Il mercato aurifero non riesce a rimanere al di sopra del supporto situato alla maniglia dei 1200$, pertanto, restituisce i guadagni di martedì ed
Il mercato aurifero non riesce a rimanere al di sopra del supporto situato alla maniglia dei 1200$, pertanto, restituisce i guadagni di martedì ed scambiato a 1.199,00$ nella sessione asiatica. Nelle ultime due settimane, il prezzo del metallo giallo sembra essere galvanizzato alla maniglia dei 1200$. L’argento perde 75 punti rompendo al di sotto dei 16,00$, infatti, mercoledì mattina è negoziato a 15,933$. Il platino segue le orme dell’oro per attestarsi su quota 1145.95$.
I trader continuano a focalizzarsi sulla situazione della Grecia poiché un numero sempre maggiore di titoli di stampa parlano di un possibile default senza che il paese lasci l’Eurozona. Molti trader prevedono un default selettivo. Se i leader del paese non riescono a raggiungere un accordo sulle misure di riforma economica con i propri creditori, la banca centrale potrebbe rendere ancora più difficile per le banche greche l’accesso alla liquidità da parte della BCE. Ciò potrebbe avvenire attraverso l’aumento degli scarti obbligazionari ai finanziatori greci come garanzia quando il prestito proviene dalla banca centrale della Grecia.
Martedì il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, ha offerto un barlume di speranza sui negoziati del debito con Atene, affermando che ci sono stati dei progressi. L’Unione Europea ha esercitato una forte pressione su Atene chiedendo i dettagli del programma di riforme entro Venerdì, giorno in cui i ministri delle finanze dell’Eurozona si riuniranno a Riga, capitale della Lettonia. Tuttavia Atene sembra resistere alle riforme richieste dei creditori.
Lunedì, il mercato aurifero si muove in rialzo recuperando il livello di prezzo dei 1200$ poiché le tensioni in Medio Oriente e le preoccupazioni riguardanti il debito della Grecia hanno supportato la domanda del metallo, da sempre considerato come un rifugio per gli investimenti. L’oro con consegna a giugno guadagna lo 0,8% per attestarsi su quota 1,203.10$.
Stando a quanto dichiarato da Laurence Fink, capo del più grande gestore patrimoniale al mondo, il ruolo tradizionale dell’oro come riserva di ricchezza è stato usurpato dall’arte e dagli appartamenti in città come New York e Londra.
Martedì, in una conferenza a Singapore, il presidente di BlackRock ha affermato: “Storicamente l’oro è stato un grande strumento per la conservazione della ricchezza”. “L’oro ha perso il suo lustro e vi sono altri meccanismi in cui è possibile salvaguardare la ricchezza , meccanismi ad hoc per l’inflazione.”
Nel corso dei secoli, la domanda del lingotto è sempre cresciuta durante i periodi di crisi, di conflitti e d’inflazione. I prezzi hanno postato il primo calo annuale consecutivo dal 2000 poiché le partecipazioni degli investitori dei prodotti negoziati in borsa diminuiscono le azioni globali postano un rally e il dollaro statunitense incrementa la sua ascesa sulle prospettive di un aumento dei tassi di interesse statunitensi. Il metallo giallo perde il 38% rispetto ai massimi postati nel 2011.
Secondo i dati compilati da Bloomberg, da lunedì le partecipazioni in oro sugli ETF sono rimaste invariate a 1.621,7 tonnellate, in calo dell’1,5%, il più grande calo di quest’anno dopo il ribasso del 9,3% registrato lo scorso anno. I fondi come le azioni consentono agli investitori di possedere lingotti senza prenderne la consegna fisica.
Per quanto riguarda gli altri metalli, il rame guadagna 5 punti nella sessione del mattino rimanendo comunque al di sotto del suo range medio di trading. Il metallo rosso si muove lentamente in rialzo, tuttavia,si stabilizza al di sotto dei massimi delle ultime 4 settimane, massimi postati nelle sessioni precedenti, poiché il positivo impatto iniziale mostrato dal taglio del tasso di riserva obbligatoria delle banche cinesi è stato eclissato dalle rinnovate preoccupazioni riguardanti il settore immobiliare. Nel fine settimana lo stimolo cinese ha preferito supportare il settore dei servizi piuttosto che quello delle industrie delle materie prime, inoltre, ci sembra opportuno segnalare come il calo delle vendite dei terreni abbia mostrato un potenziale rallentamento del settore edilizio, rallentamento che potrebbe trascinarsi dietro la domanda dei metalli.