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I mercati valutari restano fermi in vista della decisione Fed

Da
Barry Norman
Pubblicato: Jun 17, 2015, 15:38 GMT+00:00

La sessione asiatica si è aperta favorevolmente grazie alla pubblicazione di un’ottima serie di dati economici di secondo piano. Questa settimana le

I mercati valutari restano fermi in vista della decisione Fed

La sessione asiatica si è aperta favorevolmente grazie alla pubblicazione di un’ottima serie di dati economici di secondo piano. Questa settimana le piazze d’Asia stanno subendo le ripercussioni del fallimento dei negoziati per il salvataggio di Atene, anche se ieri le perdite sono state limitate dal rialzo notturno degli indici azionari Usa dovuto all’avvio della riunione Fed. In Cina, gli speculatori sperano in un incremento della volatilità. Quest’anno il mercato di Shanghai ha già guadagnato oltre il 50%, inducendo gli investitori a tutelarsi contro il pericolo di una svendita improvvisa.

I trader sono inoltre pronti a reagire al rally del dollaro che presumibilmente scatterà a seguito delle parole del presidente Fed Janet Yellen e soprattutto dopo che questo mese l’ultimo tentativo di ripresa della divisa statunitense si è risolto in un fisco. A giugno l’indice del dollaro di Bloomberg ha perso l’1,4% mentre gli investitori continuano ad aspettare segni che confermino l’intenzione della Fed di procedere quest’anno al primo rialzo dei tassi dal 2006. I trader dei future sono certi che al termine dell’incontro l’istituto statunitense avrà lasciato invariato a zero il suo tasso d’interesse principale; le autorità monetarie, dal canto loro, presenteranno le proiezioni trimestrali relative ai costi di rifinanziamento – i famosi “puntini” – prima dell’abituale conferenza stampa del presidente Yellen. Le divise di Australia e Nuova Zelanda si sono mosse in ribasso per la seconda giornata di fila.

L’Aussie ha ceduto 17 punti per scivolare a quota 0,7735$ dopo le parole di ieri dei membri della Rba. L’AUD era riuscito a rafforzarsi lievemente sfruttando dati economici Usa fiacchi e la pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione di politica monetaria della Reserve Bank anche se poi ha finito per oscillare all’interno di un range piuttosto ristretto a causa dei timori crescenti per la crisi finanziaria di Atene. Nel corso della sessione asiatica, il Kiwi è negoziato in ribasso di 9 punti a 0,6978$. Il dollaro neozelandese è rimasto praticamente invariato, attestandosi al di sotto dei 70 centesimi di dollaro Usa, a seguito del lieve calo dei prezzi dei latticini al GlobalDairyTrade e dell’assenza di progressi nel negoziato fra la Grecia e i suoi creditori internazionali. Stamattina i dati economici hanno evidenziato che nel primo trimestre il saldo delle partite correnti è stato più ampio di quello preconizzato grazie alla maggiore spesa dei turisti che ha impattato positivamente sui proventi delle imprese attive nel settore dei servizi; la Nuova Zelanda sta inoltre beneficiando del calo dei prezzi petroliferi. Secondo i dati ufficiali dell’Ufficio di statistica, nel primo trimestre il surplus di conto corrente si è attestato sui 662 milioni di dollari Usa.

Lo yen giapponese è negoziato a 123,40$ e a 138,88€ dopo essersi contratto di 15 punti. Il ministero delle Finanze ha comunicato che stando ai dati economici rilasciati in mattinata, a maggio l’export del Giappone è cresciuto del 2,4% su base annua, lievitando fino a toccare la cifra di 5,751 trilioni di yen. Il ritmo di crescita mensile dell’export è risultato il più piccolo dall’avvio di quel trend rialzista inaugurato durante lo scorso settembre, segno che il rallentamento degli Stati Uniti e l’indebolimento della crescita cinese mettono a rischio la ripresa del Giappone. Nel primo trimestre 2015, la terza economia planetaria è comunque riuscita a surclassare le performance di Stati Uniti ed Europa crescendo a un ritmo annuo del 3,9% in parte grazie ai maggiori investimenti da parte delle aziende. I dati relativi al secondo trimestre appaiono invece meno favorevoli, soprattutto per quanto riguarda la spesa dei consumatori.

Stamane l’euro è riuscito a recuperare una manciata di punti per essere negoziato a 1,1255 e mantenersi all’interno del suo range abituale mentre i trader sembrano prestare meno attenzione al dramma greco. Il dollaro Usa si muove invece in territorio negativo, attestandosi a 95,17, in attesa della decisione Fed.

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