I mercati di materie prime e valuta estera rimangono all’interno della gamma di oscillazione a causa del giorno festivo negli USA

Oggi negli Stati Uniti è giorno festivo, per questo il volume di scambi sui mercati di materie prime e valuta estera è piuttosto basso, come basse sono conseguentemente volatilità e azione dei prezzi.

La coppia EUR/USD – sostenuta dagli acquisti tecnici – ha tentato una rottura rialzista, ma il sostegno necessario è poi venuto a mancare e ieri in chiusura di sessione abbiamo assistito a un pullback. A contribuire alla ristretta gamma di oscillazione di oggi anche la mancanza di nuovi dati economici.

Nonostante gli annunci di un aumento del tasso di interesse nel mese di dicembre, l’euro martedì potrebbe aver raggiunto un minimo di breve termine: l’ipotesi dell’arrivo di ulteriori misure di stimolo da parte della Banca centrale europea sembra farsi meno probabile.

A inizio mese i venditori short hanno preso il controllo del mercato in seguito alle dichiarazioni di presidente della BCE Mario Draghi che lasciavano intendere con chiarezza l’intenzione della Banca centrale di adottare ulteriori misure di stimolo e di tagliare ulteriormente i tassi di interesse per sostenere l’economia. L’azione di prezzo di questa settimana suggerisce che potrebbe esserci un calo di pressione sulla BCE affinché nel mese di dicembre adotti misure di politica monetaria espansiva aggressive, cosa che però in molti si aspettavano. In altre parole Draghi lascia che sia la minaccia di un aumento dei tassi di interesse da parte della Fed a fare il lavoro al posto suo.

Oggi a inizio giornata Draghi ha tenuto un discorso senza però svelare nulla di nuovo agli investitori sulla coppia EUR/USD, avendo rinunciato a ogni tipo di dichiarazione su un possibile aumento delle misure di stimolo nel mese di dicembre.

La coppia GBP/USD mercoledì si è mossa in netto rialzo, sostenuta da un insieme di dati su salari e occupazione che, quanto meno, non hanno peggiorato le prospettive economiche del Regno Unito.

L’indice dei salari medi registra un incremento del 3%, a fronte di una lettura del 3,2% prevista dai trader; la variazione nel conteggio delle richieste di sussidi sale di 3300 unità, contro le 1600 stimate; il tasso di disoccupazione scende leggermente dal 5,4% al 5,3%.

Su Comex i future sull’oro con scadenza a dicembre rimangono all’interno di una gamma di oscillazione ristretta, in attesa che sia il dollaro USA a imprimere una direzione al mercato. Entrambi i mercati probabilmente continueranno a muoversi in direzione laterale fino alla pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio negli Usa, attesi per venerdì.

I future sul petrolio greggio con scadenza a dicembre rimangono pressoché invariati, con una leggera tendenza in ribasso. In vista della pubblicazione del rapporto settimanale sulle scorte dell’Agenzia d’Informazione sull’Energia (EIA) il volume di scambio rimane piuttosto basso. La scorsa notte l’Istituto Americano per il Petrolio ha pubblicato il proprio rapporto che, nella settimana conclusasi il 6 novembre, indica un balzo delle riserve di petrolio greggio USA di 6,3 milioni di barili per un totale pari a 436,1 milioni di barili, quando i trader prevedevano invece un incremento di un solo milione di barili.

A causa del giorno festivo negli Stati Uniti (quando le agenzie governative sono rimaste chiuse), il rapporto settimanale sulle scorte della EIA sarà pubblicato giovedì anziché mercoledì.