Ieri Wall Steet si è mossa in ribasso per via di nuovi timori geopolitici dopo che l’Arabia Saudita e i suoi alleati sunniti del Golfo hanno iniziato i
Oggi le piazze asiatiche si muovono miste. Gli indici di riferimento di Cina, Taiwan, Hong Kong e Corea del Sud sono infatti in territorio negativo (fra il -0,05% e il -0,8%), mentre quelli di Giappone, Indonesia e Singapore muovono in rialzo (da +0,03% a +0,48%). La Grecia è ancora impegnata nei negoziati con i creditori europei e del Fmi per concordare un programma di riforme economiche e sbloccare una tranche di aiuti per 7,2 miliardi di euro. Atene ha bisogno di nuovi finanziamenti per onorare una serie di debiti che andranno in scadenza a inizio aprile.
Il dollaro Usa si è apprezzato grazie agli ultimi favorevoli dati sul fronte occupazionale e PMI. Stamattina è negoziato a 97,66 punti in apertura di sessione asiatica. Ieri l’euro è frattanto riuscito a rompere il livello degli 1,10 prima di scivolare a 1,0882 dal momento che gli indicatori economici statunitensi si sono rivelati migliori della attese. La sterlina si è invece apprezzata dopo che ieri il dato sulle vendite al dettaglio britanniche ha battuto anch’esso le previsioni: si è avvicinata a quota 1,50 prima che la forza del dollaro la costringesse a flettere verso quota 1,4854.
Lo yen nipponico è scambiato a 119,20 dopo la pubblicazione dell’ultima serie di dati economici del Giappone. Bloomberg sostiene che l’indice per l’inflazione della Banca del Giappone è crollato a zero nello stesso frangente in cui è crollata la spesa dei consumatori, evidenziando dunque tutta la fragilità della ripresa nipponica dalla recessione. A febbraio i prezzi al consumo, esclusi gli alimenti freschi, sono cresciuti del +2% su base annua, contro una previsione media del +2,1%. L’indicatore dell’istituto centrale che non tiene conto del rialzo dell’iva dello scorso anno segnala invece un’inflazione a zero.
Il calo della spesa delle famiglie e delle vendite al dettaglio, anche se a fronte di un miglioramento del quadro occupazionale e di una crescita dei salari, sono la riprova delle conseguenze prodotte dal rialzo dell’iva. E mentre il governatore centrale Kuroda sostiene che qualsiasi calo dei prezzi sarà temporaneo e non potrà impedire all’istituto di raggiungere il target inflattivo al +2%, gli economisti intervistati da Bloomberg sono convinti che entro il mese di ottobre la Banca del Giappone lancerà nuove misure di stimolo.
Stamattina il Kiwi e l’Aussie si sono entrambi deprezzati nel momento in cui il dollaro è tornato a crescere e i trader preferiscono scommettere su asset dai rendimenti più sicuri per via delle turbolenze geopolitiche del Medio Oriente. Il Kiwi è scambiato a 0,7587 mentre l’Aussie a 0,7808. Stamattina la divisa neozelandese ha dovuto cedere tutti i guadagni realizzati in apertura di sessione nel momento in cui si sono mossi in ribasso i future sui contratti del comparto dei latticini. Nelle prime 6 ore di trading sono state scambiate circa 500 tonnellate di merci, a fronte di un interesse scarso da parte dei trader. I cali maggiori sono riferiti ai future sul latte in polvere per giugno.
Gli investitori sono in attesa dell’intervento del presidente Fed Yellen che parlerà alla conferenza organizzata dalla Fed di San Francisco titolata “The New Normal for Monetary Policy”.