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I Livelli Di Produzione, I Numeri Degli Impianti Di Trivellazione E La Capacità Di Stoccaggio Pesano Sui Prezzi Del Greggio.

Da
Barry Norman
Aggiornato: Mar 23, 2015, 19:57 GMT+00:00

Il mercato del greggio WTI apre la settimana in rosso postando un calo di 54 centesimi ed è negoziato a 46.03$ mentre il Brent prende spunto dal cugino

I Livelli Di Produzione, I Numeri Degli Impianti Di Trivellazione E La Capacità Di Stoccaggio Pesano Sui Prezzi Del Greggio.

I Livelli Di Produzione, I Numeri Degli Impianti Di Trivellazione E La Capacità Di Stoccaggio Pesano Sui Prezzi Del Greggio.
Il mercato del greggio WTI apre la settimana in rosso postando un calo di 54 centesimi ed è negoziato a 46.03$ mentre il Brent prende spunto dal cugino perdendo 36 centesimi per attestarsi su quota 54.88$. Gli speculatori globali continuano a prestare particolare attenzione ai crescenti problemi riguardanti la capacità di stoccaggio statunitense, capacità che ha rapidamente raggiunto i limiti, e al possibile accordo con l’Iran, paese che sembra aver aperto la propria produzione ai mercati globali.

La scorsa settimana, i prezzi energetici hanno postato un rialzo dirigendosi verso la loro prima settimana rialzista delle ultime tre settimane sulla scia di un dollaro debole che ha perso terreno a seguito delle incertezze mostrate dalla Fed riguardo ad un imminente aumento dei tassi di interesse, scenario che ha incrementato la domanda di materie prime negoziate in dollari. Questa mattina, sulla borsa di New York il benchmarch del Brent guadagna l’1% mentre quello del greggio WTI posta un rincaro del 4%, annullando così la debolezza mostrata dalla sessione europea. venerdì il dollaro statunitense si attesta al di sotto delle aspettative sulla scia delle dichiarazioni rilasciate mercoledì dalla Federal Reserve, dichiarazioni che vedono l’istituto di credito aumentare i tassi di interesse ad un ritmo più lento del previsto. Contemporaneamente, l’Euro si muove in rialzo poiché i leader della Grecia e della Germania sembrano aver raggiunto un accordo per mantenere la Grecia all’interno dell’eurozona. Lo spread tra Brent e Greggio WTI, uno dei maggiori volumi di trading di petrolio, si attesta in prossimità degli 8$ al barile, tuttavia, gli analisti tecnici non escludono la possibilità di vederlo rompere al di sopra i 30$ al barile.

Gli speculatori continuano a tenere d’occhio l’aumento delle scorte globali e la riluttanza mostrata dai membri Opec e dalle nazioni non appartenenti all’Opec nel tagliare la produzione. Stando a quanto dichiarato da Eugen Weinberg, capo della ricerca sulle commodities di Commerzbank  “Le elevate forniture Opec, l’aumento della produzione statunitense e l’incremento delle scorte, continuano a mettere sotto pressione il mercato, mercato che sembra ancora alla ricerca di un pavimento”, Weinberg aggiunge, inoltre, che non sarebbe affatto sorpreso nel vedere il contratto del mese corrente scendere al di sotto dei 50$ nelle prossime settimane. Il ministro del petrolio del Kuwait ha dichiarato che l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (OPEC) non ha avuto scelta e che nella prossima riunione di giugno il gruppo porterà avanti la decisione di non tagliare la produzione.

Sabato, il governatore Opec, il saudita Mohammed al-Madi, ha annunciato le sue forti perplessità di fronte alla possibilità di vedere il greggio tornare all’interno di un range di prezzo compreso tra i 100$ e 120$. “E’ estremamente difficile poter raggiungere nuovamente i 120$…. Abbiamo capito che tutti i paesi hanno bisogno di redditi più elevati… Vogliamo redditi più elevati, ma vogliamo redditi più alti per noi e per le generazioni future”. Queste le parole di Madi durante una conferenza sull’energia tenutasi a Riyadh.

Venerdì l’amministrazione Obama ha rilasciato una nuova regolamentazione che sembra avere un’applicabilità limitata sull’esistente produzione di greggio e di gas naturale statunitense, tuttavia, stando a quanto dichiarato dalla Barclays, l’impatto sarebbe maggiore se gli Stati decidessero di adottare tali standard. Nel 2014, la produzione di gas naturale onshore era di circa 8,3 miliardi di piedi cubi giornalieri. La maggior parte della produzione di greggio e di gas naturale proviene dal Golfo al largo del Messico, pertanto, è difficile immaginare uno scenario in cui tale produzione possa essere colpita dalle suddette norme. Questa mattina il gas naturale si muove in ribasso perdendo 54 punti ed è negoziato a 2.749$, con la fine dell’inverno i commercianti attendono le richieste residenziali estive.

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