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I Prezzi Del Greggio Riflettono Le Speranze Di Un Esito Positivo Durante La Riunione Di Aprile

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Mar 21, 2016, 14:02 UTC

Domenica il ministro del petrolio e del gas dell'Oman, il dottor Mohammed bin Hamad Al Rumhy, ha dichiarato di essere fiducioso nei confronti di un rialzo

I Prezzi Del Greggio Riflettono Le Speranze Di Un Esito Positivo Durante La Riunione Di Aprile

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Domenica il ministro del petrolio e del gas dell’Oman, il dottor Mohammed bin Hamad Al Rumhy, ha dichiarato di essere fiducioso nei confronti di un rialzo dei prezzi del greggio a seguito della riunione tra i membri Opec e i membri non Opec tenutasi a Doha, Qatar, incontro che avrà come tema del giorno il congelamento della produzione.

Secondo il ministro, i prezzi del greggio potrebbero ancora recuperare il 25% entro la fine dell’anno, postando quindi un forte rialzo rispetto agli attuali livelli che si attestano in prossimità dei 35$. In uno scenario a breve termine, egli spera di raggiungere i 42$-45$.

Rumhy ha affermato che i produttori di greggio raggiungeranno un accordo sul congelamento della produzione da proporre nella riunione prevista per il mese prossimo. “Spero che riusciranno a  raggiungere un accordo prima dell’incontro così la riunione sarà finalizzata alla stesura dello stesso” Queste le dichiarazioni rilasciate dal ministro alla fine della conferenza stampa annuale.

Nelle ultime settimane la crescente fiducia nei confronti del suddetto accorso ha spinto gli investitori a rientrare nel mercato dopo aver postato i minimi degli ultimi 13 anni il mese scorso.

Questa settimana, il ministro dell’Energia del Qatar, Mohammed al-Sada, ha confermato la notizia che vede gli esportatori interni ed esterni all’OPEC riunirsi il 17 aprile a Doha, alimentando le speranze di un accordo volto a ridurre l’eccesso dell’offerta.

Venerdì i consulenti energetici Inenco hanno mostrato in una nota ai clienti come “Il greggio sia stato recentemente supportato dal crescente ottimismo riguardante il raggiungimento di un accordo sul congelamento della produzione”

Questa settimana i prezzi mondiali del greggio hanno guadagnato ulteriore terreno ampliando i recenti rialzi sulla scia di un dollaro debole e di un possibile accordo tra i produttori di greggio durante la riunione prevista per il mese prossimo.

Venerdì i future del greggio si muovono in rialzo per la terza sessione consecutiva prima di lasciare spazio ad una lieve presa di beneficio. Nel frattempo, i trader hanno messo da parte la notizia di un attacco militare ad un impianto di gas in Algeria. Detto questo, ci sembra opportuno segnalare come venerdì i prezzi del greggio hanno registrato un lieve ribasso sulla scia del rapporto che ha registrato un numero maggiore degli impianti di perforazione degli Stati Uniti, mostrando il primo rialzo da dicembre e incrementando così le preoccupazioni relative ad un eccesso dell’offerta nonostante il possibile congelamento della produzione che nelle ultime settimane aveva proiettato il combustibile verso i massimi del 2016.

Secondo i dati riportati dalla società di Baker Hughes, questa settimana le industrie energetiche degli Stati Uniti hanno riaperto una piattaforma dopo 12 settimane di tagli. Lo scenario mostra come l’attività abbia ripreso piede dopo un 50% di rialzi da febbraio scorso. A tale proposito, ci sembra opportuno segnalare come lo scorso anno il numero totale degli impianti abbia postato i minimi dal 2009 registrando un calo equivalente ai due terzi.

Giovedì i prezzi del greggio postano un rincaro di quasi il 6% cancellando le perdite dei due giorni precedenti sulla scia della notizia che vede i produttori di greggio riunirsi in Qatar per raggiungere  un accordo relativo al congelamento della produzione. Il greggio WTI guadagna 2,12$, il 5.8%, per attestarsi su quota 38,46$ al barile dopo aver postato un calo del 5% nelle due sessioni precedenti. Il Brent guadagna 1,59$ ed é scambiato a 40,33$ al barile, dopo aver rotto al di sotto dei 40$ nei giorni precedenti.

Nonostante le sue ristrette dimensioni e il ridotto numero di abitanti, gli Emirati Arabi Uniti sono il sesto produttore mondiale di greggio dopo Stati Uniti, Arabia Saudita, Russia, Cina e Canada.  Nell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio occupano il secondo posto, subito dopo l’Arabia Saudita.

Queste classifiche potrebbero benissimo aumentare nei prossimi anni, tuttavia, ci sembra opportuno ricordare come il Medio Oriente sembri essere intenzionato ad espandere la produzione del 30%-40% entro il 2020. Ciononostante, i prezzi del  Brent hanno lottato per rompere 40$ al barile.

Detto questo, su scala mondiale, la produzione di greggio é finalmente in calo, scenario piuttosto positivo per i prezzi.  Analizzando il calo della produzione registrato a febbraio  dai membri Opec e dai paesi non appartenenti all’Opec e le speranze di assistere ad un ribasso del dollaro statunitense, l’EIA, ha  affermato che “i prezzi del greggio potrebbero aver toccato il fondo”.

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