Giovedì gli speculatori del greggio corrono ai ripari poiché i prezzi del combustibile si muovono fortemente in ribasso. Il calo prosegue nelle prime ore
Stando a quanto mostrato dal rapporto EIA di mercoledì, la scorsa settimana le scorte del greggio hanno registrato un calo mentre quelle della benzina sono aumentate in modo imprevisto durante l’estate, stagione dei guidatori. Le scorte di benzina sono aumentate per la seconda volta consecutiva. Il greggio statunitense si muove rapidamente in ribasso dopo aver ricevuto la notizia, tuttavia, riesce ad invertire la sua rotta rimanendo sostanzialmente invariato a 61,10$. Il tasso di utilizzo delle raffinerie nella regione della costa orientale degli Stati Uniti posta un incremento del 4,8% raggiungendo il 96,2%, i massimi almeno dal 2010.
Il greggio si muove in ribasso per il secondo giorno consecutivo sulla scia delle numerosi scorte statunitensi e di una produzione record, mentre la volatilità dei prezzi posta i minimi degli ultimi sette mesi. Stando a quanto riportato dall’EIA, le scorte di greggio WTI sono diminuite per l’ottava settimana consecutiva, tuttavia, la produzione ha registrato un incremento di 9,6 milioni di barili giornalieri fino al 19 giugno. Le scorte di greggio rimangono al di sopra della media quinquennale per lo stesso periodo di 84 milioni di barili. Mercoledì il Board Options Exchange (CBOE) Volatility Index di Chicago chiude a 29.60 postando i minimi dal 7 novembre.
Il rimbalzo del greggio dai minimi degli ultimi sei anni diminuisce sulla scia delle speculazioni che vedono persistere il surplus dell’offerta poiché l’aumento dei prezzi stimola la produzione. Nella riunione del 5 giugno, i 12 membri OPEC hanno mantenuto invariato il loro obbiettivo di produzione a 30 milioni di barili giornalieri cercando così di costringere i produttori ad alto costo a ridurre la loro fornitura.
Secondo Credit Suisse, il più grande mercato delle materie prime per valore, ovvero quello del petrolio greggio, si scontra con l’ingente fornitura statunitense e un incremento delle esportazioni provenienti dal Medio Oriente nonostante i conflitti interni alla regione. Molti analisti considerano i 60$ come i nuovi 100$. Secondo la FactSet la previsione per i prezzi del greggio del 2015 oscilla dallo scorso marzo in prossimità dei 56$ al barile. Inoltre, la deviazione standard – un misuratore della dispersione del consensus- risulta essere la metà di quella mostrata a dicembre, quando gli analisti si stavano ancora riprendendo dalla decisione presa un mese prima dall’Opec di mantenere invariati i livelli di produzione.
Secondo gli analisti, i prezzi del greggio in Asia sono negoziati su una nota mista sulla scia dei dati ribassisti statunitensi e dei negoziati sul programma nucleare iraniano. Venerdì i prezzi del greggio hanno registrato lievi variazioni poiché gli investitori si sono focalizzati sulle trattative volte a scongiurare il default della Grecia.
Sabato i ministri delle finanze dell’Eurozona si incontreranno in un ultimo disperato tentativo di concludere un accordo sul debito greco al fine di evitare un default di 16 miliardi di dollari, debito che Atena ha con il Fondo Monetario Internazionale e la conseguente uscita della Grecia dall’euro. I termini per l’accordo scadono martedì.
A tale proposito ci sembra opportuno ricordare come nella riunione di giovedì, Atene non sia riuscita a raggiungere un accordo sulle riforme da realizzare al fine di soddisfare i propri creditori. Ricordiamo anche come il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, si sia mostrato piuttosto positivo nei confronti del possibile raggiungimento di un accordo. In una nota rilasciata venerdì, gli analisti di AN hanno mostrato come “il sentimento negativo derivante da un elevato numero delle scorte di greggio statunitensi e il record della produzione hanno pesato sugli investitori (dopo il ribasso dei prezzi del greggio postato giovedì).