportazioni e una riduzione delle riserve di valuta estera superiori alle previsioni. La banca centrale cinese, guidata dal governatore Zhou Xiaochuan, ha già tagliato il suo tasso di interesse principale, portandolo a un minimo storico, e ha ridotto il coefficiente di riserva obbligatoria per le banche principali.

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