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I mercati valutari in ripresa grazie al miglioramento dei dati sul commercio della Cina

Da:
Barry Norman
Pubblicato: Jan 13, 2016, 17:10 UTC

La sessione asiatica di mercoledì mostra una lieve diminuzione della tensione sul mercato. Dichiarazioni positive e Wall Street in rialzo paiono

I mercati valutari in ripresa grazie al miglioramento dei dati sul commercio della Cina

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La sessione asiatica di mercoledì mostra una lieve diminuzione della tensione sul mercato. Dichiarazioni positive e Wall Street in rialzo paiono alleggerire la preoccupazione. Inoltre, i dati superiori alle aspettative giunti dalla Cina nella mattinata di oggi sembrano aver ridotto l’avversione al rischio dei trader. Le valute legate alle materie prime si sono, infatti, mosse in rialzo, mentre lo yen, considerato una valuta rifugio, si è deprezzato. Nel mese di dicembre, le esportazioni dalla Cina hanno preso l’1,4% su base annua, mentre le importazioni sono scese del 7,6%. Entrambe le letture sono decisamente inferiori alle stime degli economisti, ma confermano come l’economia cinese stia crescendo al tasso annuo più basso in 25 anni. Secondo quanto affermato dall’Ufficio Generale delle Dogane nella giornata di mercoledì, la Cina ha accumulato, nell’ultimo mese, un avanzo commerciale di 60,09 miliardi di dollari.

Gli economisti interpellati dalla Reuters avevano previsto che un calo di esportazioni e importazioni rispettivamente pari all’8% eall’11,5%. Secondo Dow Jones, il dato sulle esportazioni segna il sesto calo consecutivo su base annua. Nello stesso periodo, le importazioni sono diminuite del 2,8%, a fronte di un incremento del 6,1% nel 2014.

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L’Aussie e il kiwi si sono mossi in rialzo: il dollaro australiano ha guadagnato 50 punti per venire negoziato a quota 0,7036, mentre la sua controparte neozelandese si è apprezzato di 30 punti, raggiungendo quota 0,6568. Durante la sessione asiatica, non sono stati diffusi altri dati.

Nella giornata di mercoledì, il dollaro e altre valute sensibili al rischio si sono mosse in rialzo sullo yen e sull’euro. La mossa ha seguito la decisione della Banca Popolare Cinese di mantenere lo yuan invariato, con i dati sul commercio della Cina che, superiori alle aspettative, hanno contribuito a ridurre il sentimento ribassista nei confronti della seconda economia globale. Lo yuan e le borse cinesi hanno riguadagnato stabilità dopo il deciso intervento attuato dal governo di Pechino in questa settimana, volto a frenare la caduta della valuta nazionale, così persuadendo i trader a tornare ad acquistare attività rischiose. La coppia USD/CNY viene negoziata a quota 6,5803, mentre il dollaro guadagna 20 punti, raggiungendo quota 99,22. L’euro si è deprezzato contro un dollaro in rialzo, venendo negoziato a quota 1,0828. La coppia EUR/JPY ha guadagnato 24 punti, con i trader che si allontanano dallo yen. La coppia viene negoziata a quota 128,03.

La Banca Popolare Cinese ha fissato il tasso medio dello yuan a 6,5630 dollari, praticamente invariato rispetto alle determinazioni dei due giorni precedenti. Il nuovo tasso segue la decisione della banca centrale di Pechino di restringere le vendite offshore di yuan, rendendo proibitivi i costi della speculazione contro la valuta nazionale sui mercati esteri, così da ridurre i timori per un deprezzamento sostenuto.

Per quanto concerne la sessione europea, il calendario è relativamente privo di eventi, se si escludono i dati sulla produzione industriale dell’Eurozona. L’attenzione si sposterà, quindi, sulla Fed, che pubblicherà il suo Libro Beige. Gli speculatori attendono indicazioni sulla tempistica dei nuovi aumenti dei tassi di interesse da parte della banca centrale degli Stati Uniti. Dall’innalzamento del tasso di riferimento sui federal fund allo 0,25%-0,50% alla metà di dicembre, la Fed ha fatto intendere di prevedere quattro aumenti di un quarto di punto percentuale nel corso dell’anno. Tuttavia, gli investitori ritengono che le manovre del tasso di interesse saranno soltanto due nel 2016. Infine, il recente aumento della volatilità, innescato dai timori per il rallentamento dell’economia cinese, ha portato alcuni a considerare che la Fed attuerà solamente un incremento del tasso di interesse.

La riunione della Banca d’Inghilterra, prevista per domani, rappresenta l’altro evento degno di attenzione. La sterlina si è mossa in forte ribasso a seguito della pubblicazione dei dati sulla produzione industriale del Regno Unito. I risultati segnano, infatti, la peggiore contrazione dal 2013. La sterlina viene negoziata a quota 1,4455. Il dato ha alimentato l’ipotesi secondo cui Ian McCafferty, l’unico membro del Comitato per la Politica Monetaria ad aver votato a favore dell’innalzamento dei tassi nelle ultime riunioni, possa riconsiderare la propria posizione, appoggiando il mantenimento dei tassi attuali al vertice che la Banca d’Inghilterra terrà nella giornata di giovedì. La riunione della banca centrale britannica dovrebbe provocare un ulteriore calo delle aspettative favorevoli a una manovra restrittiva.

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