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I Rincari Del Dollaro Statunitense Gravano Sui Prezzi Del Greggio E Del Gas Naturale

Da
Barry Norman
Aggiornato: Jun 29, 2015, 17:39 GMT+00:00

Lunedì mattina il dollaro statunitense si muove in rialzo mentre i mercati energetici postano un ribasso Gli speculatori non sanno con certezza come il

I Rincari Del Dollaro Statunitense Gravano Sui Prezzi Del Greggio E Del Gas Naturale

I Rincari Del Dollaro Statunitense Gravano Sui Prezzi Del Greggio E Del Gas Naturale
Lunedì mattina il dollaro statunitense si muove in rialzo mentre i mercati energetici postano un ribasso Gli speculatori non sanno con certezza come il fattore contagio Grecia, in attesa del referedum e ormai in probabile default, possa andare ad impattare sulle domanda dei prodotti energetici. Il greggio WTI perde 86 centesimi ed è scambiato a 58,77$ mentre il brent posta un ribasso di 74 centesimi per attestarsi su quota 62,44$.

Ricordiamo come inizialmente la scadenza per il raggiungimento di un accordo nei negoziati con l’Iran fosse il 30 giugno, scenario che potrebbe incrementare notevolmente l’offerta di greggio sul mercato. Molti trader ritenevano che i negoziati non avrebbero portato a nessun accordo. Tuttavia, gli Stati Uniti, l’Iran e le 5 potenze mondiali hanno deciso di prolungare la scadenza, pertanto, l’accordo potrebbe non essere raggiunto entro la fine dell’anno, ciononostante, entrambe le parti rimangono al tavolo dei negoziati.

L’ascesa della domanda del dollaro statunitense come valuta di rifugio ha spinto il biglietto verde in rialzo, infatti, questa mattina guadagna quasi 82 punti raggiungendo i 96.42 gravando così sui mercati energetici.

Detto questo, ci sembra opportuno ricordare come la scorsa settimana i prezzi del greggio siano rimasti invariati sulla scia delle forte preoccupazioni riguardanti la situazione della Grecia, la salute dell’economia mondiale e l’imminente scadenza dei negoziati con l’Iran sull’accordo nucleare. I negoziati continuano a Vienna, Austria. I prezzi hanno anche subito la pressione di una produzione quasi a livelli record, infatti, il rapporto EIA ha mostrato come, fino al 19 giugno, la produzione di greggio sia aumentata di 9,6 milioni di barili giornalieri nonostante il costante calo delle scorte. Le scorte di greggio si attestano al di sopra della media quinquennale per lo stesso periodo di 84 milioni di barili. Inoltre, anche i continui eventi politici europei suscitati dalla crisi greca hanno esercitato una forte pressione sui prezzi. Stando a quanto riportato dai dati settimanali di governo, le scorte di greggio statunitensi rimangono al di sopra della media quinquennale stagionale di 84 milioni di barili, mentre la nazione continua a pompare ad un ritmo più veloce degli ultimi tre decenni.

lo scorso anno, la quota dell’Opec sul mercato globale è scena al 41,8% postando i minimi dal 2003, sottolineando l’interesse dell’organizzazione a voler difendere le vendite mantenendo le scorte. Stando a quanto riportato dal bollettino statico rilasciato dal suo segretario con sede a Vienna, lo scorso anno, il gruppo dei 12 membri ha pompato 30,0680 milioni di barili giornalieri. Inoltre, la possibilità di  assistere al raggiungimento di un accordo tra l’Iran e le potenze occidentali sul programma nucleare, ha ostacolato un possibile rialzo dei prezzi del greggio poiché la ripresa delle esportazioni iraniane incrementerebbe ulteriormente il già eccessivo surplus delle scorte. Detto questo, pesa anche l’eccesso dei barili del Mar del Nord e dell’Africa occidentale invenduti nel bacino Atlantico, infatti, il mercato fisico fatica a trovare una destinazione per greggio caricato sulle petroliere settimane fa.

Lunedì mattina il mercato del gas naturale si muove in ribasso perdendo 21 punti sulla scia di un dollaro statunitense rialzista. Il combustibile restituisce parte dei guadagni di venerdì ed è scambiato a 2,749$. Lunedì, Tim Evans, analista energetico presso la Citi Futures Perspective di New York, ha dichiarato in una nota ai clienti quanto segue: ” I contratti future sul gas naturale si mostrano sotto pressione a causa di un generale abbassamento delle temperature nel fine settimana e di un possibile conseguente incremento del scorte durante le prossime settimane”

In uno scenario settimanale, il combustibile guadagna 6.6 centesimi, ovvero il 2,4%, registrando un rialzo per la seconda settimana consecutiva.

La scorsa settimana i dati d’inventario del gas naturale statunitense hanno spinto i prezzi del combustibile in ribasso, tuttavia, gli analisti hanno individuato nell’attività commerciale la causa del rialzo di venerdì. Secondo il Wall Street Journal, il rally è stato probabilmente innescato dall’uscita dei trader ribassisti in previsione dell’avvicinarsi del fine settimana. Molti trader, infatti, hanno chiuso le proprie posizioni e, se quelli che dominano il mercato possiedono principalmente posizioni short, i prezzi possono muoversi in rialzo.

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