Nel corso della sessione di mercoledì, i future sul petrolio greggio WTI estendono le perdite di questa settimana; intanto la scorsa settimana le riserve
I future sul petrolio greggio Usa – conosciuto anche come West Texas Intermediate (WTI) – con scadenza a marzo, dopo aver chiuso la sessione di martedì in ribasso di $ 1,74 (-5,5%), cedono altri 22 centesimi precipitando a $ 29,66. I future sul brent con scadenza ad aprile, dopo un martedì in ribasso di $ 1,52 (-4,4%), cedono 24 centesimi scivolando a $ 32,48 il barile.
A inizio giornata i venditori hanno aggredito i mercati del petrolio greggio in seguito alla pubblicazione del rapporto settimanale dell’Istituto Americano per il Petrolio (API), che ha segnalato – nella settimana conclusasi il 29 gennaio – un incremento di scorte negli Usa pari a 3,8 milioni di barili, per un totale di 500,4 milioni di barili. L’Agenzia di Informazione sull’Energia USA rilascerà in giornata i propri dati settimanali sulle scorte, che si prevede indicheranno un incremento di circa 3,7 milioni di barili, contro gli 8,4 milioni di barili della settimana precedente.
Secondo Tony Nunan, risk manager nel settore del petrolio per la Mitsubishi Corp. di Tokyo, “la situazione delle scorte a livello globale è destinata a peggiorare nel corso del secondo trimestre, dato che alla fine del trimestre in corso raggiungeremo il picco nelle attività di raffinazione; quanto detto è stato documentato in maniera così accurata che stato assorbito nel prezzi di mercato. Credo che ci troviamo vicini al fondo e che lo raggiungeremo nel corso del trimestre in corso”.
A influenzare il mercato del petrolio greggio anche un innalzamento delle temperature sul suolo statunitense. Per un paio di settimane la domanda di combustibile per il riscaldamento è aumentato a causa delle basse temperature e della neve in zone strategiche degli Stati Uniti. L’aumento imprevisto delle domande ha contribuito a sostenere il mercato. In realtà l’ondata di freddo e nevicate si é rivelata un fenomeno di breve periodo e, con l’avvicinarsi della primavera, le riserve di olio combustibile rischiano di rimanere abbondanti. I trader ritengono che questo in futuro potrebbe limitare la domanda di petrolio greggio. La scorsa settimana, il prezzo del petrolio è salito alla luce di un possibile accordo fra paesi Opec e non-Opec per un eventuale taglio della produzione. È pressoché scontato che nessun accordo potrà essere raggiunto se non con la partecipazione della Russia e dell’Arabia Saudita. L’Iran non dovrebbe invece portare avanti il programma.
La reazione dei mercati di questa settimana lascia intendere che non si vede alcuna possibilità di un incontro né di alcun tipo di accordo per un taglio della produzione. Fino a che però non sarà ufficialmente escluso da Arabia Saudita o Russia, i trader probabilmente premeranno al ribasso con prudenza.